Archivio dell'autore: Ilaria d'Andria

Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet, regia di Jean-Pierre Jeunet

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T.S. Spivet ha dieci anni, vive in un ranch del Montana con dei genitori naif quanto basta e una sorella di 14 anni e ha inventato nientedimeno che la macchina del moto perpetuo.
Un giorno una telefonata gli annuncia un’importante onorificenza e così T.S. decide di andare da solo e senza dirlo a nessuno all’Istituto Smithsonian di Washington – dove però non sanno che l’inventore è un ragazzino – a prendersela e a ringraziare e il viaggio attraverso l’America si rivela sorprendente, liberatorio, fantasioso e divertente per T.S., per gli spettatori più o meno suoi coetanei, e anche per i loro accompagnatori.

27 e 28 maggio: Faber in Sardegna & L’ultimo concerto di Fabrizio De André, regia di Gianfranco Cabiddu

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Scorrono in continua alternanza le immagini di ieri e quelle di oggi dove il passato di un uomo che in Sardegna si reinventò come contadino e allevatore è raccontato dalle fotografie, da frammenti di filmati familiari e dalle testimonianze di chi lo ha conosciuto e amato e il presente invece dai concerti che tanti artisti tengono ogni estate all’Agnata, per il piacere di stare insieme e di cantare insieme le canzoni di Faber: c’è questo e c’è anche altro nella prima parte del documentario di Gianfranco Cabiddu, nella seconda invece c’è la registrazione del concerto dell’artista genovese al Teatro Brancaccio di Roma, nel febbraio 1998.
Un viaggio ricco di musica, di parole e di emozioni: come già detto, al cinema solo il 27 e il 28 maggio, per saperne di più www.spaziocinema.info/eventi-rassegne/faber

Youth – La giovinezza, regia di Paolo Sorrentino

  1. Youth_04472_picture-by-Gianni-FioritoUn direttore d’orchestra e compositore che non ha più voglia di dirigere e comporre (Michael Caine: sublime) e un regista incapace di girare il suo film testamento (Harvey Heitel: sublime pure lui), entrambi sugli ottanta e tra l’altro consuoceri, si ritrovano in un lussuoso sanatorio ai piedi delle montagne svizzere e si fanno domande, si palleggiano dubbi, riassumono le loro vite, osservano quelle degli altri ospiti.
    La memoria, il passato, il presente, il futuro, i ricordi, il Tempo – il tanto tempo dei giovani, il poco tempo dei vecchi – i rapporti tra padri e figli, l’amicizia, i sogni, la nostalgia, il male di vivere, i rimpianti, i sentimenti, i risentimenti: c’è tutto questo e c’è molto altro in Youth – La giovinezza dove Paolo Sorrentino mescola di continuo immagini, dialoghi, battute, disperazione, leggerezza, luoghi, simboli, corpi giovani, corpi consumati, paesaggi e musica e dove ciascuno di noi può (ri)vedere la propria vita e la propria storia.
    Da vedere, e da tornare a rivedere per riassaporarlo ancora e meglio, se possibile nell’edizione in inglese.

Fondazione Prada: Roman Polanski: My Inspirations

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Alle 18.30 c’è il documentario Roman Polanski: My Inspirations di Laurent Bouzereau dove il regista si racconta attraverso i film della sua vita, a seguire c’è un film ispiratore (in programma Ladri di biciclette, 8 e mezzo, Quarto Potere), poi un suo film (quindici titoli, tra i quali: Repulsion, Per favore, non mordermi sul collo, Rosemary’s Baby, Luna di fiele): inizia venerdì 22 maggio e prosegue fino al 25 luglio nella comodissima sala cinematografica della Fondazione Prada la rassegna dedicata a Roman Polanski, è tutto gratis – ma è necessario prenotarsi – e tutte le informazioni nonché il calendario completo delle proiezioni e le indicazioni per arrivare in largo Isarco 2 sono sul sito www.fondazioneprada.org

