Quartieri Tranquilli

Per Creare Solidarietà, Amicizia, Sicurezza


Archivio dell'autore: Ilaria d'Andria

Nei cinema da giovedì 18 luglio

E così, anche questa settimana chi pensa che a fine luglio le nuove uscite scarseggino sarà smentito dalla quantità e dalla qualità dei nuovi titoli in arrivo nelle sale. Noi ne abbiamo visti (finora) solamente tre, iniziamo la nostra passeggiata da L’invenzione di noi due, l’opera seconda (tratta dal romanzo di Matteo Bussola) di Corrado Ceron che mette al centro della storia, ambientata a Verona negli anni Novanta, Milo e Nadia, una giovane coppia entrata in una crisi logorante. Crisi che Milo – il quale ritiene che il suo amore per Nadia non sia più contraccambiato – deciderà di affrontare scrivendole, con un’ altra identità. Riusciranno i due a ritrovarsi? Non vi riveliamo oltre di questo film pieno di cuore che con grande uso di salti temporali cerca di ricostruire una storia d’amore e di raccontare come riscoprire sentimenti e desiderio, molto bravi Lino Guanciale e Silvia d’Amico. Abbiamo poi visto  Madame Luna, il film di Daniel Espinoza la cui protagonista è una giovane eritrea trafficante di esseri umani, nota come Madame Luna, la quale in seguito alla caduta del regime libico è costretta a migrare, sbarcando in Calabria laddove verrà ingaggiata da un’organizzazione criminale. Ma l’incontro con una connazionale la porterà a mettersi in discussione. Un bel film su una possibile redenzione dal male, sobrio e misurato. Concludiamo questa brevissima passeggiata tra le nuove uscite con Un messicano sulla luna di José Luis Yanez, nelle sale da domani. Al centro della storia – ambientata nell’estate del 1969, quella dell’allunaggio per intenderci – troviamo un aspirante giornalista il quale, sognando niente di meno che il Premio Pulitzer, decide di approfondire la storia sentita involontariamente durante una cena secondo cui Neil Armstrong, l’uomo che per primo metterà piede sulla Luna, è in realtà messicano. Una commedia insolita e divertente, godibile, colorata e surreale, il nostro colpo di fulmine della settimana, non perdetevela. Di seguito gli altri film usciti: Blue Lock Il film – Episodio Nagi di Shunsuke Ishikawa, I miei vicini Yamada di Isao Takahata (del 1999, per la prima volta sul grande schermo in Italia), When Evil Turks di Demián Rugna, Glory Hole di Romano Montesarchio, Twisters di Lee Isaac Chung, Era mio figlio di Savi Gabizon, L’ultima vendetta di Roberto Lorenz, Padre Pio di Abel Ferrara, Indagine su una storia d’amore di Gianluca Maria Tavarelli, Banel & Adama di Ramata-Toulaye Sy e infine Pane, amore e fantasia, il film di Luigi Comencini del 1953 da vedere e rivedere ancora e ancora, tantopiù sul grande schermo.

 

