Archivio dell'autore: Letizia Rittatore Vonwiller

Informazioni su Letizia Rittatore Vonwiller

Letizia Rittatore Vonwiller ha scritto e scrive per varie testate del gruppo Rizzoli (Io Donna, Casamica, Amica), occupandosi di attualità, arte, libri e bellezza. L'opportunità di lavorare per la bellezza le ha fatto scoprire un mondo affascinante. È convinta, come Dostoevskij, che "la bellezza salverà il mondo".

“Il mio quartiere”: Giambellino/Tortona – Luisa Toeschi

Luisa Toeschi Luisa Toeschi, Italia Nostra Milano Nord

Qual è il suo quartiere?
Giambellino/Via Savona

Il quartiere ha una sua identità precisa? E qual è?
Due anime che si stanno fondendo, quella popolare dell’inizio Novecento e quella residenziale dei nuovi abitanti, arrivati dopo le industrie.

Chi vi abita si riconosce in lui?
Sicuramente chi ci vive da tempo si riconosce nel quartiere, ma anche i nuovi abitanti che qui hanno scelto di venire (spesso lasciando abitazioni nel centro città) si stanno ben identificando con questo nuovo strano pezzo di Milano

Ha una storia, aneddoto, episodio interessante sul suo quartiere?
La storia di questo territorio è fortemente legata alla grande epopea industriale di Milano; è la zona della Riva Calzoni (qui sono stata fabbricate le turbine portate alla cascate del Niagara), qui vi erano la grande Osram, la Loro Parisini… sistema industriale in stretta connessione con la vicina area Ansaldo di via Tortona. Tutto fabbriche e operai… Ma non dimentichiamo che questo Giambellino è quello del “Ceruti Gino!” di Giorgio Gaber… ancora ci sono i commercianti che se lo ricordano quando passava con l’Ombretta Colli sulla vespa per venire al bar.

In questi ultimi anni il quartiere è cambiato molto?
Negli ultimi 12-10 anni l’asta finale di via Savona è totalmente mutata, dalle fabbriche sopra descritte… alcune trasformate, altre abbattute per nuovi edifici, è nata una città di 2.500 abitanti circa che abitano complessi residenziali pieni di aria e luce, non di lusso ma di belle e nuovissime architetture… con verde all’interno e nei parchi realizzati insieme a loro.. e accanto il Naviglio Grande di San Cristoforo!

Quali sono i difetti del quartiere? (rumore, movida, traffico, carenza di mezzi, troppi negozi)
Abbiamo una consistente presenza di zingari lungo la ferrovia che porta ad Abbiategrasso/Vigevano che vivono in situazioni tremende e girano poi nel quartiere di giorno e di notte…

Quali sono le cose belle?
Parto dalla chiesetta doppia di San Cristoforo, due chiese affiancate di cui la più antica è quella di sinistra, con abside affrescato. La chiesa di destra, detta Cappella Ducale, quattrocentesca, fu costruita per volontà di Gian Galeazzo Visconti. Poi abbiamo il Naviglio con la Canottieri Milano e la Canottieri Olona storica e deliziosa con le vecchie costruzioni e tanti giovani che arrivano per fare sport e canottaggio e tennis.

C’è un mercato e lei ci va?
Il mercato comunale di via Vespri Siciliani è molto carino, apprezzato e molto frequentato, ma il fatto più simpatico e rilevante del quartiere è la totale multietnicità commerciale: calzolaio cileno, panetterie peruviano, sarto tunisino, supermercati con ogni cosa (dall’ago all’elefante, come Harrods!) dei cinesi….

Il Comune di Milano, secondo lei, lavora bene per rendere migliore la città?
Ha lavorato e sta lavorando molto, anche in Giambellino sono stati fatti le corsie preferenziali del tram 14; ma noi naturalmente vogliamo ancora di più, come sempre e come è normale.

Ci sono aree verdi curate?
Il verde più curato è quello di piazza Napoli, poi ci sono i parchi di via Savona che fino ad oggi sono stati curati dai rispettivi condomini e molto bene…poi vedremo che cosa succederà quando passeranno (molto presto) alla cura del Comune, speriamo in bene….

C’è qualcosa che consiglierebbe al Comune per migliorare il suo quartiere?
Sistemare meglio i marciapiedi impedendo la sosta selvaggia e forse qualche vigilanza ulteriore verso la zona della ferrovia….

 

“Il mio quartiere”: De Angeli – Roberto Serafin

Roberto Serafin 2016

Roberto Serafin, giornalista

Qual è il suo quartiere?
De Angeli

Il quartiere ha una sua identità precisa? E qual è?
Residenziale, commerciale (in misura minore)

Chi vi abita si riconosce in lui?
Sicuramente chi ci vive si riconosce nel quartiere

Ha una storia, aneddoto, episodio interessante sul suo quartiere?
Un tempo di qui passava il tram Gamba de Legn diretto a Novara. Usciva sbuffando da un portone di corso Vercelli, attraversava piazza Piemonte e sferragliava per via Marghera. Sono tra i pochi che ancora se ne ricordano.

