Archivio dell'autore: Ilaria d'Andria

Mai così vicini, regia di Rob Reiner

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Oren Little è un vedovo inaridito più che arido, è un capace immobiliarista, è antipatico (in modo simpatico) con tutti, a cominciare dai vicini di casa – suoi inquilini – tra i quali c’è Leah, pure lei vedova, inconsolabile ma gentile, amabile e altruista.

A quindici o poco più minuti dall’inizio di Mai così vicini entra in scena la nipote di nove anni che Oren non sapeva di avere e della quale dovrebbe occuparsi, visto che il figlio Luke (padre della bambina) deve entrare in prigione per scontare una pena: ecco, a quel punto abbiamo già capito come andrà a finire.

Ma, prevedibilità a parte, il film funziona, è garbato, strada facendo ci si affeziona a personaggi e luoghi e in fondo piace sempre vedere/sperare che anche per i cuori più anziani sprofondati nel buio dell’inverno può sempre arrivare l’estate.

E poi Michael Douglas è Oren, Diane Keaton è Leah e Rob Reiner è il regista di Harry ti presento Sally, quel gioiello di commedia che resta inarrivabile, ma tant’è.

L’estate sta finendo, regia di Stefano Tummolini

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Fine settimana di fine estate – prima di riprendere gli studi all’università – di alcuni ventenni romani nella casa al Circeo dei genitori – che però non lo devono sapere – di Domenico.

Le previsioni del tempo non promettono nulla di buono, e neppure l’assortimento del gruppo dove le differenze – di classe, idee e ideali – sono vissute con disagio. C’è anche Guido – cugino del padrone di casa -: è colto e sensibile, un po’imbranato, non si veste alla moda, non ha il costume e quindi farebbe il bagno in mutande. La prima parte trascorre tra immersioni sottacqua, approcci e incertezze amorose, cocaina, sogni di futuro e spensieratezza varia; nella seconda ci scappa il morto, cambiano toni e colori, ognuno mostra il peggio di sé e viene a galla il significato di una frase raggelante (“l’amicizia finisce a 50 metri sottacqua”) pronunciata da uno dei ragazzi durante il giro in gommone.

Insomma, una peggio gioventù per niente carina né rassicurante ma indifferente ed egoista, una bella sorpresa – con i suoi difetti – in questo finale di stagione al cinema.

E la vicenda – lasciata in sospeso – continua nel romanzo Un’estate fa dello stesso Stefano Tummolini, Fazi Editore.

Nuovo Cinema Parenti: Gli Inediti/anno II

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Da lunedì 14 a mercoledì 23 luglio, un inedito a sera per un totale di dieci occasioni uniche e rare, sempre alle ventuno e in Sala AcomeA: è tornata al Teatro Franco Parenti (via Pier Lombardo 14) la ghiotta rassegna di film e documentari mai visti, italiani e stranieri.

Dopo La bataille de Solférino di Justine Triet proiettata – non a caso – ieri (preceduta da una festa inaugurale), ecco giusto qualche titolo: stasera tocca a Take This Waltz di Sarah Polley, il 16 a Inseguire il vento di Filippo Ticozzi, il 18 a Keep The Lights On di Ira Sachs, il 20 a The end of time.

Le proiezioni sono in versione originale coi sottotitoli in italiano, sono presentate da un socio ceCINEpas e accompagnate dal vivo o in collegamento Skype da regista e attori.

Per il programma completo (alcuni film hanno una replica pomeridiana nei giorni successivi), i prezzi dei biglietti e per altre notizie: www.teatrofrancoparenti.it

DUOMovie – Cinema sulle Terrazze del Duomo di Milano

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Cinque film, un contenitore d’eccezione e un obiettivo speciale.

Partiamo dal contenitore: le Terrazze della Cattedrale, a picco sulla città.