Nei cinema da giovedì 11 luglio

Dei molti titoli nelle sale da questo secondo giovedì di luglio ne abbiamo visti soltanto tre, iniziamo la nostra passeggiata settimanale tra le nuove uscite da Gli indesiderabili, il film di Ladj Ly ambientato in uno sobborgo di Parigi (emblema di tutti i sobborghi) laddove il neoletto sindaco, un uomo senza esperienza politica e senza scupoli, vuole tirare giù un palazzone per riqualificarlo, costringendo così i suoi abitanti – soprattutto emigrati – a lasciare le proprie case, tra l’altro sotto Natale. Sarà Haby, una giovane donna del Mali che in quell’edificio ci è cresciuta, a battersi contro il progetto di abbattimento, in difesa della dignità e dei diritti degli ultimi. Un film molto forte di rabbia e di rivolta – che continua il discorso già iniziato dal regista nel 2019 con I miserabili -, coinvolgente e oltremodo attuale sulla Francia di oggi. Proseguiamo con Non riattaccare, opera seconda di Manfredi Lucibello – nostro colpo di fulmine della settimana -. Qui i protagonisti sono Irene (bravissima Barbara Ronchi), che in piena notte – durante il Covid – sale in macchina e si mette in viaggio per raggiungere l’ex fidanzato Pietro prima che si suicidi, il suo telefono e una voce maschile (quella di Claudio Santamaria). Tensione e suspence senza soste al netto di qualche incongruenza, Non riattaccare è un film che inchioda alla poltrona, prendete posto in sala. Abbiamo poi visto Matrimonio con sorpresa di Julien Hervé dove la sorpresa del titolo è il regalo che i futuri sposi Alice e François decidono di fare ai rispettivi genitori: un test del Dna in modo che ognuno scopra le proprie origini. I risultati del test, per gli aristocratici Bouvier-Sauvage e per i più umili Martin, saranno quanto mai bizzarri e inattesi. Una commedia degli equivoci moderatamente frizzante ma che si lascia vedere con piacere, affiatato il cast con Didier Bourdon e Christian Clavier. Gli altri film usciti sono Fly Me to the Moon – Le due facce della Luna di Greg Berlanti, l’horror Immaculate – La prescelta di Michael Mohan, Cult Killer di Jon Keyes, Pom Poko di Isao Takahata (il film è del 1994, questa è la prima volta che arriva sugli schermi italiani), Mune – Il guardiano della luna di Alexandre Heboyan e Benoit Philippon, L’anima salva di Federica Biondi,  Il mistero scorre sul fiume di Shujun Wei, Animale umano di Alessandro Pugno, Dostoevskij, la serie tv in sei episodi suddivisi in due parti di Fabio e Damiano D’Innocenzo (nelle sale fino al 17 luglio, poi su Sky), vi segnaliamo poi il ritorno nelle sale di Rocco e i suoi fratelli, capolavoro di Luchino Visconti del 1960 e infine prendete nota che da lunedì 15 a mercoledì 17 luglio arriva Celebrity Wines di Giacomo Arrigoni, un viaggio alla scoperta dei motivi per i quali molti personaggi famosi – tra i tanti: Al Bano, Gianmarco Tognazzi e Ron Moss – hanno deciso di produrre vino.

Nelle sale da giovedì 4 luglio

Chi ritiene che in piena estate scarseggino uscite interessanti sarà smentito dalla qualità dei titoli nelle sale da questo primo giovedì di luglio, noi ne abbiamo visti quattro, iniziamo la nostra passeggiata da Horizon – An American Saga – Capitolo 1 di Kevin Costner, presentato fuori concorso all’ultimo Festival di Cannes. L’espansione dei bianchi e la reazione degli indiani Apache negli anni a cavallo e durante la Guerra Civile, come annuncia il titolo quello nei cinema da oggi è soltanto il primo capitolo della saga, un primo capitolo lungo tre ore e un minuto, molto spettacolare, sentito e nostalgico che con un ritmo qua e là un poco lento serve a introdurre le molte tematiche e i tanti personaggi tra cui il silenzioso cowboy Hayes Ellison (interpretato dallo stesso Costner, anche produttore), la seconda puntata uscirà il 15 agosto, ne seguiranno poi altre due, intanto prendete posto e godetevi la visione. Proseguiamo con La memoria dell’assassino, il film di Michael Keaton con Keaton nei panni di John Knox, un killer professionista affetto da una forma di demenza che gli sta facendo perdere molto velocemente la memoria. Dopo un incarico andato male Knox, deciso a ritirarsi, torna sui suoi passi per cercare di tirare fuori dagli impicci il figlio – ricomparso all’improvviso, i due non avevano rapporti da lungo tempo -. Un thriller drammatico non senza colpi di scena che si lascia vedere con piacere, nel cast anche Al Pacino. Il terzo film che abbiamo visto – il nostro colpo di fulmine della settimana – è La morte è un problema dei vivi di Teemu Nikki. Qui i protagonisti sono due: Risto, un becchino affetto da ludopatia e Arto, il suo vicino di casa che lavora in un asilo e cui una radiografia ha certificato l’esistenza di appena il 15% di cervello, condannandolo alla disoccupazione. Sarà Risto, indebitato fino al collo, a proporre ad Arto un lavoro illegale ma decisamente particolare: recuperare cadaveri da roulette russa… Ci fermiano qui per non rivelarvi altro di questa commedia finlandese tragica e paradossale dove, quasi vergognandosene, si ride e tanto di cose nerissime e cupissime, non perdetevela, circola anche la versione in lingua originale con sottotitoli in italiano. Concludiamo la nostra passeggiata con il ritorno nelle sale, in versione restaurata 4K, di Sbatti il mostro in prima pagina, il film di Marco Bellocchio del 1972 dove si racconta di come il redattore capo di un giornale di destra costruisca – partendo da uno stupro sfociato in omicidio – una campagna di fango contro un giovane della sinistra extraparlamentare. Un’opera che non conosce lo scorrere del tempo, magnifico Gian Maria Volontè nei panni di un giornalista senza morale né etica. Nelle sale da oggi inoltre Harry Potter e il prigioniero di Azkaban di Alfonso Cuarón, Acid di Just Philippotù. Holy Shoes di Luigi di Capua, Io & Sissi di Franke Finsterwalder, Woken di Alan Friel, Windless di Pavel G. Vesnakov e infine – nell’ambito della rassegna di capolavori dello Studio Ghibli dedicata a Isao Takahata dal titolo “Un mondo di sogni animati” – Pioggia di ricordi di Isao Takahata.