In questi ultimi anni il quartiere è cambiato molto?
Noto un aumento a dismisura di pizzerie, ristoranti etnici, gelaterie. Una dimensione ludico-golosa prima sconosciuta. Con inevitabili oceanici happy hour e movide.

Quali sono i difetti del quartiere? (rumore, movida, traffico, carenza di mezzi, troppi negozi)
Totale assenza della vigilanza municipale, ma questo è un male che riguarda tutta Milano.

Quali sono le cose belle?
Sicuramente la Casa di riposo “Giuseppe Verdi” con i suoi tesori, ma anche la biblioteca comunale di via Sacco sempre piena di giovani che studiano, di bambini che cercano libri, di adulti e anziani che sfogliano giornali seduti su comode poltrone.

C’è un mercato e lei ci va?
Il mercato comunale di piazza Wagner è anche un punto d’incontro per i cittadini del quartiere, un simpatico e frequentato “salotto”.

Il Comune di Milano, secondo lei, lavora bene per rendere migliore la città?
A rendere la città migliore siamo soprattutto noi cittadini che l’amiamo. Il Comune ci mette delle pezze qua e là.

Ci sono aree verdi curate?
Il cemento sicuramente abbonda, ma in piazza Sicilia e in via Pagano vi sono gradevoli spazi riservati ai bambini e non solo.

C’è qualcosa che consiglierebbe al Comune per migliorare il suo quartiere?
Rendere più vivibili i marciapiedi impedendo la sosta selvaggia con appropriate aiuole possibilmente fiorite. Ma vorrei poter fare di più.

r.serafin1@rin.it

 

Correre con le donne per le donne

SoloWomenRun, donne solidali in corsa a Milano, domenica 10 aprile 

imgres-1

L’esclusivo circuito di running solidale tutto al femminile SoloWomenRun, organizzato da 42K in collaborazione con Asd Bavisela, annuncia

il 10 aprile con la grande novità di Milano, nella splendida location del Parco Nord

Formula già collaudata con un percorso Challenge di 10 km riservato alle atlete ed uno aperto a tutte, denominato Open, di 5 km da completare correndo o passeggiando.

Le tariffe sono 12 euro per la Challenge e 10 per la Open.

Sarà possibile iscriversi online sui siti swr.it (di prossima attivazione) e su bavisela.it ma anche presso i SoloPoint di volta in volta attivati nelle città di riferimento delle singole tappe. La SoloWomenRun Challenge è abbinata ad Asi e potranno parteciparvi quindi tutte le tesserate Asi, Fidal, o altro Eps affiliato al Coni (obbligatorio in questo caso anche il tesseramento giornaliero Asi al costo di 5 euro) .

Iscrizione bambini: da 0 a 3 anni, siano maschi o femmine, possono partecipare gratuitamente (in marsupio, carrozzina o passeggino), dai 4 anni in su vengono accolte solo bambine, con iscrizione completa a 10 euro, per la quale ricevono il kit completo come gli adulti, maglia, pettorale e pacco gara, e usufruiscono di tutti i servizi al pari degli altri partecipanti.

Premi speciali in palio saranno assegnati alle donne che completeranno il circuito Challenge, mentre una classifica assoluta, con premi Diadora, sarà stilata per le prime cinque, concedendo lo scarto del risultato peggiore. Lo stesso sistema sarà applicato alle categorie, che saranno -30, 30-50 e +50.

In ogni tappa sarà possibile partecipare in gruppo (minimo 10 donne). I gruppi avranno visibilità sul web e sui social network del circuito e potranno ritirare in un’unica soluzione t-shirt, pettorali e pacchi gara.

Promozione speciale attivata per tutte le associazioni che si occupano di donne e che vogliono partecipare al circuito SoloWomenRun. Solo per queste realtà i pettorali della SoloWomenRun Open saranno disponibili alla tariffa di 8 euro  e le stesse associazioni potranno poi ricollocarli attraverso i rispettivi canali a partire da 10 euro. L’iscrizione con questa modalità si potrà effettuare fin d’ora, per tutte le tappe, versando l’importo sul conto corrente ASD Bavisela, IBAN IT02 A063 4002 2241 0000 0001 540 , e inviando una mail con i dati dell’associazione e la copia del bonifico avvenuto a info@42k.it. Ogni associazione che aderirà avrà ampia visibilità sui canali social SoloWomenRun e potrà anche proporre una storia, un caso o un progetto. Tutte le documentazioni pervenute saranno vagliate da una commissione, deputata a scegliere quello che sarà sostenuto con parte del ricavato dalle iscrizioni Open.