Passiamo al programma: apertura a cinque stelle lunedì 14 luglio con Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini. Il 16 poi ci sarà 7 km da Gerusalemme di Claudio Malaponti, il 18 Io sono con te di Guido Chiesa, il 21 Fratello Sole, sorella luna di Franco Zeffirelli e mercoledì 23 Che bella giornata di Gennaro Nunziante (con Checco Zalone, girato anche lassù).

Chiudiamo con l’obiettivo della rassegna: sostenere il progetto Adotta una Guglia – impegnato nei lavori di restauro della Veneranda Fabbrica -, la donazione minima per ciascuna proiezione è di € 30.

I film iniziano alle ore 21, i posti disponibili sono all’incirca 400, per le modalità di partecipazione e altro: www.duomomilano.it

Cinema Beltrade: Carta bianca, regia di Andrés Arce Maldonado

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Lucrezia è romana, fa imprenditrice ed è finita nelle mani degli usurai.

Vania è moldava, fa la badante ma non riesce a scacciare l’orrore della vita passata, quando si prostituiva.

Kamal invece arriva dal Marocco, ama i libri, aspetta con ansia il permesso di soggiorno e intanto fa lo spacciatore.

Tre persone – ognuna con il suo carico di disperazione, ombre e solitudine – si incrociano alla vigilia del 14 febbraio in una Roma privata della sua grande bellezza e senza nulla di invitante e seducente ma livida, buia, piovosa, fredda, ostile e inospitale: sarà una giornata di vigilia difficile e decisiva per tutti.

Ingiustizia, disumanità, indifferenza, marciume: per Andrés Arce Maldonado – regista colombiano da lungo tempo di base a Roma – questi sono gli ingredienti della società odierna dove il passato pesa sul presente e incombe sul futuro.

Già, quale futuro poi? Lo vedremo, mentre spunta l’alba, nera e cupa come e più della notte.

Prendere o lasciare, comunque un pugno – con stile convincente – nello stomaco dello spettatore.

Carta bianca in questi giorni è al cinema Beltrade, per saperne di più e per conoscere la bella, interessante e dinamica programmazione della sala di Via Oxilia 10: www.cinemabeltrade.net

 

 

MIC: Omaggio a Philippe Noiret

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Al Museo Interattivo del Cinema dal 4 luglio l’Estate Tabacchi si incrocia – al venerdì – con una retrospettiva dedicata a Philippe Noiret, scomparso nel 2006.

Da una poderosa filmografia sono stati scelti otto titoli – con molta Italia – tra i quali il raro Il testimone di Jean-Pierre Mocky (gran bel giallo in provincia francese: il 6 e il 27 luglio, sempre alle 16), Il deserto dei Tartari di Valerio Zurlini (l’11 alle 17), Colpo di spugna di Bertrand Tavernier (il 13 alle 18), Gli occhiali d’oro di Giuliano Montaldo( il 20 alle 16) e Il postino diMichael Radford(il 18 alle 17).

Proiezioni venerdì, come si diceva, e domenica fino al 27 luglio, per il programma completo e altre notizie: http://mic.cinetecamilano.it

La gelosia, regia di Philippe Garrel

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Amarsi a trent’anni: declinazioni, divagazioni e domande sul tema.

Louis – attore squattrinato e sempre (troppo) spettinato – convive in una piccola mansarda con Claudia – attrice disoccupata e insoddisfatta, soprattutto della mansarda, una prigione -.

Lui ha anche una figlioletta – avuta da un precedente matrimonio, di cui vediamo l’epilogo all’inizio del film – con la quale ha un bel rapporto, ricco di complicità e tenerezza.

Louis e Claudia si amano e si tradiscono fino a quando lei lo molla per un architetto che le offre un lavoro e soprattutto una casa grande, luminosa, e dove circola l’aria.

Louis non la prende molto bene, e tenta il suicidio.

Amore, dipendenza, tormento, separazione, rassegnazione: Philippe Garrel pesca dal suo vissuto, sceglie gli interpreti in famiglia, analizza i sentimenti, sparge interrogativi senza dare soluzioni e il tutto – molto Nouvelle Vague, confezionato in un elegante suggestivo bianco, nero e grigio – o piace da impazzire oppure irrita e annoia.