Fuga in Normandia, un film di Oliver Parker

Bernie Jordan e sua moglie Irene sono sposati da settant’anni e vivono in una casa di riposo. Un giorno Bernie – nel 1944 giovane recluta in Marina – non essendo riuscito a organizzare in tempo il viaggio assieme agli altri reduci scappa e raggiunge da solo il traghetto per andare ai festeggiamenti del 70esimo anniversario dello Sbarco in Normandia – di cui abbiamo celebrato pochi giorni fa l’80esimo – e rendere onore ai caduti. La notizia della sua fuga andrà in prima pagina. Si ispira a una storia accaduta per davvero la storia raccontata da Fuga in Normandia, un film agrodolce che ci parla di guerra e di sentimenti dove ogni cosa è prevedibile ma dove tutto è raccontato con garbo, grazia e senza eccessi di commozione e poi i due protagonisti sono Michael Caine e Glenda Jackson (lui al suo ultimo ruolo, lei morta alla fine delle riprese) e rivedere recitare insieme questi due meravigliosi giganteschi vecchi attori è un prezioso regalo: prendete posto in sala, circola anche la versione in lingua originale con sottotitoli.

La treccia, un film di Laetitia Colombani

Tre donne – Giulia, Sarah, Smita -, tre continenti – Italia, Canada, India -, tre vite diverse che più diverse come lo sono anche le rispettive storie, collegate però da un fattore comune: la lotta per la sopravvivenza. È tratto dalle pagine dell’omonimo romanzo scritto dalla stessa regista La treccia dove, come scoprirete nel corso della visione, la ciocca di capelli fa da filo conduttore alle tre vicende raccontate assumendo il potere di salvezza delle tre protagoniste, tre donne coraggiose e battagliere che devono affrontare delle realtà molto dure e che non hanno alcuna intenzione di piegarsi a quanto loro imposto dalla società. Una storia di emancipazione femminile imperfetta ma sincera cui si finisce per volere bene.

Inside Out 2, regia Kelsey Mann

Per Riley – che abbiamo conosciuto nove anni fa, che ha ormai 13 anni e che è in partenza per un campo estivo di hockey della durata di tre giorni, durante i quali deve farsi accettare da un nuovo gruppo per non restare da sola in futuro – è arrivato il momento di fare la conoscenza di quattro nuove emozioni: Invidia, Imbarazzo, Noia ma prima di tutte Ansia, una sabotatrice che prenderà il controllo della consolle, quartier generale della mente della ragazzina, scalzando le altre (Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto) e facendo però soltanto guai. Brilla da oggi nelle sale Inside Out 2, seguito di quel gioiello di Inside Out, cartoon campione di incassi e di critica nel 2015, e anche se questo secondo capitolo diretto da Kelsey Mann non presenta molte novità è ugualmente geniale e molto piacevole, ottimo il doppiaggio in italiano.

18 e 19 giugno nei cinema: Jago – Into the White, di Luigi Pingitore

Ricostruisce due anni della vita e dell’arte di Jago – con il trasferimento da New York a Napoli – Jago – Into the White, il documentario di Luigi Pingitore da poco presentato al Tribeca Film Festival 2024 e nelle sale cinematografiche come primo Evento Off della Grande Arte al Cinema di Nexo Digital soltanto martedì 18 e mercoledì 19 giugno. Due intensissimi anni durante i quali il giovane scultore italiano nato a Frosinone nel 1987, molto seguito sui social, lavora tutto il giorno e anche di notte – in totale solitudine di fronte al blocco di marmo da scolpire – alla creazione della sua versione della Pietà di Michelangelo, opera che diventa una riflessione sulla sua vita e sulla creatività. Per conoscere la sale e per altre informazioni utili: www.nexodigital.it.

