Quel fantastico peggior anno della mia vita, regia di Alfonso Gomez-Rejon

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Greg – adolescente senza una briciola di autostima e incapace di relazionarsi che si diletta a girare assieme al coetaneo Earl brevi rifacimenti di classici del cinema, tipo Arancia meccanica e Fitzcarraldo – viene costretto da sua madre ad andare a trovare Rachel, una compagna di scuola malata di leucemia prossima alla morte. Attraverso quella frequentazione – all’inizio forzata e coltivata per compiacere mammà, poi cercata e inseguita – Greg comprende l’importanza e il valore unico dell’amicizia, svegliandosi finalmente dal suo torpore emotivo.

Tranquilli, sintetizzato così Quel fantastico peggior anno della mia vita può sembrare un altro film sul cancro indirizzato ai giovani, ricattatorio e lacrimoso – ricordiamone giusto uno: Colpa delle stelle -: e invece no, qui la materia è affrontata con toni ironici quasi gioiosi disarmanti ma niente affatto disturbanti (portate comunque i fazzoletti) che ne fanno un piccolo prezioso film da non lasciarsi sfuggire.

 

 

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