 

MILANO SOLOWOMENRUN

Come imparare a gestire i conflitti familiari

7 aprile 2016 ore 18.30, Casa dei Diritti, Via De Amicis 10
La Pratica Collaborativa nei conflitti familiari

Presenta l’incontro: Diana De Marchi, docente, ricercatrice
imgres

La Pratica Collaborativa è un metodo non contenzioso di risoluzione dei conflitti, in particolare in ambito familiare. È un metodo che mette al centro le persone e i loro interessi, consentendo di individuare soluzioni aderenti ai bisogni particolari di ogni famiglia o di ogni coppia.

È un percorso che permette di affrontare, in un clima di fiducia e trasparenza, tutti gli aspetti legati alla crisi familiare: quelli legali, ma anche quelli economici e quelli relazionali.

Parleranno anche i professionisti collaborativi Armando Cecatiello avvocato, Diego Cominardi Psicologo, Cristina Mordiglia avvocato

Seguirà ampio spazio per la discussione al fine di poter mettere tutti nelle condizioni di formulare eventuali domande a ciascun professionista

 

“Il mio quartiere”: Alberto Loro – Al Vigentino i polli più buoni di Milano

Alberto Loro

Alberto Loro, funzionario di banca e artista

Quale è il suo quartiere?
Corso Lodi – Vigentino da 30 anni

Il quartiere ha una sua identità precisa ? E qual è?
È in continua evoluzione, da quartiere periferico a semicentrale; l’avvento della metropolitana 3 ha modificato il ritmo e le distanze.

Chi vi abita vi si riconosce?
Siamo in fase di identità; prima abitato da operai e persone anziane, ora abitato da impiegati e stranieri. Comunque in buona integrazione.

Ha una storia, aneddoto, episodio interessante sul suo quartiere?
Forse il ritrovarsi davanti Giannasi, il sabato mattina a comperare i polli arrosto più buoni di Milano. Anche da lui i dipendenti sono di etnie differenti. Personalmente a me piace anche il suo impegno per donare l’incasso, una volta l’anno, a favore della ricerca sul cancro. Vecchio altruismo milanese.

In questi ultimi anni il quartiere è cambiato molto?
Corso Lodi è cambiata molto; sembra divisa in due. Una parte che vive la notte con ristoranti fusion, tipici, di tendenza e una parte che vive di giorno con piccoli negozi che hanno di tutto e sono ancora punti di riferimento per il quartiere. Mi riferisco ad alcune panetterie dove si deve prenotare il pane il giorno prima altrimenti non lo trovi ed auna piccola ferramenta che ha tutto.

Quali sono i difetti del quartiere? (rumore, movida, traffico)
Trovare parcheggio la sera, a volte, sembra una impresa titanica. E’ regolato da orari di palestre, di piscine comunali e scuole. Prendere il tram la mattina (il 24) è una esperienza sgradevole. Sempre pieno, nessun controllo. Gente sporca che non oblitera il biglietto, ma che si siede, che ha il telefonino e la stampella per chiedere la carità, ma che non compra il sapone. Eppure a Milano non manca l’acqua. Le palestre negli orari di punta che vanno dalle 18 alle 21,30 sono sempre strapiene. Chi le frequenta ci va perché vuole mantenersi in forma. La mattina generalmente pensionati attivissimi e simpatici. Si vive bene.

Quali sono le cose belle?
Bella? STREPITOSA! La Fondazione Prada. Da maggio dell’anno scorso ha dato smalto al quartiere. Un polo culturale unico. Una occasione per la città creata dal genio della coppia Bertelli-Prada. I privati mecenati milanesi. I visitatori affrontano a piedi il percorso che va da Piazzale Lodi alla Fondazione perché il progetto del Parco Scalo Romana non decolla. I soliti azzeccagarbugli politici. Seguirà il progetto Symbiosis. Del Gruppo Beni stabili- Del Vecchio. Luxottica. Il futuro. Chi comprerà in zona… vivrà meglio.

C’è un mercato e lei ci va?
Io posso andare solo al sabato. Multietnico. Si trova la frutta che non si può acquistare al supermercato. La frutta qui ha un sapore. Ci sono ancora i mercati rionali. Simpatici.

Il Comune di Milano, secondo lei, lavora bene per rendere migliore la città?
Pollice su per le piste ciclabili e il marciapiede centrale che hanno tolto il parcheggio selvaggio e degrado. Pollice giù per la mancanza di controllo per gli immobili. Si vedono scempi sulle facciate dei palazzi (chiusure balconi, costruzioni abusive sui terrazzi, scritte). Può il Comune di Milano delegare a una sola persona i controlli?????