Dall’alto di una fredda torre, un film di di Francesco Frangipane

Da una parte un padre e una madre, Giovanni e Michela, entrambi affetti da una rara malattia genetica; dall’altra Antonio ed Elena, i due figli della coppia, gemelli eterozigoti, uno solo dei quali è compatibile e potrebbe di conseguenza donare il midollo salvando però una vita e condannando l’altra. Chi salvare? Una scelta atroce per non dire impossibile che genererà dubbi, ricordi, domande, riflessioni. È da oggi nelle sale Dall’alto di una fredda torre di Francesco Frangipane, trasposizione cinematografica dell’opera teatrale scritta da Filippo Gili, un film su temi e interrogativi molto forti bello e con quatto ottimi interpreti, Vanessa Scalera, Edoardo Pesce, Anna Bonaiuto e Giorgio Colangeli.

 

 

Nelle sale da giovedì 6 giugno

Sono molti i titoli nelle sale da oggi, noi ne abbiamo visti quattro, iniziamo la nostra passeggiata da The Watchers – Loro ti guardano, debutto dietro la cinepresa di Ishana Night Shyamalan (figlia 22enne di M. Night Shyamalan). Protagonista della storia è Mina, una giovane donna che lavora in un negozio di animali incaricata di portare un pappagallo in una cittadina irlandese. Ma durante il tragitto – ovviamente nei pressi di una foresta – la macchina di punto in bianco si ferma e il telefono smette di funzionare. Mia, rifugiatasi assieme a tre sconosciuti in una sorta di bunker con una parete di vetro trasparente e una televisione, scoprirà di essere guardata e perseguitata da misteriose quanto assai sinistre creature. Un po’ mistery, un po’ horror, un po’ fantastico, non saremo certo noi a rivelarvi il finale di quest’esordio non privo di tensione e tutto sommato passabile. Andiamo avanti con La stanza degli omicidi di Nicol Paone. Qui la protagonista si chiama Patrice, è una gallerista d’arte sull’orlo del fallimento, e lo è così tanto da accettare di riciclare il denaro sporco di un gangster vendendo le opere dipinte da un sicario, opere che faranno scalpore. Una commedia nera che fa satira sul mondo dell’arte e del collezionismo, ci si può anche divertire e poi ci sono Uma Thurman e di Samuel L. Jackson. Il terzo film che abbiamo visto è El paraíso di Enrico Maria Artale. I protagonisti della storia – ambientata in una desolata Fiumicino – sono il quarantenne Julio Cesar e sua madre, i due sono legati di un legame quasi morboso, condividono il lavoro – lo spaccio di droga – e la passione per il ballo sudamericano. Ma l’arrivo di Ines, una colombiana che porta in grembo ovuli di droga, minerà gli equilibri tra madre e figlio facendoli presto precipitare. Un più che buon film (che arriva dalla Sezione Orizzonti dell’ultima Mostra del cinema di Venezia dove vinse due importanti premi), forte, tristissimo, strabordante e da un epilogo oltremodo struggente, ottimi i due interpreti principali, Edoardo Pesce e Margarita Rosa De Francisco. Concludiamo la nostra passeggiata tra le nuove uscite con Noir Casablanca di Kamal Lazraq, un noir che più noir – peraltro un’opera prima -, teso e intenso, ambientato in una sola notte nelle strade scure e buie della città marocchina i cui protagonisti sono un padre, un figlio e un cadavere da seppellire, sepoltura che sarà quanto mai complicata e ostacolata. Gli altri film nelle sale da oggi sono Kinds of Kindness di Yorgos Lanthimos, Hotspot – Amore senza rete di Giulio Manfredonia, La tartaruga di Fabrizio Nardocci, Anna di Marco Amenta, Roma Blues Gianluca Manzetti e il documentario Made in Dreams di Valentina Signorelli e Cecilia Zoppelletto.

