Archivio dell'autore: Ilaria d'Andria

Fino al 6 gennaio al Mic: Grandi Cartoni animati di oggi

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Mia e il Migù di Jacques-Rémy Girerd, Inside Out di Pete Docter, Iqbal. Bambini senza paura di Michel Fuzellier e Babak Payami e ancora Minions di Pierre Coffin e Kyle Balda: continua fino al giorno della Befana al Museo Interattivo del cinema (viale Fulvio Testi 121) la rassegna di quattro film animati usciti negli ultimi mesi, amatissimi dai bambini ma non solo.

Appuntamento domani alle 15 con Inside Out e le cinque principali emozioni dell’undicenne Riley, sabato 2 gennaio – sempre alle 15 – proiezione di Iqbal. Bambini senza paura dove il protagonista è Iqbal Masih, un bambino pakistano simbolo della battaglia contro lo sfruttamento del lavoro minorile, per il calendario completo e altre notizie www.cinetecamilano.it

Il ponte delle spie, regia di Steven Spielberg

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Riecco Steven Spielberg, rieccolo in forma strepitosa con un film classico di genere spionistico – è ambientato durante la Guerra Fredda, alla fine degli anni Cinquanta – dove si racconta la vicenda ispirata a fatti veri dell’avvocato assicurativo James Donovan – all’apparenza inadeguato, soltanto in apparenza – che si assume l’indifendibile difesa di Rudolf Abel, accusato di essere una spia sovietica, e si batte per non farlo andare sulla sedia elettrica negoziando per la CIA il delicato scambio con due prigionieri americani che avverrà sul Ponte di Glienike, in Germania.

Film dall’impianto classico, si diceva all’inizio, film solenne, solido, potente e attualissimo che parla del presente guardando al passato e che attraverso un uomo comune e portatore di tutti i valori democratici riflette sulla democrazia americana – ecco perché gli Stati Uniti uscirono vincitori dalla Guerra Fredda – Il ponte delle spie è girato in una maniera stupenda – le inquadrature, l’ambientazione tra gli USA e la Berlino Est, le atmosfere plumbee, i costumi –, è co-sceneggiato dai fratelli Coen, ed è interpretato da un Tom Hanks in stato di grazia nel ruolo di Donovan, e quanto è bravo poi Mark Rylance, attore inglese di teatro, nei panni dell’agente russo Abel.

Che altro aggiungere, in sala in sala senza perdere tempo, ne uscirete contenti e soddisfatti.

Franny, regia di Andrew Renzi

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Metti che in macchina il passeggero seduto dietro inizi ad abbracciare e a distrarre il guidatore, il minimo che possa accadere è un incidente ed è quello che successe molti anni prima causando la morte di una coppia di cari amici di Franny, sessantenne molto ricco e molto filantropo che anni dopo per scontare i sensi di colpa pesanti come macigni – intanto l’uomo vive in una suite d’albergo, indossa vestiti stravaganti, porta capelli lunghi e barbona, guida macchine lussuose e consuma morfina – decide di prendersi cura della figlia dei defunti Olivia (Dakota Fanning) – intanto sposata e in attesa di un bambino – assumendo il marito medico Luke (Theo James) nell’ospedale pediatrico che finanzia, regalando loro una casa, insomma invadendone la vita nel tentativo di controllarla. Ovvio che il tutto avrà delle ripercussioni che si faranno sentire e che pure noi spettatori dovremo subire.

Ecco Franny del debuttante Andrew Renzi, riecco Richard Gere alle prese con un ruolo insolito in un film che vorrebbe essere tante cose – un melodramma, ma anche un thriller psicologico – e inseguire tante strade solo che le imbocca tutte senza arrivare in fondo a nessuna cosicché neppure Gere riesce a tenere vivo il nostro interesse né tantomeno la voglia di sapere dove andrà a parare la faccenda.

Dal 22 dicembre al 6 gennaio al Mic: Natale in Tibet

brad-pitt-sette-anni-in-tibetEsplorare, scoprire, conoscere la spiritualità buddista attraverso il cinema: ecco in sintesi il proposito della rassegna composta da un film (Sette anni in Tibet di Jean-Jacques Annaud con Brad Bitt) e quattro documentari (Figlie del Tibet di Bari Pearlman su un Monastero che ospita all’incirca trecento monache, Himalaya, il sentiero del cielo di Marianne Chaud sui monaci bambini nelle montagne dello Zanskar e Dalai Lama. Il quattordicesimo di Fujiro Mitsuishi sull’attuale Dalai Lama) in programma al Museo Interattivo del Cinema (viale Fulvio Testi 121) da martedì 22 dicembre a mercoledì 6 gennaio.

