Archivio dell'autore: Ilaria d'Andria

3000 volte Topolino

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Il prossimo 22 maggio sarà in edicola il numero tremila di Topolino e Napoli coglie l’occasione per festeggiare il topo più famoso e più amato del mondo.

Il percorso espositivo ricostruisce in sette stanze al primo piano di Palazzo Roccella (via dei Mille 60) la storia e le trasformazioni del fumetto  e dei suoi personaggi – a partire dalle prime pubblicazioni italiane risalenti al 1949 per arrivare ai giorni nostri – e il gustoso racconto si dipana alternando copertine, tavole, materiali d’epoca, locandine, oggettistica, video, varie curiosità e altre preziose chicche.

Magica Disney – 3000 volte Topolino piace ai bambini e allieta, distrae e apre la scatola dei ricordi ai grandi.

Fino al 26 maggio 2013 tutti i giorni (tranne il martedì) dalle 9.30 alle 18.30  e domenica fino alle 13.30; l’ingresso è gratuito.

Per informazioni sulle visite guidate e sui laboratori del progetto Magica Disney c’è il sito www.comicon.it .

Auguri e lunga vita a Topolino!

Cinema: “La frode” di Nicholas Jarecki

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Robert Miller ha sessant’anni, ha tutto e tutto gli va bene: comanda un impero finanziario in buona salute, abita in una bella casa a New York, ha una famiglia perfetta e una giovane e capricciosa amante francese.

Tutto gli va bene, si diceva. Solo in apparenza però, visto che l’impero finanziario si sta sgonfiando tra investimenti sbagliati e conti con il trucco, la bancarotta è prossima e lo spregiudicato Miller sta correndo contro il tempo per venderlo a una banca. Poi una notte la fuga romantica in macchina con l’amante non va come dovrebbe e sono guai.

La frode è un thriller finanziario tinto di nero sulle luci, le ombre, i valori, i veleni e le sopraffazioni del capitalismo  – genere molto in voga ultimamente, causa attualità -, dove tutti hanno un prezzo; ha una sceneggiatura solida, un ritmo incalzante e un finale che non consola ma spiazza e fa riflettere. E poi il diabolico Robert Miller è interpretato  da Richard Gere – splendido 63enne molto in forma e molto in parte – ed è sempre un piacere ritrovare Tim Roth, qui nel ruolo del detective.

Dirige Nicholas Jarecki, anni 34: bravo!

Cinema: “Il figlio dell’altra” di Lorraine Lévy

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A Tel Aviv Joseph scopre di non essere il figlio biologico dei genitori e di essere stato scambiato nella culla con Yacine, che vive coi genitori palestinesi nei territori occupati della Cisgiordania. Due famiglie, due realtà, due storie, due popoli in conflitto si incontrano, si interrogano e si confrontano su una verità che sconvolge  e disorienta e comprensione, dialogo e accettazione passano attraverso le due mamme – sofferenti ma non paralizzate dall’angoscia come i padri -, e i due giovani chiamati a rivedere le loro vite e a guardare al futuro. Lo stile è misurato e la leggerezza è forse proprio il punto debole di un film che comunque conquista ed emoziona.

Bravi gli interpreti, a cominciare da Emmanuelle Devos e Pascal Elbé.

Cinema: Il principe abusivo

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La critica lo ha strapazzato, il pubblico lo premia, e gli incassi lievitano.

C’è la principessa bionda e triste di un regno immaginario snobbata dalla stampa e c’è un disoccupato che tira a campare a scrocco, a Napoli. Una finta storia d’amore tra i due potrebbe risvegliare l’interesse dei giornali: detto fatto,  il resto è prevedibile e il finale è in terrazza con vista su Capri. Alessandro Siani, volto noto del cinema, debutta alla regia con una fiaba moderna – e fino a qui evviva, il genere piace -, ma Il principe abusivo procede con battute e giochi di parole scadenti – anche se mai volgari, questo sì –. Speriamo che Siani in futuro si concentri di più sulla scrittura, intanto nelle sale c’è di meglio.

Studio Museo Francesco Messina, a Milano

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Se non ci fossero i volontari Touring lo studio di Francesco Messina (Linguaglossa, 1900 – Milano, 1995) non sarebbe visitabile tutti i giorni; i volontari ci sono dal 2005 e così lo Studio Museo è aperto da martedì a venerdì dalle 10 alle 14 e sabato dalle 14 alle 18, con ingresso gratuito.

In via San Sisto 4/A – a pochi passi da via Torino, sui due piani di una chiesa sconsacrata – è esposta una selezione di opere che l’artista siciliano offrì nel 1974 al Comune di Milano in cambio di uno studio in città: il viaggio alla scoperta di Messina è composto da sculture in bronzo e altre in terracotta, in marmo e cera e ancora in gesso – alcune raffigurano persone note -, poi ci sono gli acquarelli e anche le litografie perlopiù ispirate alla scultura.