C’è qualcosa che consiglierebbe al Comune per migliorare il suo quartiere?
Fare rispettare le regole. Si vivrebbe meglio. Manca il rispetto e il senso civico. Fare campagne incisive. Barcellona potrebbe essere un’idea da prendere come esempio. Ma ci vogliono persone illuminate non addormentate e piccole. Manca la generosità tipica del milanese per il bene comune. Educare! La parola che manca nel vocabolario attuale. Senso civico. Se non insegnato, non lo si trasmette.

Nel suo quartiere ci sono aree verdi e sono curate?
Lo scalo Romana, scalo ferroviario che serviva per il trasporto su binari. Ora in disuso, ci abita gente disperata; ci passa un treno ogni 20 minuti. Solo due binari, che potrebbero essere spostati vicino a viale Isonzo, per dare origine a un polmone verde. Un’opportunità naufragata per biechi interessi politici di chi non abita nel quartiere. La politica, intesa come sfruttamento, è un cancro. La politica, intesa come abbellimento e per il bene comune, è la guarigione. Combattiamo il cancro! Usciamo dall’angolo per vivere assieme. Sì a un polmone verde per fare vivere il quartiere; non si può pensare che il posto di ritrovo sia un triste Superstore.

Lei fa qualcosa per il suo quartiere? O le piacerebbe farlo?
Ho evidenziato più volte situazioni sgradevoli, spesso legate al deturpamento delle facciate, nel tentativo di rendere la vita migliore. Abituare al bello. Sembra non ci siano referenti; è qui che improvvisamente cala la nebbia su Milano. La Fondazione Prada, sotto questo punto di vista potrebbe aiutare, diventando un polo per educare. Mi piacerebbe essere in un programma che coinvolga in maniera intelligente il quartiere. La gente è più disponibile di quanto si pensi. A me piace l’arte e riuscire a trasmettere la mia passione sarebbe un onore.

Pasquetta: caccia al tesoro all’Orto Botanico di Brera

Lunedì 28 marzo: appuntamento imperdibile, per grandi e piccoli, a Pasquetta nei nei più bei Giardini visitabili d’Italia!
imgres
La Caccia al Tesoro Botanico di Brera, via F.lli Gabba 10, a Milano (14.00 e 15,30), ideata e organizzata dal network Grandi Giardini Italiani, è un’ottima occasione per far avvicinare i bambini al giardino ed alla natura, facendo loro scoprire e riconoscere in maniera giocosa – foglia per foglia – gli alberi e le piante presenti nei parchi. E quale occasione migliore del giorno di Pasquetta per una passeggiata ed una bella caccia botanica nei più bei Giardini visitabili d’Italia?
Mentre i più piccoli sono impegnati nella Caccia al Tesoro Botanico, per i genitori e tutti gli adulti vengono proposte visite guidate speciali alla scoperta dei giardini, con la possibilità di partecipare a degustazioni di vini o mostre d’arte in corso nei diversi Grandi Giardini Italiani.

Leggi tutti gli articoli in Brera.

“Il mio quartiere”: Porta Cicca, fra Duomo e Colonne – Maria Luisa Agnese

 

agnese-marialuisa

Maria Luisa Agnese, giornalista

Qual è il suo quartiere?
Abito in una strada dove passano i tram, in una specie di mansarda con tante piante e luce. Un quartiere vero, quasi a Porta Cicca (Porta Ticinese), con ancora negozi veri e artigiani, alle spalle delle case tradizionali e sontuose del Cappuccio, nel cuore della vecchissima Milano romana, a metà fra il Duomo e la movida delle Colonne di San Lorenzo, dei Navigli e del Ticinese.

Il quartiere ha una sua identità precisa? E qual è?
Molto pop e molto misto
, inciampi nei resti romani ma anche nei mille negozietti di tatuaggi e abiti vintage dove i giovani vengono a fare compere da Milano e dalle zone appena fuori. E poi ci sono i bar e baretti di nuova ma anche di vecchia generazione, come Cucchi, una fetta di Parigi incistata sulla cerchia dei Navigli, dove tutta ma proprio tutta Milano prima o poi si da appuntamento.

Chi vi abita si riconosce in lui?
Sì, secondo me molto più di quanto succeda a Brera, che è diventato algido e fighetto. Qui ci si mischia sul serio.

Ha una storia, aneddoto, episodio interessante sul suo quartiere?
Quando ormai più di vent’anni fa siamo venuti qui, abbiamo preso una casa di ringhiera che stavano ristrutturando. Mancavano solo i garage. Ma abbiamo dovuto aspettare quasi un anno prima di entrare: scavando per fare i garage, appunto, è venuto fuori uno spicchio di città romana: un pozzo, un grande frammento di pavimento a mosaico, vasi, anfore e resti a volontà. La sovrintendenza ha bloccato tutto, portato via anfore ecc, spolverato e trasportato al Museo dell’Arena il pavimento, lasciato lì il pozzo perché era impossibile estrarlo. In compenso ora c’è una insegna comunale che riassume tutte le tappe storiche del piccolo sito romano.