Nelle sale da giovedì 30 maggio

Dei molti titoli nelle sale da quest’ultimo giovedì di maggio ne abbiamo visti (per ora) tre, cominciamo la nostra passeggiata settimanale da Rosalie, il film di Stéphanie Di Giusto ambientato nella Francia di fine Ottocento la cui protagonista è una giovane donna dal corpo ricoperto di peli costretta a radersi per essere accettata da una società non ancora pronta ad accogliere la diversità. Ma il matrimonio combinato con Abel, proprietario di una locanda – un uomo semplice e mite, inizialmente interessato alla sua dote e all’oscuro del segreto – cambierà il corso della vita di Rosalie. Una storia di autodeterminazione ed emancipazione femminile elegante, sensibile, girata molto al lume di candela, superba l’interpretazione di Nadia Tereszkiewicz. In Vincent deve morire Stéphan Castang racconta la storia di un uomo vittima di immotivate aggressioni. Tutti ce l’hanno col mite Vincent: è sufficiente che i suoi occhi incrocino quelli di un’altra persona perché anche la più inoffensiva gli scateni contro la propria rabbia e tenti di ammazzarlo, fino a che verrà fuori che in Francia tutti ce l’hanno a morte con tutti e che quindi si tratta di un’epidemia e di conseguenza di una metafora sui nostri tempi cupi. Insomma, Vincent deve morire è una più che molto buona e singolare opera prima che spiazza e mantiene ritmo, atmosfere, angoscia e tensione fino alla fine, prendete posto in sala e buona visione. Terminiamo la nostra passeggiata tra le nuove uscite con Eileen di William Oldroyd, trasposizione cinematografica del romanzo di Ottessa Moshfegh. Le protagoniste del racconto, che si svolge nella Boston degli anni Sessanta, sono Eileen, la giovane scialba segretaria di un penitenziario minorile con padre alcolizzato in carico a casa, e Rebecca, la nuova psicologa del carcere, una donna elegante, emancipata e piena di carisma. Tra le due nascerà un’amicizia dai risvolti molto pericolosi di cui non vi anticipiamo nulla per non levarvi il piacere di un noir al femminile ambiguo, dalle giuste atmosfere e con un’ottima l’alchimia tra Thomasin McKenzie/Eileen e Anne Hathaway/Rebecca. Nelle sale da oggi inoltre L’esorcismo – Ultimo atto di M.A. Fortin e Joshua John Miller, The Penitent di Luca Barbareschi, Me contro te Il film – Operazione spie di Gianluca Leuzzi, il film d’animazione giapponese Haikyu!! The Dumpster Battle di Susumu Mitsunaka, Quell’estate con Iréne di Carlo Sironi, Metamorfosi dell’essere di Mirko Zaru, i primi tre episodi della serie L’arte della gioia di Valeria Golino e Nicolangelo Gelormini (i secondi tre arriveranno il 13 giugno e dopo l’estate l’intera serie andrà su Sky e NOW), e poi vi segnaliamo il ritorno sul grande schermo in versione restaurata di Buona Vista Social Club di Wim Wenders e l’arrivo dall’1 giugno del documentario Uomini in marcia di Peter Marcias.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Furiosa- A Mad Max Saga, regia di George Miller

Chi ha visto Mad Max- Fury Road si sarà chiesto perché Charlize Theron non avesse il braccio sinistro. Furiosa – A Mad Max Saga di George Miller, nelle sale da oggi a pochi giorni dalla presentazione al Festival di Cannes, è il prequel di quella puntata della saga e scava nelle origini raccontando di come la bambina Furiosa fu strappata alla sua pacifica comunità dalla banda di Dementus (nome non casuale…) che ne ammazzò la madre sotto i suoi occhi. La ragazzina, poi cresciuta tra gli Immortan nella Cittadella, ha ovviamente un solo obbiettivo: vendicare la morte dell’amata mamma. Seguiranno – per due ore e ventotto minuti – corse nel deserto, squartamenti, carcasse, varie crudeltà, fuoco, rombi di moto, ruote, rumore continuo e assordante, pochi dialoghi e quasi zero storia con un catalogo di effetti speciali e di tecnica grandioso e suggestivo, ma inesorabile si fa larga anche tanta noia…

Nei cinema dal 16 maggio

 

 