Lo Studio Museo Francesco Messina è solo uno dei gioielli visitabili grazie ai volontari Touring e l’elenco dei luoghi – a Milano e altrove, su e giù per l’Italia – resi accessibili dalla loro preziosa collaborazione è consultabile sul sito www.touring.it nella sezione Aperti per voi.

 

Cinema: “Amiche da morire” di Giorgia Farina

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Mare del nostro Sud, un’isoletta immaginaria baciata dal sole e dai cliché.

Crocetta è tradita dalla madre, Gilda dai clienti, Olivia dal marito: diversamente tradite e ugualmente inseguite dai preconcetti sociali e culturali del posto e dalle chiacchiere delle comari le tre donne si coalizzano e tra colpi di scena – e di pistola – sfidano compromessi, sottomissioni e devozioni e diventano Amiche da morire.

Sabrina Impacciatore, Claudia Gerini e Cristiana Capotondi sono in stato di grazia, Vinicio Marchioni è perfetto, è sempre un piacere ritrovare Marina Confalone e se desiderate trascorrere un paio d’ore divertenti e scacciapensieri accomodatevi in sala: Giorgia Farina debutta alla regia con una commedia rosa tinteggiata di nero che fa per voi.

Cinema: “Tutti contro tutti” di Rolando Ravello

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Condominio popolare alla periferia di Roma: per Agostino e famiglia è una giornata di festa, si celebra la Prima Comunione di Lorenzo, quindi bisogna vestirsi adatti all’occasione e uscire tutti. Già, tutti: così la casa resta incustodita, un’altra famiglia ne cambia la serratura, e la occupa. Da questo momento inizia una guerra tra poveri fatta di resistenza, indifferenza e (poca) solidarietà e alla fine Agostino non riavrà casa sua e neppure si sa se riuscirà a entrare in un’altra – il finale resta aperto – perché, come ricorda il titolo, sono Tutti contro tutti, anche in famiglia. Rolando Ravello – volto noto del cinema e prima ancora della televisione – debutta alla regia raccontando il disagio sociale attraverso una storia realmente accaduta e il film pur con alcune imperfezioni di stile è autentico e genuino, si fa vedere con piacere e si fa volere molto bene. Si sorride e si ride, amarissimo

Cinema: “Anna Karenina” di Joe Wright

Dopo Victor Hugo, a distanza di poche settimane, ecco a noi Lev Tolstoj: un altro celebre romanzo, l’ennesima trasposizione cinematografica.

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Amori felici e amori infelici, l’adulterio, i condizionamenti, le regole e le ipocrisie della società nella Russia del diciannovesimo secolo: la storia di Anna Karenina è nota, il finale sotto il treno è notissimo, le tematiche sono eterne senza tempo né luoghi e così il regista Joe Wright e lo sceneggiatore Tom Stoppard non volano a Mosca e neppure a San Pietroburgo ma allestiscono le vicende – spalmate da Tolstoj in mille e passa pagine – dietro le quinte di un teatro.

Ci sono le stanze, la stazione – soprattutto i treni –, e ancora le stalle dei cavalli e il ballo, non mancano certo le distese di neve e quelle di verde, gli abiti sono belli, i fili di perle luccicano, la musica è continua e il film si fa vedere però i moti del cuore restano congelati e distanti e di conseguenza si partecipa poco, non si palpita e le emozioni latitano, almeno le mie.

Cinema: “Viva la libertà” di Roberto Andò

viva-la-liberta-la-locandina-del-film-264924_mediumLe votazioni sono prossime, i sondaggi danno in caduta libera il maggior partito di sinistra e allora Enrico Oliveri – segretario stanco e demotivato – si rende irreperibile e si rintana a Parigi da una ex fidanzata.

Da questo momento Viva la libertà di Roberto Andò si sdoppia in due storie che procedono parallele: mentre Enrico si rigenera ritrovando a Paris entusiasmo e linfa vitale, a Roma l’assistente Andrea Bottini ne rintraccia il gemello filosofo. Giovanni  – affetto da depressione bipolare e di casa in una clinica psichiatrica – sostituisce Enrico con gusto e gentile malizia, parla a giornalisti e sostenitori tralasciando le parole di rito, ricorre alla cultura citando Brecht e declamando versi, ri-accende la passione politica e ri-conquista simpatizzanti e percentuali.