In questi ultimi anni il quartiere è cambiato molto?
Per fortuna a mio giudizio no, alcuni negozietti girano, altri resistono, ma non ci sono griffe. Proprio nella mia strada da quasi otto anni è arrivato il Centro Botanico, il terzo e più vasto negozio della minicatena aperto in città, paradiso del mangiar biologico, con angolo ristorante di cibi vegetariani, vegani e crudisti. Ma la zona che è cambiata di più e in meglio è la nuova rinata area della Darsena, viva a tutte le ore del giorno e con una luce nuova che le ha regalato tutta quell’acqua ritrovata.

Quali sono i difetti del quartiere? (rumore, movida, traffico, carenza di mezzi, troppi negozi)
A parte il traffico, per il resto è un quartiere cresciuto equilibratamente

Quali sono le cose belle?
Il percorso romano, il giardino dell’Arena, alle spalle del quale c’è una straordinaria meraviglia nascosta di Milano, il negozio-giardino-vivaio delle sorella Riva che ospita anche piccoli eventi speciali e che a primavera va proprio visitato, con una sosta sotto il grandissimo manto dell’ albero fiorito di rosa.

C’è un mercato e lei ci va?
Il grandissimo mercato di viale Papiniano, con annesso quello alimentare di sant’Agostino, il martedì e il sabato; più la mia adorata Esselunga mignon, sempre in Papiniano.

Il Comune di Milano, secondo lei, lavora bene per rendere migliore la città?
C’è un problema di traffico ancora e di lastroni che volano (a volte pericolosamente) nelle strade dove passa il tram. Mi sembra riuscita invece la sistemazione dell’area intorno alla Basilica di Sant’Ambrogio, la più suggestiva di Milano.

C’è qualcosa che consiglierebbe al Comune per migliorare il suo quartiere?
Data la delicatezza dell’area, ricca di resti romani, a cominciare dalle celebri colonne davanti alla Basilica di San Lorenzo, il Comune dovrebbe conservare e preservare di più. Probabilmente pedonalizzando o calmierando ulteriormente le auto, senza sottovalutare moto e motorini. Ma soprattutto sono aree da valorizzare con qualche intervento architettonico contemporaneo di segno forte che vada a mischiarsi con quelli del passato. Il parco delle Basiliche per esempio è diviso in due dalla cerchia dei Navigli. Le due metà si potrebbero ricongiungere con un piccolo ponte di vetro che le sorpassi, destinato ai pedoni. Interventi di questo tipo, non invasivi e di ricongiungimento di zone un tempo omogenee, sarebbero preziosi  in questa area per ricostruire una identità consolidata, con strumenti nuovi.

Nel suo quartiere ci sono aree verdi e sono curate?
Ci sono, come il parco delle Basiliche che abbiamo appena visto, sono abbastanza curate e anche molto sfruttate dalle persone: è una zona del centro piuttosto congestionata e bisognerebbe inventarsi qualche polmone verde in più.

Lei fai qualcosa per il suo quartiere? O le piacerebbe farlo?
Pochissimo, ma lo apprezzo tantissimo.

twitter  @maragnese

 

“Il mio quartiere”: Sempione, Champs-Elysées milanesi – Elena Bardin

 

Elena Bardin

Elena Bardin, torinese milanesizzata, consulente di marketing e comunicazione

Qual è il suo quartiere?
Sempione/Procaccini

Il quartiere ha una sua identità precisa? E qual è?
Ce l’aveva e l’ha un po’ persa. Il suo asse centrale è Corso Sempione con alberate antiche e imponenti (è un bene vincolato dalla Stato). Nato in età napoleonica per collegare Milano a Parigi, Corso Sempione sarebbe dovuto diventare una sorta di Champs-Elysées di Parigi (parte dall’Arco della Pace e dal bellissimo Parco Sempione e arriva fino a piazza Firenze). Ma, nonostante intorno al Corso siano stati costruiti edifici architettonicamente notevoli e nelle vie circostanti siano nate arterie commerciali, come via Procaccini, il degrado, di cui è oggetto da più di vent’anni, lo rende dimesso, una via di scorrimento, un po’ parcheggio un po’ discarica.

Chi vi abita si riconosce in lui?
Non particolarmente.

In questi ultimi anni il quartiere è cambiato molto?
Per nulla. A parte le due aree dove sono nate le fermate della nuova metropolitana lilla.

 Quali sono i difetti del quartiere? (rumore, movida, traffico, carenza di mezzi, troppi negozi)
La movida senz’altro, il traffico anche.

Quali sono le cose belle?
Le enormi piante del Corso e le aree verdi sottostanti, le case – alcune davvero belle – il fatto di avere un Parco Sempione molto vicino, il nuovo panorama che si è creato grazie ai grattacieli di City Life e il pullulare di negozi e negozietti, ristoranti, ecc. che rende il quartiere sempre animato.