Dura soltanto 77 minuti, per fortuna.

Triennale: The sea is my land. Artisti dal Mediterraneo

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Un anno fa era al Maxxi di Roma, dal 17 giugno – e fino al 24 agosto – The sea is my land. Artisti dal Mediterraneo bagna Milano.

23 artisti raccontano, indagano e scandagliano in 140 immagini luoghi che si affacciano sul Mare Nostrum – tra i quali Il Cairo, Tripoli, la Palestina, Israele, la Spagna, l’Algeria, Marsiglia, e ancora la Sicilia e Zagabria – e il suggestivo viaggio li mette a confronto cogliendone differenze e anche somiglianze e legami.

Ci sono anche quattro video, e che bello il claustrofobico “Piattaforma Luna” di Yuri Ancarani sui sommozzatori impegnati nell’estrazione di idrocarburi nel Mar Ionio! Dura 25 minuti.

La mostra, con ingresso gratuito, è aperta da martedì a domenica dalle 10.30 alle 20.30 e giovedì fino alle 23.00, per saperne di più: www.triennale.org

Leggi tutti gli articoli in Brera.

Biblioteca Sormani: Il libro che visse due volte – La letteratura al cinema

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Per sei giovedì – compresi tra il 26 giugno e il 4 settembre – la Corte della Biblioteca Sormani (corso di Porta Vittoria 6) si trasforma in un cinema sotto le stelle e il titolo della rassegna – curata da Pino Farinotti – rivela il filo rosso che lega i film: sono tratti da libri.

Dopo Il grande Gatsby di Baz Luhrmann dal romanzo di Francis Scott Fitzgerald, giovedì 3 luglio ecco William Shakespeare con Giulio Cesare diretto da Joseph L. Mankiewicz, il 10 Vita privata di Sherlock Holmes di Billy Wilder dai personaggi di sir Arthur Conan Doyle, il 17 Quasi amici di Olivier Nakache ed Eric Toledano dalle pagine di Philippe Pozzo di Borgo, il 28 agosto L’età dell’innocenza di Martin Scorsese, uno dei (tanti) film della mia vita!, da Edith Wharton e il 4 settembre Io non ho paura di Gabriele Salvatores da Niccolò Ammanniti.

Le visioni sono integrate da letture o da inserti di altre trasposizioni cinematografiche.

Ancora due cose: l’ingresso alle proiezioni (alle 21.30, eccetto le ultime due che invece inizieranno alle 21.00) è gratuito e nessun problema in caso di pioggia, lo schermo trasloca nella Sala del Grechetto in via Francesco Sforza 7.

Per saperne di più: www.comune.milano.it/biblioteche sezionemanifestazioni

Thermae Romae, regia di Hideki Takeuchi

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Un architetto della Roma antica, intenzionato a migliorarne le terme, ricorre a un viaggio nel temponel Giappone odierno per carpire le tecniche e i segreti e importarli.

Il film – tratto da un manga – dovrebbe essere un campione di comicità: anche se l’ho visto lo scorso settembre durante Le vie del cinema ricordo come fosse oggi che guardavo di continuo l’orologio, tanto mi annoiavo.

Thermae Romae è uscito alcuni giorni fa, ho letto con sollievo che altri si sono annoiati come me.

Già pronto il seguito.

Estate Tabacchi. Grandi film al MIC

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Dal 30 giugno al 1°agosto, una proiezione a sera, da lunedì a venerdì: così trascorre l’Estate Tabacchi al Museo Interattivo del Cinema (viale Fulvio Testi 121).

La programmazione è mista, tra successi di stagione, gioielli restaurati, documentari e film penalizzati dalla scarsa distribuzione e di conseguenza poco visti.

Ecco giusto qualche titolo: lunedì 7 luglio ci sarà La mafia uccide solo d’estate – primo film di Pierfrancesco Diliberto, il noto Pif -, martedì 15 Freda – La segretaria dei Beatles di Ryan White, giovedì 17 Il gabinetto del dottor Caligari di Robert Wiene, il 21 Marina di Stijn Coninx e il 28 luglio Uomini contro di Francesco Rosi.