Nei cinema dal 9 maggio

Sono davvero tantissimi i titoli in arrivo nelle sale cinematografiche tra ieri e oggi, iniziamo la nostra consueta passeggiata settimanale tra le nuove uscite da Il segreto di Liberato, il film di Francesco Lettieri, Lorenzo Ceccotti, Giorgio Testi e Giuseppe Squillaci che – grazie a immagini dal vivo e inserti d’animazione – ci porta alla scoperta del mondo di Liberato – il cantautore napoletano di cui non si conosce l’identità -, dai suoi primi passi fino ai sempre molto seguiti e acclamati tour in giro per l’Europa. Andiamo avanti con Il regno del pianeta delle scimmie di Wes Ball, decimo capitolo della celebre saga. Al centro della storia – ambientata tre secoli dopo l morte di Cesare, capo delle scimmie dotate di intelligenza – troviamo Noa, giovane esemplare che vuole mettere in salvo – con l’aiuto di un ex membro del gruppo assalitore e di una ragazza umana – il suo clan, preso di mira da un clan rivale. La partenza è lenta e la lunghezza è eccessiva ma gli effetti speciali sono da dieci e tripla lode. È ambientato in Francia, a fine Ottocento, e perlopiù in una cucina, ll gusto delle cose, il film di Trần Anh Hùng – vietnamita di base in Francia  – i cui protagonisti sono un celebre gastronomo e la sua eccellente cuoca, che assieme (e sotto i nostri occhi) preparano piatti succulenti per clienti benestanti e per loro stessi. Tra i due c’è più di un’intesa lavorativa, Dodin vorrebbe sposare Eugenie ma lei nicchia anche se, pur spaventata dal matrimonio, alle volte gli permette di entrare in camera. Messinscena inappuntabile, profusione di raffinatezza e due interpreti – Juliette Binoche e Benoît Maginel, un tempo compagni di vita – superlativi, ma si arriva alla fine un poco esausti. Passiamo a Fantastic Machine, il documentario di Axel Danielson e Maximilien Van Aertryck (la voce narrante è di Elio Germano e a produrre c’è Ruben Östlund) che partendo da molto molto lontano riflette sul potere manipolatorio e distorsivo dell’immagine contemporanea e svela cosa ci sta dietro. Nulla di nuovo per chi ha già dimestichezza in materia ma alcune sequenze sono molto interessanti. Abbiamo poi visto Il mio posto è qui, il film di Cristiano Bortone e Daniela Porto che sullo sfondo di un paesino della Calabria degli anni Quaranta racconta la storia di una ragazza-madre che si oppone a un matrimonio riparatore, trovando un confidente in un omosessuale. Solitudine, sessismo, patriarcato, presa di coscienza dei propri diritti: Il mio posto è qui è una sensibile e sincera opera prima che si arrabbia con delicatezza e che emoziona, davvero bravi i due interpreti principali, Ludovica Martino e Marco Leonardi. Chiudiamo la nostra passeggiata con Troppo azzurro, debutto alla regia di Filippo Barbagallo, anche interprete di Dario, venticinquenne con genitori iperprotettivi, ragazzo timido e indeciso che nella vita preferisce stare fermo e sprecare occasioni. Una storia agrodolce sui timori e le insicurezze di una generazione (insicurezze più maschili, le donne del film al contrario non hanno il freno a mano inserito e si mettono in gioco) esile ma raccontata con ironia e che fa simpatia. Sono usciti inoltre Le Ravissement di Iris Kaltenbäck, La profezia del male di Spenser Cohen e Anna Hamberg, Accattaroma di Daniele Costantini e La casa di Ninetta di Lina Sastri.

Nelle sale dal 30 aprile

Sono molti e spaziano tra diversi generi i film in arrivo nei cinema tra oggi e venerdì 3 maggio, iniziamo la nostra consueta passeggiata tra le nuove uscite da Anselm, il documentario che Wim Wenders ha dedicato ad Anselm Kiefer, classe 1945 e tedesco come lui, uno tra i maggiori artisti viventi, esposto e celebrato ovunque (tra l’altro a Firenze a Palazzo Strozzi con la mostra Angeli caduti fino al prossimo 21 luglio). Wim Wenders dà forma ai pensieri di Kiefer, ci porta nei suoi luoghi, ne racconta le opere, si sofferma sui materiali usati (prevalentemente acciaio, piombo, cemento) per le sue creazioni, sempre gigantesche, che vediamo nascere sotto i nostri occhi. Un documentario non didattico immersivo, ipnotico, bellissimo: prendete posto e godetevelo, molto efficace la versione 3D. Andiamo avanti con C’era una volta in Bhutan, il film di Pawo Choyning Dorji (un consiglio: se non lo avete visto recuperate la sua opera prima Lunana – Il viaggio alla fine del mondo). Ambientato nel 2006, durante le prime elezioni politiche del Bhutan (che passò dalla monarchia assoluta alla democrazia) il film intreccia le storie di più personaggi di un villaggio, raccontate con toni in equilibrio tra comico e grottesco. Passiamo a Sei fratelli, il film di Simone Godano i cui protagonisti sono sei fratelli ritrovatisi dopo la morte del padre, sciupafemmine assenteista che li aveva avuti con tre donne diverse, davanti al notaio per la lettura del testamento. Seguiranno risentimenti, dissapori, litigi, rancori e (ri)avvicinamenti, che andranno avanti per una settimana, nella fotogenica Bordeaux: nulla di inedito ma il film è una commedia corale agrodolce riuscita e gradevole che trova il suo punto di forza in un cast ben assortito e molto affiatato, Riccardo Scamarcio veste alla perfezione i panni di un conduttore tv e Adriano Giannini convince sempre di più. Arriva dalla Malesia Come fratelli – Abang e Adik di Lay Jin Ong, dove Abang e Adik non sono fratelli per davvero ma lo sono in quanto uniti fraternamente dalla disperazione – senza documento di identità, senza lavoro, senza telefono – e dalla comune voglia di sopravvivere. E se il primo è un ragazzo sordomuto buono, onesto e mite, Adik frequenta brutte persone e delinque. Quando Adik uccide l’assistente sociale che ha ritrovato suo padre (fondamentale per avere i documenti), Abang si addossa la colpa e si consegna alle autorità. Ma perché? La risposta arriva, e la scoprirete andando a vedere il film, una folgorante opera prima in equilibrio tra denuncia sociale, thriller e melodramma, tanta tristezza e molta commozione ma la speranza non è messa al bando. Finiamo la nostra passeggiata con Una spiegazione per tutto, il bel film (al netto di un eccesso di verbosità) del regista ungherese Gabor Reisz che attraverso la vicenda di Abel – che all’esame di maturità, durante l’esame orale di Storia, non spiccica una parola e che una volta tornato a casa si giustifica riferendo al padre, un ex comunista ora dall’altra parte, i commenti del professore sulla coccarda patriottica indossata – esplora la situazione dell’Ungheria di Viktor Orbàn e i suoi molti volti. Nelle sale infine The Fall Guy di David Leith, Garfield – Una missione gustosa di Mark Jindal, Il coraggio di Blanche di Valerie Donzelli e Sarò con te di Andrea Bosello.