C’è un mercato e lei ci va?
Il mercato di via Fauché, molto noto a Milano, ci vengono anche cittadini da altri quartieri, soprattutto il sabato. Io ci vado perché si trova di tutto e per la varietà di frutta e verdura fresca.

Il Comune di Milano, secondo lei, lavora bene per rendere migliore la città?
Sì, in questi ultimi anni molte zone di Milano sono state riqualificate, molte altre migliorate, c’è più verde, ci sono tante piste ciclabili, zone a 30 all’ora. Quindi, a parte un problema oggettivo di pulizia e manutenzione generale (viene pulito solo il centro città, la zona 1 per intenderci, tutto il resto no), Milano oggi è più bella.

C’è qualcosa che consiglierebbe al Comune per migliorare il suo quartiere?
Esiste già un progetto di riqualificazione di Corso Sempione che gli assessori Maran e Bisconti hanno cercato di realizzare in questi anni, ma, avendo la Giunta dato priorità ad altre zone, oggi mancano i finanziamenti che speriamo arrivino presto da Roma. Il progetto prevede di eliminare il parcheggio delle auto dalle alberate e di fare passeggiate pedonali e piste ciclabili, oltre al rifacimento dei marciapiedi e delle aree verdi. Il Corso così dovrebbe diventare il proseguimento del Parco Sempione e potrebbe essere molto più vissuto dagli abitanti del quartiere. Inoltre il Comune deve assolutamente trovare il modo e le risorse per rendere tutta la città – e Corso Sempione non fa eccezione – più pulita e curata. E’ davvero una priorità.

Nel suo quartiere ci sono aree verdi e sono curate?
Si, ci sono i Giardini Valentino Bompiani, vicino alla fermata metrò Pagano, il Parco Sempione e molte zone più piccole, adibite a verde, che sono abbastanza curate. Ad eccezione di Piazza Gramsci che è invece deturpata e piena di cemento.

Lei fa qualcosa per il suo quartiere? O le piacerebbe farlo?
Si sono entrata nel Comitato Percorso Sempione, la cui finalità è quella di affiancare l’Amministrazione comunale nel portare a compimento il progetto di riqualificazione di Corso Sempione. E sarei disponibile a fare molto di più. Purtroppo la vita nelle grandi città come Milano oggi è molto “spersonalizzata”, mentre io credo sarebbe molto bello che ci riappropriassimo, almeno un po’, della dimensione familiare dei quartieri di una volta.

 

 

“Il mio quartiere”: fra Pagano e Wagner – Cristina Castelli

foto Cristina Castelli

Cristina Castelli, docente di Psicologia del Ciclo di Vita all’Università Cattolica di Milano, direttrice del master “Relazione d’aiuto in contesti di sviluppo e cooperazione nazionali ed internazionali” e studiosa di Resilienza.

Qual è il suo quartiere?
Ruota attorno a varie piazze: Piemonte, Pagano, Baracca, Buonarroti, collegate a una via commerciale: corso Vercelli e al mercato di piazza Wagner.

Il quartiere ha una sua identità precisa? E qual è?
Dal punto di vista paesaggistico dominano case degli Anni 30/40; dal punto di vista degli abitanti è un misto tra borghese, con riferimento a chi vi abita, e commerciale, per chi viene soprattutto da fuori per gli acquisti il sabato e domenica

Chi vi abita si riconosce in lui?
Non credo

Ha una storia, aneddoto, episodio interessante sul suo quartiere?
Purtroppo solo ricordi tristi, legati alla morte di Luigi Calabresi, commissario ucciso il 17 maggio 1972, in via Cherubini (un cippo sempre con fiori lo ricorda)

In questi ultimi anni il quartiere è cambiato molto?
Non molto dal punto di vista edilizio ma si è arricchito culturalmente con il Teatro Nazionale rimodernato e le due grandi librerie Feltrinelli e Mondadori

Quali sono i difetti del quartiere? (rumore, movida, traffico, carenza di mezzi, troppi negozi)
Si sono persi i piccoli negozi dove conoscevi il proprietario/gestore e potevi parlare e confrontarti sugli articoli che comperavi. Ora ci sono solo grandi magazzini anonimi ( sono uguali corso Vercelli e corso Buenos Aires, nessuna identità, stessi marchi, stesse commesse, ecc.)

Quali sono le cose belle?
Ampie strade alberate, belle case, si cammina volentieri nelle serate primaverili mangiando un buon gelato (molte gelaterie simpatiche!). E’ soprattutto un quartiere tranquillo!!!

C’è un mercato e lei ci va?
Frequento il mercato di Piazza Wagner ed è una gioia!