Toni Servillo raddoppia interpretando Enrico e Giovanni ed è immenso e magnifico se possibile più di sempre, ottima la prova di Valerio Mastandrea nel ruolo di Andrea e bravi tutti gli altri attori (prezioso il cameo di Gianrico Tedeschi) di un film che racconta la politica italiana con garbo, leggerezza e un po’ di malinconia.

Insomma, dovreste proprio correre a vedere Viva la libertà.

Cinema: “Les Misérables” di Tom Hooper

les_miserables_ver11Molti hanno trovato non tutti gli attori/cantanti dell’ennesima trasposizione del popolare romanzo di Victor Hugo ambientato nella Francia del diciannovesimo secolo intonati al ruolo, in alcuni casi anche sfiatati ma prima di tutto imparagonabili agli interpreti del passato, lo svolgimento piatto, appesantito dai primi piani, privo di emozioni e lungo per non dire sfinente; invece chi scrive è stata inghiottita dal musical di Tom Hooper e travolta da vite, destini e riscatti dell’ex galeotto Jean Valjean, dell’implacabile ispettore Javert,  di Cosette, Fantine, Eponine e via cantando.

La storia è stranota ma la messinscena firmata da Tom Hooper funziona benissimo, fila sontuosa, dinamica e spedita senza un momento di noia, emoziona e vibra, con gli attori che cantano “dal vivo”, e poi è pure in versione originale con sottotitoli, per fortuna.

Si partecipa e si piange, portate i fazzoletti.

Qualcuno di voi ha visto Les Misérables? Vi è piaciuto?

Cinema: “Flight” di Robert Zemeckis

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Oltre “Lincoln”, “Quartet” e “Django Unchained” nelle sale c’è anche il più che buon film diretto da Robert Zemeckis. La catastrofe nei cieli occupa la prima mezz’ora, poi Flight prosegue raccontando la catastrofe psicologica di Whip Whitaker, pilota assai dedito ad alcolici e droghe il quale, pur strafatto di vodka, è riuscito a far atterrare il suo aereo in avaria mettendo in salvo le vite di molti passeggeri.

Il dramma morale del comandante – eroe per i media, positivo ai test tossicologici –, la sua caduta nell’inferno delle dipendenze fino alla riconquista della dignità sono interpretati da Denzel Washington, sempre molto bravo e sempre molto bello.

Cinema: Quartet, di Dustin Hoffman

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A Beecham House – elegante casa di riposo per cantanti d’opera, direttori d’orchestra e musicisti immersa nel verde della campagna inglese – a parte qualche acciacco, qualche dispetto e antiche rivalità le giornate trascorrono uguali e l’amore per la musica, nutrimento del passato, alimenta il presente e tiene vivi e attivi gli ospiti. Un giorno arriva Jean Horton (Maggie Smith: applausi), stella della lirica che fu Gilda nel Rigoletto; in villa il soprano ritrova gli artisti con i quali cantò nel melodramma verdiano e presto ci sarà un concerto per raccogliere fondi per la residenza: le vicende della vita li allontanarono, la musica li riavvicina.

“Quartet” è un inno alla vita fresco e luminoso dove la malinconia viene stemperata dall’ironia e nei titoli di coda gli appassionati di musica potranno leggere una serie di note preziose.

Tarantino al cinema

djangoTarantino omaggia, Tarantino cita, Tarantino revisiona, Tarantino celebra, Tarantino ricorda, Tarantino riprende: a proposito di Django Unchained se ne sentono e se ne leggono tante fatto sta che il viaggio del dottor King Schultz e di Django (magnifico Christoph Waltz, grande Jamie Foxx) attraverso l’America degli orrori razzisti alla ricerca della moglie di quest’ultimo – schiava del perfido latifondista Calvin Candie,  interpretato da Leonardo DiCaprio più bravo di sempre – dura quasi tre ore e almeno per la sottoscritta il tempo è trascorso piacevolissimevolmente, inchiodata alla poltrona e senza un momento di noia.

Qualcuno di voi ha visto il film, altri pareri?

Due mostre al Museo del Novecento di Milano

museonovecentoClaudia Gian Ferrari si è spenta nel 2010: il Museo del Novecento (via Marconi, 1) la ricorda allestendo al piano terra la mostra “Collezionare il Novecento. Claudia Gian Ferrari, gallerista, collezionista e storica dell’arte”. E così i linguaggi, le espressioni e i concetti del secolo scorso sono ripercorsi da alcune opere – donate dalla famiglia – di artisti tra i quali Mario Sironi, Filippo De Pisis, Arturo Martini, Lucio Fontana, Giulio Paolini e Piero Manzoni oltreché da una selezione di cappelli e di abiti di Issey Miyake e da alcuni preziosi documenti, come una lettera del novembre 1982 indirizzata a Indro Montanelli.