Pap test gratuito al Consultorio Familiare Luisa Riva

Bella notizia: il Consultorio Familiare Luisa Riva – che si occupa di problematiche femminili e familiari all’interno dell’Associazione Donna&Madre Onlus – riapre ristrutturato e rinnovato e festeggia dando la possibilità di fare un pap test gratuito dal prossimo 3 giugno e per tutto il mese di giugno (il martedì dalle 16.30 alle 19 e il mercoledì dalle 9.30 alle 13.30). 
In via Ascanio Sforza 75, Milano, per saperne di più: www.doema.it
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Spazio Oberdan: Trento Film Festival

non_ti_faro_aspettare_66603I lungometraggi, i cortometraggi, i documentari, i registi, i libri, gli autori ma soprattutto lei, la montagna: è iniziata ieri la sesta edizione del Trento Film Festival a Milano, la rassegna – organizzata dalla Cineteca italiana a Spazio Oberdan, in viale Vittorio Veneto 2 – che porta in città una selezione delle opere presentate a Trento giusto qualche settimana fa.
Stasera, dopo la presentazione del libro Non ti farò aspettare di Nives Meroi (presente in sala) seguita da The Frozen Titans (si inizia alle 19), sarà proiettato Eyelid + Perdutamente Cerro Torre – da Cesare Maestri a Casimiro Ferrari, per conoscere tutti gli appuntamenti dei prossimi giorni basta andare su www.cinetecamilano.it

Lunedì 11 maggio al cinema Mexico: Let’s go, regia di Antonietta De Lillo

let-s-go1-700x357Luca Musella – proveniente dalla buona borghesia napoletana – negli anni Ottanta era un fotografo famoso e i suoi scatti erano pubblicati sui maggiori giornali. Poi – vuoi per la crisi economica vuoi per alcune vicende della vita andate per il verso storto – Musella si è ritrovato ad abitare a Milano in un sottoscala, senza più lavoro e abbandonato dalla famiglia, vivendo da extracomunitario tra gli extracomunitari, inventandosi ogni mattina la giornata con pochi euro ma – quasi un controcanto – con un’impagabile libertà, senza perdere la speranza e la dignità, perché let’s go, andiamo avanti, appunto.

Storia di un nuovo povero, potrebbe sintetizzarsi così il documentario di Antonietta De Lillo condotto con stile molto partecipe, molto misurato e molto preciso dove Luca Musella è autore dei testi – letti da Roberto De Francesco – nonché operatore e dove soprattutto Luca Musella potrebbe essere tanti di noi.

Appuntamento lunedì 11 maggio alle ore 21.30 al cinema Mexico in via Savona 57, per saperne di più: www.cinemamexico.it

Forza maggiore, regia di Ruben Östlund

forza-maggiore-700x357Dalla Svezia alle Alpi francesi, per una settimana bianca sugli sci: il paesaggio è perfetto, la neve è perfetta, e perfetta è anche la famiglia in vacanza – composta da Tomas, Ebba e i loro due figlioletti –.
Ma una valanga che pare volersi abbattere sulla terrazza del ristorante dove la famiglia si sta rifocillando tra una discesa e l’altra manda in frantumi tanta e solo apparente perfezione: Tomas se la dà a gambe levate, pensando a salvare solo se stesso, mentre Ebba resta a proteggere i figli.
Falso allarme, la valanga era una grande nuvola di nevischio, stanno tutti bene, ma la famiglia perfetta va a pezzi – rivelando le sue crepe – e Östlund indaga e si interroga sul senso di responsabilità, sull’autorità paterna, sull’egoismo, sulla gestione di panico e paure e sulle debolezze e le fragilità dell’essere umano equilibrando e dosando alla perfezione toni drammatici e momenti di leggerezza e di divertimento, soprattutto quando entrano in scena due amici della coppia.
Intanto, inevitabilmente, la valanga avvolge anche la sala e tra gli spettatori serpeggia la domanda: e io in una situazione analoga che farei?

 

“Café de flore” e omaggio a Jean-Marc Vallée

DallasBuyersClubIl premiatissimo Dallas Buyers Club lo abbiamo visto e amato più o meno un anno fa, Wild è uscito da noi nei mesi scorsi, anche C.R.A.Z.Y. è un titolo noto, al contrario di Café de flore e The Young Victoria, mai distribuiti in Italia: ed è proprio attorno all’anteprima di Café de flore – sul dolore di due separazioni, in tempi lontani e in luoghi diversi – che ruota la retrospettiva dedicata al regista canadese e ai suoi film che prediligono vite e storie mai facili.
Dal 12 al 17 maggio a Spazio Oberdan in viale Vittorio Veneto 2, per il calendario completo e altre notizie: www.cinetecamilano.it