Il Comune di Milano, secondo lei, lavora bene per rendere migliore la città?
Abbastanza, nel quartiere ha razionalizzato meglio i parcheggi

C’è qualcosa che consiglierebbe al Comune per migliorare il suo quartiere?
Affronterei il problema delle edicole, ormai chiuse e decadenti. O promuoverne di nuovo l’apertura magari ristrutturandole e facendo rivivere questo luogo d’incontri ( ai bambini piace andare all’edicola per comperare piccole cose!!) oppure abolirle completamente.

 Nel suo quartiere ci sono aree verdi e sono curate?
Si, negli ultimi anni: piazza Po, parco Pallavicino, vicino alla fermata del metrò a Pagano e piazza Giulio Cesare

Lei fai qualcosa per il suo quartiere? O le piacerebbe farlo?
Mi piacerebbe curare spazi/laboratori per l’infanzia.

 

 

“Il mio quartiere”: fra via Plinio e via Morgagni – Faustino Boioli

 

Faustino Boioli

Faustino Boioli, Medici Volontari Italiani Onlus

Qual è il suo quartiere?
Via Plinio/via Morgagni

Il quartiere ha una sua identità precisa? E qual è?
Sì: media borghesia: professionisti, commercianti… Pochi immigrati

Chi vi abita si riconosce in lui?
Sì, anche se il quartiere non ha forte personalità: è un quartiere “tranquillo”, con qualche stravaganza (ho una foto di 2 studentesse che prendono il sole su un tetto).

Ha una storia, aneddoto, episodio interessante sul suo quartiere?
Dieci anni fa è arrivato un pullman in piazza Lavater, all’inizio di via Morgagni: ha scaricato più o meno 70 persone e se ne è andato: uomini, donne, bambini… curdi, credevano di essere in Germania!!! Mezz’ora dopo c’erano già molti cittadini che hanno portato vestiti, coperte, viveri, dolci per i bambini…

In questi ultimi anni il quartiere è cambiato molto?
Direi di no: mantiene le sue caratteristiche essenziali. La novità è l’apertura di qualche ristorante etnico, e soprattutto “la bocciofila di via Morgagni”, una vera e bella bocciofila creata dal nulla e gestita da un gruppo di signori non giovanissimi: bocce, ma anche carte e… acqua frizzante del contiguo impianto comunale.

Quali sono i difetti del quartiere (rumore, movida, traffico, carenza di mezzi, troppi negozi)?Siamo forse un’isola felice a lato di corso Buenos Aires: ne godiamo i vantaggi, senza esserne travolti

Quali sono le cose belle?
La poco conosciuta Casa Museo Boschi Di Stefano, in via Giorgio Jan 15 (progetto dell’archietto Portalupi), una collezione unica, dal futurismo agli Anni 50, begli edifici d’epoca sparsi nel tessuto urbanistico. Non ci sono sconcezze edilizie e c’è il Grande Gillo Dorfles, che vediamo in giro da solo, a 105 anni.

 C’è un mercato e lei ci va?
In via Eustachi, il martedì, interessante per i formaggi e il pesce.

Il Comune di Milano, secondo lei, lavora bene per rendere migliore la città?
Direi di sì: ma ci vorrebbero più vigili a controllare il territorio. Meno multe per i divieti di sosta e molte di più per chi viola le regole della mobilità e i fracassoni.

C’è qualcosa che consiglierebbe al Comune per migliorare il suo quartiere?
Un po’ più di pulizia non guasterebbe, ma questo forse concerne direttamente anche i cittadini, compresi quelli “canini”.

Nel suo quartiere ci sono aree verdi e sono curate?
Via Morgagni è di fatto un parco “stradale”, con alberi magnifici (che andrebbero potati…), e con aiuole che andrebbero curate.

Lei fai qualcosa per il suo quartiere? O le piacerebbe farlo?
Faccio attività di volontariato: ma sono un “traditore” perché sono attivo in zona Padova.

 

 

Correre per una buona causa, sempre

3 aprile, Milano Marathon. Il Charity Program consente a tutti i partecipanti di correre la Europ Assistance Relay Marathon, gara non competitiva a squadre che affianca la maratona meneghina per il sesto anno consecutivo, in favore di una delle 65 organizzazioni non profit (ONP) partner, aiutandola così a raccogliere fondi da destinare a progetti di solidarietà.

imgres

NOVITA’: le iscrizioni alla Relay Marathon potranno essere effettuate solo ed esclusivamente tramite i 65 Charity Partner, in un’ottica di scelta consapevole del progetto solidale da supportare con i propri compagni. Inoltre, per la prima volta nella storia della maratona, i runner che desiderano prendere parte alla staffetta, ma non hanno ancora formato una squadra possono costruire il proprio team grazie alla piattaforma dedicata “find a team mate”, online dalla prossima settimana. Il portale è sviluppato in sinergia con adidas – sponsor tecnico della maratona – ed Europ Assistance, title sponsor della Relay Marathon.