Nelle sale dal 24 aprile

Dei film in arrivo nelle sale oggi e domani noi ne abbiamo visti soltanto due, iniziamo la nostra breve passeggiata tra i titoli da La moglie del presidente, il non biopic di Léa Domenach su Bernadette Chirac nata Chodron de Courcel, moglie del Presidente Jacques (all’Eliseo dal 1995 al 2007) la quale ritrovatasi suo malgrado messa da parte dal marito dimostrò al contrario intuito politico e grandi capacità mediatiche. Ma che delizia questa commedia francese, peraltro un’opera prima, una storia di emancipazione femminile briosa e ben scritta che tra verità e fantasia funziona benissimo, Catherine Denueve è una première dame maestosa, si vede che il ruolo la diverte proprio molto. Il secondo e almeno per ora ultimo titolo di cui vi parliamo è Challengers di Luca Guadagnino. Qui la protagonista è Tashi, una talentuosa tennista la quale, costretta al ritiro dopo un infortunio, diventa allenatrice del marito. È arrivato l’atteso giorno del challenge, l’avversario di Art sarà Patrick, una volta erano grandi amici e giocavano insieme a tennis, divisivo fu poi l’incontro con Tashi, appunto. La sfida sarà l’occasione per riavvolgere il nastro e ricostruire la storia del triangolo. Luca Guadagnino si conferma il più internazionale dei nostri registi con un film che esplora e scandaglia le dinamiche di un rapporto a tre al cui vertice c’è una donna, bella la tecnica, tanto sudore e molto colore, muscoli, occhiate, racchette e movimenti di macchina, buona la direzione degli attori e grande uso della musica, farraginoso (leggi faticoso) alla lunga il montaggio. Sono inoltre usciti Confidenza di Daniele Luchetti, Luca di Enrico Casarosa, Spide x Family Code: White di Kazuhiro Furuhashi, Il posto di Gianluca Vassallo e infine Il caso Josette di Fred Cavayé.

Dal 3 al 12 maggio a Milano in luoghi vari e in streaming in tutta Italia su MYmovies.it: Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina

Dieci giorni con quarantadue film (di cui 20 prime italiane e 2 prime mondiali) suddivisi in tre concorsi – Finestre sul mondo, Corti africani, Extra) più le sezioni Flash e E tutti ridono, gli incontri con gli autori, gli eventi speciali, la tavola rotonda, l’omaggio, i premi e molto altro: è partito il conto alla rovescia, venerdì 3 maggio comincia l’edizione numero trentatré del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina, l’attesa e seguita manifestazione – dislocata a Milano tra Cinema Godard della Fondazione Prada, Cineteca Milano Arlecchino, Cineteca Milano MIC e Auditorium San Fedele, inoltre visibile in streaming in tutta Italia su MYmovies.it – dedicata al cinema e alla cultura dei tre continenti, con la direzione di Annamaria Gallone e Alessandra Speciale, il presidente della Giuria quest’anno sarà il regista filippino Lav Diaz (di cui si vedranno tre film, Diaz terrà anche una masterclass sabato 11 maggio). Il titolo inaugurale, dopo la Cerimonia d’Apertura, sarà Fremont di Babak Jalali scritto con Carolina Cavalli (Cinema Godard – Fondazione Prada, il 3 maggio alle 20.30, alla presenza del regista), tra i tanti appuntamenti vi segnaliamo quello di martedì 7 maggio alle 18.30 presso Cineteca Cinema Arlecchino con la 7a edizione di AFRICA TALKS Visual Africa: Creatività, Prospettive e Cambiamenti nelle Arti Visive, un appuntamento annuale che l’Associazione COE organizza nell’ambito del FESCAAAL con Fondazione Edu, fondazione nata per promuovere la formazione universitaria in Africa, per conoscere l’elenco dei film, per il programma e per le modalità di partecipazione vi rimando a fescaaal.org.