Per il cartellone completo e altre notizie www.cinetecamilano.it

Irrational Man, regia di Woody Allen

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Abe Lucas (Joaquin Phoenix) insegna filosofia in un college di provincia, è stanco, apatico, depresso e trasandato, beve di continuo – difatti ha una pancia enorme -, di continuo cita Kant e Kierkegaard e le donne gli cascano subito ai piedi, come la collega divorziata Rita (Parker Posey) e la luminosa e stimolante studentessa Jill (Emma Stone).

Una conversazione ascoltata per caso in un bar risveglia Abe dal suo letargo esistenziale, cambiandogli la visione della vita e ridandole un senso non vi dico come anche se probabilmente già lo sapete.

Dopo qualche incursione piena di leggerezza in altre epoche e in altre città (come Roma e Parigi) Woody Allen (da poco ottantenne: auguri!) ritorna alle amate tematiche serie – il sesso, la morte, l’etica, la morale… – ma in Irrational Man tutto resta abbastanza in superficie, i dialoghi non sono granché brillanti né arguti e non ci sono battute folgoranti, insomma per farla breve è come se il genio di Allen avesse messo il pilota automatico e nel frattempo fosse andato a fare altro, del resto ci sarà pure un motivo se a un certo punto – il film dura novantasei minuti – si inizia a guardare l’orologio…

Comunque un film di Woody Allen è sempre un film di Woody Allen, e vale la pena vederlo anche se sbiadito, sfocato, verboso e non all’altezza, per quanto mi riguarda sono uscita dalla sala con la voglia di rivedere Match Point.

20 dicembre al Cineclub Zarbo d’Essai: Il cinema ritrovato, ogni domenica un film da riscoprire

tournéeProgramma coi fiocchi quello di domenica 20 al Cineclub Zarbo d’Essai (via Gaetano De Castillia 9): oltreché la proiezione dell’ultimo film della stagione 2015 – che sarà Tournée, scritto, diretto e interpretato da Mathieu Amalric – la serata prevede il brindisi di Natale e un quiz di cinema con ricchi premi.

Appuntamento a partire dalle 20, la proiezione inizierà, come sempre, alle 21.15.

Si entra con tessera Arci più un contributo, per saperne di più scrivere a zarbodessai@tiscali.it  oppure telefonare al numero 347 2768735.

Dal 18 dicembre al 3 gennaio allo Spazio Oberdan: L’umanità di Milano

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E invece il proposito di L’umanità di Milano – da domani fino al 3 gennaio allo Spazio Oberdan (viale Vittorio Veneto 2) – è conoscere i lati poco noti ed evidenti, lontani dalle luci della ribalta e della moda di Milano.

Due i titoli in programma, eccoli: sono Ancora Vivi–Bar Boon Band di Massimo Fanelli – che racconta tutta una giornata della band musicale formata da senzatetto di base alla Stazione Centrale (suoneranno dopo ogni proiezione del film) – e Jannacci-Lo stradone del bagliore di Ranuccio Sodi, ritratto pieno di musica, di immagini e di parole del grande e indimenticato artista.

Per il calendario completo e altre notizie www.cinetecamilano.it

Perfect Day, regia di Fernando LEÓN de Aranoa

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1995, nei Balcani. Il conflitto si è da poco concluso e chi lavora in una Ong ha tante cose da sbrigare, tante e apparentemente semplici – come ritrovare il pallone di un bambino oppure una corda per tirare fuori da un pozzo il cadavere di un uomo, che se lasciato lì sotto potrebbe infettare l’acqua potabile – invece complicate e ostacolate da una burocrazia assurda.

Si può raccontare la guerra e le sue conseguenze con ironia? è possibile addentrarsi nella sua quotidianità con disincanto e sarcasmo senza sminuirne la crudeltà e senza creare disturbo? Sì, si può, è stato già fatto – e il pensiero vola a M.A.S.H. di Robert Altman – ed è la strada scelta dallo spagnolo Fernando Leόn De Aranoa in Perfect Day, il suo esordio in lingua inglese che racconta 24 ore di alcuni operatori umanitari.

Il film è scritto e girato bene, ed è recitato benissimo da Benicio Del Toro – oltreché bravo è infinitamente sexy e fascinoso nel ruolo di Mambrù, il responsabile di un gruppo di cooperanti internazionali – e da Tim Robbins – il veterano B. – che con le loro battute alleviano sì la tensione ma la tengono viva e palpabile, quasi che ridere fosse alla fine l’arma migliore.

Insomma, un film proprio godibile: in sala in sala…

14 e 15 dicembre al cinema: Dont’Crack Under Pressure, regia di Thierry Donard

NDG-dcup_LOCMi sono spesso chiesta che cosa spinga un uomo o una donna a intraprendere una disciplina sportiva rischiosissima e ad andare dall’altra parte del mondo in cerca – e in attesa – di condizioni estreme per oltrepassare l’impossibile e mettere a repentaglio la propria vita.