Fondamentale per organizzare l’attività di raccolta fondi è il contributo di Rete del Dono, Il più grande portale di crowfunding e personal fundraising in Italia, che nel 2015 ha permesso di raccogliere oltre 300.000 euro attraverso il sito www.retedeldono.it. “

Chiara Bisconti, Assessora allo Sport e Tempo Libero del Comune di Milano, che ha rivolto un sentito ringraziamento a Fabrizio Cosi, anima e fondatore dei Podisti da Marte, scomparso improvvisamente lo scorso ottobre e premiato con l’Ambrogino d’Oro alla memoria: “Vogliamo rendere questa edizione di Milano Marathon una grande festa anche per Fabrizio. La nostra idea è di avvicinare sempre di più i cittadini alla corsa: obiettivo che si sposa in pieno con la filosofia del grande evento sportivo, che negli ultimi anni sta anche acquisendo un carattere internazionale, rivestendo la città di prestigio”.
Giuseppe Cambareri, Presidente dell’associazione di running milanese, ha proseguito: “In qualità di Charity Coordinator, il nostro compito è di supportare tutti i partecipanti con workshop, seminari gratuiti, suggerimenti e consigli. Quest’anno vogliamo che la staffetta solidale sia anche un momento di grande gioia per ricordare Fabrizio, così come avrebbe voluto”. Trabuio ha poi concluso: “Correre per una buona causa, sempre”: il motto che caratterizzava la vita del fondatore dei Podisti da Marte è diventato ormai anche quello di Milano Marathon”.

Per iscriversi alla Europ Assistance, la staffetta solidale di Milano Marathon, tramite uno dei 65 Charity Partner:www.milanomarathon.it/it/staffetta.

Leggi tutti gli articoli in Fiera.

#dialogaMi, Storytelling della città

Mercoledì 6 aprile, ore 20. Palazzina Liberty, Largo Marinai d’Italia
#dialogaMi, Storytelling della città, giovani esperienze della Milano multiculturale

Schermata 2016-03-19 alle 09.37.23

La Cordata, cooperativa sociale che da venti anni offre accoglienza e proposte di integrazione a: turisti, studenti, lavoratori, famiglie, stranieri, minori, madri sole con bambini, persone con disabilità, è l’ organizzatrice dell’evento e spiega:

“Non saremo noi a raccontare, a farlo saranno i ragazzi accolti in questi anni nelle Case Saltatempo. Negli ultimi tre anni abbiamo lavorato, insieme ad altre organizzazioni e in partnership con Pronto Intervento – Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Milano, ad un progetto molto ampio “Emergenze sostenibili” con l’obiettivo di rispondere all’“emergenza” relativa all’accoglienza di minori stranieri non accompagnati in forte crescita a Milano. Dal gestire l’emergenza siamo passati ad un modello d’integrazione.
Il progetto ha accolto complessivamente più di 500 minori (Cordata da sola più di un centinaio) e li ha accompagnati all’autonomia e all’integrazione sociale. Abbiamo lavorato sull’accoglienza diffusa, sul radicamento territoriale, sulla formazione, sul coinvolgimento delle persone, consapevoli che l’integrazione è un processo sociale che coinvolge necessariamente la comunità dei cittadini e degli abitanti di un quartiere e della nostra città. Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti. La maggior parte dei ragazzi ha trovato la propria strada e questo è l’importante. Un grande “grazie” a tutti gli operatori che a diverso titolo hanno collaborato affinché il progetto Case Saltatempo diventasse un luogo di opportunità reale di crescita e benessere per i “nostri” ragazzi.
L’integrazione però, non riguarda solo progetti di accoglienza delle persone migranti, anzi sappiamo bene che riguarda qualsiasi processo di inclusione sociale di persone e soggetti che vivono periodi più o meno lunghi, di fragilità personale e sociale. Lo sa bene Cordata che proprio su questo tema ha costruito la propria identità, la propria storia, la propria professionalità e quindi la propria offerta alla città.
Abbiamo sempre lavorato affinché i ghetti abitativi e sociali, lasciassero il posto alla creazione di comunità umane in relazione tra loro e coese. Continuiamo a credere che questa sia la strada giusta.
Ora siamo anche convinti che le nostre storie debbano essere raccontate e condivise. La serata del prossimo 6 Aprile è una di queste occasioni, ma ne seguiranno altre!

La Cordata
Leggi tutti gli articoli in Barona.

Al Corvetto Milano pulita

In collaborazione con un gruppo di pensionati del Corvetto che hanno promosso l’idea, con i commercianti e con Amsa, si tiene più pulito il quartiere. Anche alle persone che chiedono l’elemosina é stata offerta una scopa, per contribuire alle operazioni di pulizia nelle rispettive “postazioni”. L’idea é piaciuta all’Amsa e si può replicare.