 

 

 

Nelle sale da giovedì 18 aprile

Sono tanti e spaziano tra diversi generi i film da oggi nelle sale, ce ne è quindi per i gusti cinematografici di ognuno, iniziamo la nostra presentazione settimanale da Non volere volare, la commedia di Hafsteinn Gunnar Sigurdsson i cui protagonisti sono un gruppo di persone accomunate dalla paura di volare le quali, per superare la loro fobia, si rivolgono all’agenzia Viaggiatori Impavidi. Partiti da Londra destinazione Islanda i quattro restano bloccati a terra da una bufera di neve che ne impedisce il ritorno a casa. Conseguenze, problemi e imprevisti, il racconto procederà in equilibrio tra vari registri ma il divertimento prende quota di rado. Andiamo avanti con Back to Black, il film di Sam Taylor-Johnson dedicato alla vita e all’arte di Amy Winehouse, grande artista scomparsa troppo presto nel 2011 a 27 anni, un biopic senza grandi guizzi e con i difetti del genere, davvero brava comunque Marisa Abela che non si limita a imitarla ma la interpreta molto bene cantando peraltro in modo superlativo. Nelle sale da oggi anche Cattiverie a domicilio di Thea Sharrock, una commedia ispirata a fatti di cronaca accaduti nel 1922 in Gran Bretagna. Edith, zitella che vive con due genitori ultrabigotti, riceve di continuo lettere oltremodo oscene, i sospetti cadono sulla vicina di casa Rose, una giovane vedova con figlioletta, donna autonoma dal linguaggio assai sboccato, la colpevole perfetta, per farla breve. Sarà una poliziotta molto poco considerata dai colleghi a scoprire la verità… Non riveliamo altro di questo film divertente, scorretto e mai volgare che pur non riservando chissà quali sorprese – a metà si è capito pressoché tutto – trova i suoi punti di forza nelle interpretazioni di Olivia Colman e Jessie Buckley, un duetto che fa scintille. Andiamo avanti con Il cassetto segreto di Costanza Quatriglio, il documentario che la regista ha dedicato al suo papà giornalista. Testimonianze, articoli, immagini, libri, fotografie, documenti…, in un vortice di ricordi e divagazioni la memoria intima si fa memoria collettiva. L’ultimo titolo che vi presentiamo è Ennio Doris – C’è anche domani, il film di Giacomo Campiotti dedicato alla figura del fondatore della Banca Mediolanum con Massimo Ghini nei panni del banchiere sognatore. Un biopic agiografico che ne fa un santino, bandita qualsivoglia sfaccettatura. Nelle sale da oggi anche Civil War di Alex Garland, Brigitte Bardot Forever di Lech Majewski, Augure – Ritorno alle origini di Baloji e i gattari non si perdano Vita da gatto di Guillaume Maidatchevsky.

 

 

Gloria!, regia di Margherita Vicario

Venezia, 1800: c’è fermento nell’orfanotrofio di Sant’Ignazio, a breve ci sarà la visita di Papa Pio VII, bisogna sbrigarsi a preparare un concerto in suo onore. Ma don Perlina, direttore dell’orchestra delle ragazze orfane che suona i soliti pezzi, ha zero ispirazione e molti segreti. C’è però Teresa, la domestica muta, la quale, scoperto il nuovo strumento – il pianoforte – assieme a un gruppo di ragazze ospiti inizia a suonare – di nascosto, a lume di candela – musica molto avanti, una musica rivoluzionaria, dando così vita a una banda pop che prenderà in mano la situazione…: è da oggi nelle sale Gloria!, debutto alla regia di Margherita Vicario, attrice e cantante, un film originale, scanzonato e ispirato, un inno alla vita e alle donne pieno di energia, entusiasmo e ritmo a netto delle imperfezioni, e che bel cast con Galatea Bellugi, Veronica Lucchesi e un bravissimo Paolo Rossi.