I film iniziano alle 21.15, per il programma completo e altre notizie: http://mic.cinetecamilano.it

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Spazio Oberdan: Akira Kurosawa

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Allo Spazio Oberdan luglio comincia grandiosamente: fino al 18 si omaggia Akira Kurosawa con una retrospettiva di dodici film tra i quali Rashomon, Cane randagio, Kagemuscha, l’ombra del guerriero e ancora Il trono di sangue, I sette samurai e Ran.

Avventura, epica, tragedia, lievità, introspezione: la rassegna è un’occasione ghiotta per ripassare le tematiche del maestro giapponese e alcuni film sono in edizione originale coi sottotitoli in italiano.

In viale Vittorio Veneto 2, per il programma completo e tanto altro: www.cinetecamilano.it

Le cose belle, regia di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno

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Nel 1999 – ai tempi del documentario Intervista a mia madre, girato dagli stessi registi quando sullo sfondo c’era una Napoli fiduciosa e in attesa – Fabio e Salvatore avevano dodici anni, Adele e Silvana quattordici. Raccontavano le loro vite – tutte casa, in famiglia, e nei vicoli del quartiere – e per il futuro sognavano tante cose belle.

Nel 2009 – dieci anni dopo quindi, in una città sfiduciata e paralizzata – Agostino Ferrente e Giovanni Piperno sono tornati a cercarli, hanno ripreso il racconto delle loro vite e li hanno inseguiti passo passo per quattro anni, fino al 2012, mescolando la narrazione del presente con brani delle interviste del passato.

Fabio, Salvatore, Adele e Silvana sono quattro adulti e sono riusciti a fare ben poco ma conducono esistenze dignitose e pulite. E poi nei loro occhi c’è la stessa luce speciale di un tempo, le speranze – per quanto disilluse e un po’sbiadite – ci sono ancora e il desiderio di farcela è sempre vivo.

Già, vivo. E vero. E commovente. E contagioso. E coinvolgente.

Così è Le cose belle, davvero un peccato perderlo.

Il venditore di medicine, regia di Antonio Morabito

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Spiace segnalare un discreto film italiano quando non è più nelle sale, del resto l’ho visto la scorsa settimana e magari sarà recuperabile in qualche rassegna estiva.

Bruno fa l’informatore scientifico di un’azienda in crisi, ed è pressato dai superiori con la minaccia dei tagli del personale. Per restare a galla va oltre quello che dovrebbe essere il suo lavoro – presentare nuovi prodotti e tenersi informato degli effetti sui pazienti -, visto che l’azienda fa anche comparaggio e regala congressi in località da sogno e altro ancora a medici compiacenti nel prescrivere i propri farmaci.

Fino a che punto sarà disposto ad arrivare Bruno per incrementare le vendite?

Molto in alto, andando sempre più a fondo.

Venditori corruttori e medici corrotti o comunque corruttibili: il film – discreto, come si diceva, al netto di limiti e imperfezioni – tratta un tema che sta a cuore a tutti – la salute – e quindi prende e mette paura, e si esce coi brividi addosso sperando solo che le vicende siano state volutamente calcate. Il venditore del titolo è interpretato bene da Claudio Santamaria e nel ruolo del primario oncologo – niente affatto non incorruttibile e disgustoso quanto basta – c’è Marco Travaglio, davvero bravo.

Un insolito naufrago nell’inquieto mare d’Oriente, regia di Sylvain Estibal

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E’ francese questa coinvolgente e spassosa commedia – ambientata a Gaza – che affronta temi tosti e profondi con toni leggeri, sospesi tra fiaba e farsa.