Altro bell’omaggio al quarto piano del Museo: “Programmare l’arte. Olivetti e le neoavanguardie cinetiche” ricorda l’esposizione curata da Bruno Munari nel 1962 nei negozi Olivetti di Milano e Venezia attraverso le opere cinetiche ricche di illusioni ottiche, percezioni e movimenti create dagli artisti del Gruppo N e del Gruppo T. Alcuni filmati, una selezione di testi e manifesti, un cortometraggio e altre testimonianze completano  il percorso che risulta moderno oggi, figuriamoci cinquant’anni fa.

Tutte e due le mostre proseguiranno fino al 3 marzo 2013.

Per gli orari, i prezzi dei biglietti e altre notizie: www.museodelnovecento.org

Cinema: “La bottega dei suicidi” di Patrice Leconte

la_bottega_dei_suicidi_locandina_1cbb747be7db4363be0837c3605f44beMa quanto è lugubre la città: senza colori, senza sole, senza vita, inquinata e trafficata.

Insomma, non ha proprio nulla per cui valga la pena andare avanti.

Per fortuna c’è la bottega condotta da Mishima Touvache e da sua moglie Lucrèce dove gli aspiranti suicidi tra lamette, corde e veleni e in un ambiente colorato e assai invitante hanno solo l’imbarazzo della scelta per farla finita.  I Mishima hanno due figli, già ben introdotti nel mestiere, e uno in arrivo. Alan invertirà le tendenze di famiglia e i suoi sorrisi contagiosi e la sua gioia di vivere metteranno in crisi gli affari.

Il cartone animato di Patrice Leconte è una fiaba nera dove il senso della morte viene trattato con umorismo, ironia, musica e canzoni.

Un consiglio: adulti al cinema, bambini a casa.

Ilaria d’Andria

“Alberto Garutti. Didascalia / Caption” – Milano, Padiglione d’Arte Contemporanea

Trenta opere per raccontare un artista: succede al Padiglione d’Arte Contemporanea  di via Palestro 14 nella retrospettiva dedicata ad Alberto Garutti (Galbiate, 1948) dove una sfilata di lavori testimonia l’anello di congiunzione tra il luogo che li accoglie e le persone che ne fruiscono e che ci girano attorno, partecipando. Ogni opera è accompagnata da una didascalia che la spiega con estrema chiarezza e il lavoro di ricerca e di sperimentazione di Garutti continua attraverso i visitatori della mostra: diversi microfoni sono sparsi lungo il percorso per registrare le parole del pubblico – che formeranno un libro – , e per questo prima di iniziare il giro è necessario firmare una liberatoria.

Fino al 3 febbraio 2013 con ingresso gratuito da martedì a domenica dalle 9.30 alle 19.30; giovedì si chiude alle 22.30 e lunedì si apre alle 14.30.

Per altre notizie: www.comune.milano.it/pac

Carlo Erba al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano

“Carlo Erba. L’ innovazione in farmacia – L’ affascinante storia che ha trasformato una professione”. Milano, Museo della Scienza e della Tecnologia

 Una piccola preziosa mostra meritevole di una visita racconta una grande storia italiana: accade al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci (via San Vittore 21) dove un percorso espositivo suddiviso in cinque sezioni e composto da oggetti, documenti inediti, fotografie, strumenti di lavoro, diari, interviste, filmati, campagne pubblicitarie e altro materiale – tutto proveniente dall’Archivio Erba – ripercorre la vicenda del farmacista Carlo Erba (1811 – 1888), creatore nel 1837 di un laboratorio a conduzione familiare destinato poi a diventare la prima azienda farmaceutica italiana.

Fino al 27 gennaio 2013 dalle 9.30 alle 17; sabato e festivi si chiude alle 18.30 e lunedì è chiuso.

I farmacisti entrano gratis, per i prezzi dei biglietti e per altre informazioni: www.museoscienza.org

Cinema: Ernest e Celestine

Celestine è una topina e vive “di sotto”; Ernest è un orso e vive “di sopra”. Dapprima si scontrano, poi – aiutati dalla comune passione per l’arte – si incontrano e si comprendono superando diffidenze e pregiudizi oltreché  paure reciproche. Ernest e Celestine è un cartone animato colmo di grazia e dolcezza e privo di stucchevolezze tratto dai libri illustrati di Gabrielle Vincent, sceneggiato da Daniel Pennac e realizzato dai registi Stéphane Aubier, Vincent Patar e Benjamin Renner con i colori morbidi e gentili dell’acquarello.

A Napoli – dove l’ho visto – lo proiettano solo di pomeriggio, stessa cosa a Milano: peccato, perché Ernest e Celestine piace ai bambini ma incanta ancora di più i grandi e non tutti i grandi possono andare al cinema di pomeriggio.