Dopo aver visto Dont’Crack Under Pressure – il documentario di Thierry Donard dedicato a surfisti, snowboarder, piloti con tuta alare e atleti di altre pericolose discipline sportive e girato con il team di trenta persone di La Nuit de la Glisse in condizioni meteo oltre i limiti – ho avuto delle risposte.

Al cinema soltanto lunedì 14 e martedì 15 dicembre, per conoscere l’elenco delle sale coinvolte e altre notizie www.nexodigital.it

 

 

Quel fantastico peggior anno della mia vita, regia di Alfonso Gomez-Rejon

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Greg – adolescente senza una briciola di autostima e incapace di relazionarsi che si diletta a girare assieme al coetaneo Earl brevi rifacimenti di classici del cinema, tipo Arancia meccanica e Fitzcarraldo – viene costretto da sua madre ad andare a trovare Rachel, una compagna di scuola malata di leucemia prossima alla morte. Attraverso quella frequentazione – all’inizio forzata e coltivata per compiacere mammà, poi cercata e inseguita – Greg comprende l’importanza e il valore unico dell’amicizia, svegliandosi finalmente dal suo torpore emotivo.

Tranquilli, sintetizzato così Quel fantastico peggior anno della mia vita può sembrare un altro film sul cancro indirizzato ai giovani, ricattatorio e lacrimoso – ricordiamone giusto uno: Colpa delle stelle -: e invece no, qui la materia è affrontata con toni ironici quasi gioiosi disarmanti ma niente affatto disturbanti (portate comunque i fazzoletti) che ne fanno un piccolo prezioso film da non lasciarsi sfuggire.

 

 

14 dicembre al Cineforum del Circolo: Il mattatore – Una serata dedicata a Vittorio Gassman

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Promette molto bene la serata di lunedì 14 al Cineforum del Circolo Familiare di Unità Proletaria (viale Monza 140), ecco il programma: si inizia alle 21 con la presentazione del libro di Roberto Bosio Mattatore, vita e parole di Vittorio Gassman (Edizioni Bradipolibri), a seguire proiezione del documentario di Giancarlo Scarchilli VITTORIO RACCONTA GASSMAN – Una vita da mattatore che racconta il lato umano e la vita professionale di Gassman attraverso materiali inediti, spezzoni vari e filmini familiari nonché attraverso le testimonianze di amici e colleghi e prima di tutto dello stesso Vittorio e del figlio Alessandro.

L’ingresso è gratuito, volendo si può mangiare qualcosa con La cucina del Popolo (nel caso prenotare al numero 339 8703833), comunque per saperne di più www.cineforumdelcircolo.it

Le ricette della Signora Toku, regia di Naomi Kawase

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Non è semplice – richiede calma, tempo e soprattutto passione – preparare a regola d’arte la marmellata di fagioli rossi e Sentaro – un ex galeotto demotivato e depresso che gestisce una panetteria che vende dorayaki, le frittelle farcite, appunto – ricorre a quella industriale, già pronta. Finché un giorno gli si presenta l’anziana e gentile Signora Toku per fargli provare la sua confettura di fagioli rossi e per collaborare con lui. I dorayaki cambiano sapore, i clienti si mettono in coda, gli affari volano, e attraverso la preparazione della marmellata di azuki (che vediamo, restandone incantati) Toku riesce a conquistare il cuore chiuso del ragazzo e ad aprirlo alla bellezza della vita e degli affetti. Ma il passato coi suoi terribili segreti e le sue ferite torna implacabile a bussare alla porta…

State tranquilli, Le ricette della Signora Toku non è un’ennesima variazione cinematografica sul cibo – di quelle insapori delle quali non ne possiamo più – ma un film sull’incontro di due anime – anzi tre: la terza è quella di Wakana, una problematica studentessa sempre in negozio – delicato e allo stesso tempo molto duro, profondo e intimo, un ottimo controcanto giapponese agli imminenti cinepanettoni.

Belle & Sebastien – L’avventura continua, regia di Christian Duguay

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Niente da fare, quando un film incassa, tempo qualche anno – alle volte pure prima – arriva il seguito, che quasi sempre delude.

Accade anche con Belle & Sebastien, dove – brevissimo ripasso – Belle è una splendente che più splendente pastora bianca dei Pirenei e Sebastien un ragazzino orfano cresciuto dal pastore César assieme alla nipote Angelina partita come partigiana alla fine del primo film.

Sono passati alcuni anni – la guerra è finita, siamo nel 1945 -, l’aereo militare che sta riportando Angelina a casa cade ai confini tra Italia e Francia ma Sebastien non crede che la ragazza sia morta e inizia a cercarla tra le montagne assieme alla sua fedele amica a quattro zampe. Le ricerche saranno lunghe, difficili e avventurose e il ragazzino farà anche una conoscenza sorprendente.