Run all night – Una notte per sopravvivere, regia di Jaume Collet-Serra

run-all-night-liam-neesonL’ ex killer Jimmy Conlon – con una lista di omicidi molto lunga – se la passa parecchio male e cerca di seppellire i sensi di colpa nell’alcool. Oltre un poliziotto che gli sta alle calcagna, gli resta soltanto un amico, Shawn Maguire, un boss del malaffare che però dopo la morte del figlio gli giura vendetta mettendo in pericolo la vita di Mike – il figlio di Jimmy desideroso solo di vivere nelle regole e di starsene lontano dal padre –. Jimmy non ha scelta e riprende in mano la pistola per riprendere a uccidere, mentre la notte scende e avvolge New York…

Riecco Liam Neeson, rieccolo in versione sterminatore in cerca di riscatto, rieccolo diretto dal regista spagnolo Collet-Serra in un film molto convenzionale e molto banale in equilibrio tra azione, violenza e drammi & legami familiari che comunque si fa vedere e seguire non tanto per la prevedibile storia quanto per il ritmo frenetico e adrenalinico che non dà tregua e non lascia spazio alla noia.

Ritorno al Marigold Hotel, regia di John Madden

BG_The%20Second%20Best%20Exotic%20Marigold%20Hotel%202014%20movie%20Still%202Neppure Marigold Hotel era chissà cosa ma con un cast così stellare (Maggie Smith, Judy Dench, Billy Nighy e la lista continua: tutti splendidi e con le loro belle rughe) e un’idea così ammiccante – un gruppo di anziani affitta un albergo in India e si riadatta alla vita – il film era una commedia senile piacevole che funzionava benissimo.

Il cast di eccellenze ritorna al Marigold al (quasi) completo e illumina di classe e bravura una storia pressoché inesistente, sfilacciata, piatta e di scarso interesse, eccetto qualche buona battuta, che gira abbastanza a vuoto per due ore e passa attorno all’organizzazione di un matrimonio indiano, all’espansione dell’hotel, all’arrivo di un ispettore alberghiero in incognito – ed ecco l’ospite speciale Richard Gere, magnifico sessantacinquenne un po’ spaesato ma comunque sorridente – nonché ai desideri e ai palpiti sempre vivi e vegeti dei pensionati inglesi.

Belli comunque gli abiti di signore e signori, belle le stole multicolori, e belli anche i grandi orecchini e le luminose collane.

Dal 4 al 10 maggio, in luoghi vari: Festival Cinema Africano, d’Asia e America Latina

taxiSessanta film – con tante prime nazionali, alcune prime europee e una prima mondiale – a loro volta suddivisi in varie sezioni, tre mostre, gli ospiti, gli incontri, gli Eventi Speciali, lo Spazio Scuola e lo Spazio Università, il workshop, le rassegne dopofestival: ci siamo quasi, lunedì 4 maggio inizia la 25esima edizione del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina e il programma – ricco, gustoso, invitante e articolato – va studiato con attenzione per potersi organizzare bene (ecco il sito: www.festivalcinemaafricano.org).

Si parte già con un appuntamento coi fiocchi: difatti si parte con Taxi Teheran di Jafar Panahi, vincitore dell’Orso d’Orso alla Berlinale 2015.

Ricapitolando: dal 4 al 10 maggio tra Auditorium San Fedele, Cinema Beltrade, Mudec – Museo delle Culture, Spazio Oberdan e Institut Français Milano.

Museo Interattivo del Cinema: Omaggio a Manoel de Oliveira

party-655x350Il regista portoghese è scomparso a 106 anni lo scorso 2 aprile, la Cineteca Italiana lo ricorda con una retrospettiva di quindici film che ne ripercorrono la carriera artistica a partire dagli anni novanta attraverso le tematiche, i linguaggi, i silenzi, molto presenti in tanti dei suoi film.

Si inizia martedì 5 maggio con I misteri del convento, tra i titoli in programma ci sono Party, Un film parlato, La lettera, Bella sempre e ancora La valle del peccato, si va avanti fino al 31 maggio, il Museo Interattivo del Cinema è in viale Fulvio Testi 121, per il calendario completo e altre notizie www.cinetecamilano.it

Dal National Theatre di Londra: Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte

cane1Continuano gli spettacoli dal celebre teatro londinese, continuano con la messinscena del romanzo di Mark Haddon, adattato per il palcoscenico da Simon Stephen, diretto da Marianne Elliott e dove il sorprendente Luke Treadaway interpreta Christopher Boone, un ragazzo di 15 anni affetto da una forma di autismo che attraverso le indagini per scoprire chi ha ucciso il cane della vicina di casa passerà nel mondo dei grandi affrontando e superando fobie e paure.