L’insolito naufrago del titolo è un maiale vietnamita grosso e nero, finito nella rete del pescatore Jafaar dopo una tempesta. Già, insolito e soprattutto proibito visto che Jafaar è palestinese e il maiale quindi un animale impuro. Ma per il pescatore sempre in bolletta sarebbe un peccato sbarazzarsi di quel bel suino, probabile fonte di guadagno: detto fatto, l’ingegnoso Jafaar mette il maiale a reddito, coi soldi arrivano, inevitabili, i guai e per noi spettatori – come si diceva all’inizio – inizia il divertimento.

Synecdoche, New York. Regia di Charlie Kaufman

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Caden Cotard – un regista teatrale – ha problemi con la moglie, ha problemi di lavoro, ed è tormentato da una misteriosa malattia che gli fa temere l’avvicinarsi della morte.

Da qui la decisione di allestire assieme a degli attori lo spettacolo della sua vita ricreandone luoghi e ossessioni in un viaggio – lungo vent’anni – che al cinema dura più di due ore durante le quali si vorrebbe riflettere su vita, morte, depressione.

Synecdoche, New York: ecco un film (uscito adesso, è del 2008!) che ha diviso la critica e che probabilmente dividerà il pubblico.

Per alcuni è il capolavoro memorabile di un regista geniale, per altri è un’opera irrisolta, ambiziosa, che si perde per strada in troppe allegorie. Per quanto mi riguarda la penso come questi ultimi, e ho trovato il film faticoso, sfinente e volutamente compiaciuto, complicato e cervellotico, a partire dal titolo. Detto questo l’interpretazione di Philippe Seymour Hoffman, da poco scomparso, è fuori discussione: grandiosa.

Triennale: No Name Design

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Forbici, penne, matite, martelli, stampelle, contenitori, ventagli e ancora montature di occhiali, schedari, padelle, frullini, seggiolini, coltelli, rasoi: l’elenco degli oggetti – raccolti e assemblati da Franco Clivio e Hans Hansen in lunghe vetrine nell’atrio della Triennale per utilizzo, forma o materiale – è lungo mille pezzi, anonimi e ingegnosi, quasi tutti utili, alcuni indispensabili per il nostro quotidiano.

Il percorso – accompagnato da brevi didascalie – è divertente e incuriosisce, tra l’altro si scovano degli oggetti dei quali non si comprende l’utilizzo – nella libreria della Triennale c’è il catalogo – e ce ne  sono altri – come la Shopella, la lista della spesa! – desiderabili.

In viale Alemagna 6 con ingresso gratuito fino al prossimo 14 settembre da martedì a domenica dalle 10.30 alle 20.30 e giovedì fino alle 23.00.

Per saperne di più: www.triennale.org

Leggi tutti gli articoli in Brera.

Il cinema ritrovato: Trilogia del dollaro di Sergio Leone

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Ancora festa grande al cinema: stavolta tornano nelle sale di prima visione i tre film – insuperabili gioielli senza tempo dello spaghetti western nonché della storia del cinema – della trilogia del dollaro di Sergio Leone, freschi del restauro promosso dalla Cineteca di Bologna.

Dal 19 giugno c’è Per un pugno di dollari (del 1964), dal 3 luglio arriva Per qualche dollaro in più (del 1965) e dal 17 luglio Il buono, il brutto, il cattivo (del 1966).

Tre appuntamenti imperdibili: a Milano le proiezioni sono all’Odeon, in via Santa Radegonda 8.

Per altre notizie: www.ilcinemaritrovato.it e www.thespacecinema.it

E a proposito di Clint Eastwood, il pistolero solitario protagonista della trilogia di Leone, è da poco uscita la sua ultima regia, Jersey Boys, dove viene raccontata la storia di alcuni ragazzi di umili origini che negli anni Sessanta formarono il popolare gruppo rock The Four Seasons.

Di sicuro il grande Clint – anni 84 – ha provato gusto e divertimento a girarlo e si è sentito a suo agio tra canzoni, musiche, ambienti, conflitti, trionfi, sconfitte, atmosfere e mode dei tempi.

E il suo divertimento è molto contagioso, altroché se lo è!