Il ponte delle spie, regia di Steven Spielberg

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Riecco Steven Spielberg, rieccolo in forma strepitosa con un film classico di genere spionistico – è ambientato durante la Guerra Fredda, alla fine degli anni Cinquanta – dove si racconta la vicenda ispirata a fatti veri dell’avvocato assicurativo James Donovan – all’apparenza inadeguato, soltanto in apparenza – che si assume l’indifendibile difesa di Rudolf Abel, accusato di essere una spia sovietica, e si batte per non farlo andare sulla sedia elettrica negoziando per la CIA il delicato scambio con due prigionieri americani che avverrà sul Ponte di Glienike, in Germania.

Film dall’impianto classico, si diceva all’inizio, film solenne, solido, potente e attualissimo che parla del presente guardando al passato e che attraverso un uomo comune e portatore di tutti i valori democratici riflette sulla democrazia americana – ecco perché gli Stati Uniti uscirono vincitori dalla Guerra Fredda – Il ponte delle spie è girato in una maniera stupenda – le inquadrature, l’ambientazione tra gli USA e la Berlino Est, le atmosfere plumbee, i costumi –, è co-sceneggiato dai fratelli Coen, ed è interpretato da un Tom Hanks in stato di grazia nel ruolo di Donovan, e quanto è bravo poi Mark Rylance, attore inglese di teatro, nei panni dell’agente russo Abel.

Che altro aggiungere, in sala in sala senza perdere tempo, ne uscirete contenti e soddisfatti.

Un pensiero su “Il ponte delle spie, regia di Steven Spielberg

  1. pierfranco bianchetti

    ” Il Muro delle spie”
    Ve lo ricordate il bellissimo “La spia che venne dal freddo” diretto da Martin Ritt nel 1965 tratto dal romanzo omonimo di John Le Carrè con un grandissimo Richard Burton nei panni di un agente del controspionaggio britannico a Berlino?
    Leggetevi il libro e recuperate il film in dvd. Ne vale la pena. Un intrigo per mettere fuori uso il capo dell’ apparato d’ intelligence della Germania Est è raccontato con un’originalità davvero unica. Per non parlare del colpo di scena finale che ovviamente non vi riveleremo neanche sotto tortura! Eccezionale! Poi Burton è d’antologia con quel suo aspetto da spia delusa e intristita che ormai non crede più nei valori sociali, politici, morali e politici di entrambi gli schieramenti. E ancora, lo sapete cosa significa “la spia che venne dal freddo”? Ve lo dico io. Così si chiamavano gli agenti inviati in missione all’ estero (il freddo appunto), coloro che rischiavano di essere eliminati dall’apparato avversario. Quando rientravano in sede a Londra (se rientravano…) per ricoprire incarichi d’ ufficio smettevano di “avere freddo”…….E veniamo al film in questione davvero bello, intrigante, con un’ambientazione accurata. Mai viste sequenze così realistiche del Muro e della fuga di tutti coloro che nell’agosto 1961 e anche dopo decisero di passare dall’altra parte…. Grande Tom Hanks con il suo cappotto elegante e caldo di quell’epoca in mezzo al buio e al gelo di Berlino Est e come sempre un applauso da Steven Spielberg narratore principe del cinema americano e non solo. Una specie di Omero della cinepresa.
    Perciò questa volta ve lo dico anche io: “in sala in sala”……

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