Che dire, è cambiato il regista, è cambiato pure il registro del film, c’è meno natura e più avventura e più azione – forse troppa -, ma si è persa la grande magia della prima parte, e se qualche anno fa sono uscita dalla sala con il desiderio di ritornare a vedere lo spettacolo successivo, questa volta non vedevo l’ora che il film finisse.

Però Belle è sempre una meraviglia e la si vorrebbe avere come amica, così tanto che le ho dedicato un ricco servizio fotografico.

Leone nel basilico, regia di Leone Pompucci

 

poA Roma, nel deserto di ferragosto.

Maria Celeste (Ida di Benedetto) ha suppergiù sessant’anni, è una vedova incattivita dal suo vissuto, è sofferente e solissima ma combattiva e vive in una casa di riposo dalla quale ogni tanto fugge – con un carrello della spesa – per andare a trovare il figlio, dice, in realtà va a vagare e spesso a sedersi su una panchina della stazione. Un giorno una giovane prostituta parecchio svitata  le molla tra le braccia Leone – il suo bambino di dieci mesi – per andarsi a fare un giro. Giulietta finisce sotto un tram e muore e Maria Celeste si ritrova neppure troppo suo malgrado a doversi occupare di quel pupo rimasto solo al mondo che avrà l’effetto di ricongiungerla alla vita.

Strano film il quarto film di Leone Pompucci, sgangherato, visionario, poetico e sovraccarico di riferimenti (l’elefante, ed è subito Fellini), di simbolismi e metafore, di musica e di ambizioni recitative – recitano tutti in modo enfatico e sopra le righe – ed estetiche, e se gli ingredienti fossero stati dosati, amalgamati, combinati e collegati meglio e con più misura ne sarebbe potuta venire fuori una bella e dolceamara favola metropolitana dei nostri tempi.

Insomma, Leone nel basilico poteva essere un film al quale volere molto bene, comunque Pompucci ha un’ idea personale di cinema e dimostra coraggio, quindi gli si vuole bene lo stesso.

 

11, 12 e 13 dicembre all’Unicredit Pavilion: Festival Internazionale del Documentario

cover_festivalIl documentario per raccontare la realtà, le sue trasformazioni e le sue evoluzioni, per indagare e riflettere sulla contemporaneità: inizia domani e prosegue fino a domenica 13 dicembre il Festival Internazionale del Documentario. Visioni dal Mondo – Immagini dalla Realtà che per questa sua prima edizione ha scelto i nuovissimi spazi dell’Unicredit Pavilion di piazza Gae Aulenti 10.

Il concorso italiano, le anteprime fuori concorso, l’omaggio a Rai cinema, la tavola rotonda, due Masterclass (con Gianni Amelio ed Erik Gandini, che presenteranno ciascuno un’opera in anteprima), le tematiche, i contenuti…: le tre giornate del Festival sono ricche di appuntamenti e proposte (tutto gratuito, si consiglia di presentarsi un quarto d’ora prima dell’inizio delle proiezioni mentre per le Masterclass e la Tavola rotonda bisogna accreditarsi su info@visionidalmondo.it) e la cosa migliore è studiarsi il programma su www.visionidalmondo.it

15 dicembre allo Spazio Oberdan: Cinema senza barriere

MIANuovo appuntamento martedì 15 dicembre allo Spazio Oberdan con Cinema senza barriere: il film scelto è il brasiliano E’ arrivata mia figlia di Anne Muylaert (ottima scelta) e potrà essere seguito dai non vedenti in cuffia a infrarossi (vanno prenotate al numero 02 87242114) e dai non udenti attraverso i sottotitoli.

Si inizia alle ore 20, la proiezione sarà introdotta dalla giornalista di Radio Popolare Barbara Sorrentini tradotta in LIS, l’ingresso è gratuito anche per gli accompagnatori, per saperne di più www.cinemasenzabarriere.it e www.cinetecamilano.it

Dal 16 dicembre al 6 gennaio: Jacques Audiard

saporeSarà Dheepan – Una nuova vita – Palma d’Oro all’ultimo Festival di Cannes – ad aprire mercoledì 16 dicembre allo Spazio Oberdan (viale Vittorio Veneto 2) la rassegna dedicata a Jacques Audiard, il regista francese che predilige raccontare storie, realtà e personaggi ai margini.

Il profeta, Un sapore di ruggine e ossa, Tutti i battiti del mio cuore, Sulle mia labbra, in programma ci sono tutti i film di Audiard, attenzione poi a due titoli mai distribuiti in Italia (presentati in versione originale coi sottotitoli in italiano), Regard les hommes tombes e Un Héros très discret. Per il calendario completo e altre notizie www.cinetecamilano.it