Appuntamento martedì 5 maggio all’Odeon e in una selezione di sale e venerdì 8 all’Arcobaleno, per conoscere l’elenco completo e per altre informazioni: www.nexodigital.it

Samba, regia di Eric Toledano e Olivier Nakache

sambaAlice – dirigente d’azienda in congedo per stress – cerca di riprendersi impegnandosi nel volontariato, Samba – senegalese clandestino in attesa del permesso di soggiorno – lavora come lavapiatti.

Alice e Samba si incontrano in un centro di accoglienza di Parigi, si comprendono, empatizzano, si aiutano a vicenda, si piacciono.

Tornano i due registi di Quasi amici, tornano con un’altra commedia sociale sull’incontro tra gli opposti molto uguale alla precedente dove Charlotte Gainsbourg/Alice sta a François Cluzet e Omar Sy/Samba sta ancora a Omar Sy e dove all’amicizia tra l’aristocratico e il badante nero subentra l’amore tra la borghese e l’immigrato. Ma se Quasi amici filava come un treno e funzionava benissimo Samba arranca, di ritmo ne ha poco, è lungo – o meglio: allungato – e non appassiona più di tanto.

Short Skin, regia di Duccio Chiarini

Short-Skin-480x320Edoardo ha quasi diciotto anni, e ama da sempre Bianca – che incontra solo d’estate, in Versilia, dove è ambientata la storia -. Ma Edoardo ha un segreto molto intimo, è afflitto da una malformazione al prepuzio che gli impedisce una vita sessuale regolare e gli crea seri problemi nelle relazioni. Ecco, ritrovarsi tra le mani un tema così delicato e cadere nella volgarità era facile, invece Duccio Chiarini segue i tormenti e le paure di Edoardo, il suo percorso di crescita, le dinamiche dell’adolescenza nonché la confusione degli adulti con gusto e garbo e con una tenerezza e una leggerezza coinvolgenti e toccanti merito anche del protagonista (Matteo Creatini), dei personaggi di contorno (tutti scritti bene e interpretati altrettanto) e poi coinvolge e ci si affeziona pure all’ambientazione, in Versilia, come si diceva.

Insomma Short Skin è un’opera prima italiana da non lasciarsi scappare.

Sarà il mio tipo? Regia di Lucas Belvaux

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Clément è un tipo tanto sofisticato quanto controllato, legge Kant e Dostoevskij, frequenta i vernissage, insegna filosofia a Parigi e viene trasferito – moltissimo suo malgrado – al Nord, nella tranquilla Arras. Jennifer ad Arras ci è nata e ci vive, ha un bambino, fa la parrucchiera, è estroversa, sprizza gioia di vivere, semplicità ed esuberanza, legge libri rosa e giornali gossipari, adora andare al karaoke con le amiche e soprattutto crede nell’amore.
Un giorno Clément va a tagliarsi i capelli nel negozio dove lavora Jennifer, dopo un paio di uscite i due iniziano a desiderarsi e a influenzarsi a vicenda ma le diversità di classe, di gusti, di letture, di modi di vivere, di sentire, di amare, e di soffrire incombono sulla strana coppia.
Arriva dalla Francia – ed è francesissima – questa incantevole commedia con una sceneggiatura a cinque stelle che non sbaglia un tono né una sfumatura né il finale e con due attori (Emilie Dequenne e Loїc Corbery) semplicemente perfetti.

Le vacanze del piccolo Nicolas, regia di Laurent Tirard

nicholasLa scuola è finita, ecco l’estate, riecco Nicolas e le sue vacanze con i genitori e la nonna impicciona. Niente montagna, quest’anno si va al mare dove il bambino fa amicizia con altri coetanei diversamente vivaci e birbanti e conosce una bambina con le treccine e lo sguardo spiritato che in futuro sarà costretto a sposare. Il tutto mentre papà guarda il fondoschiena di una biondissima straniera e la mamma conquista suo malgrado un produttore italiano cialtrone e molesto che imperversa sulla spiaggia.
Pensate che il film sia rivolto soltanto ai bambini e vietato agli adulti?
Non c’è nulla di più sbagliato, “Le vacanze del piccolo Nicolas” è un piccolo gioiello adatto a tutti che brilla per i personaggi, i loro interpreti (Kad Mérad, Valerie Lemércier, Luca Zingaretti) e l’ambientazione Anni Sessanta con i colori, i costumi, le atmosfere, le insegne, e i sapori di tempi ormai lontani.