Archivio dell'autore: Lina Sotis

Francesca Tranquilli

Forse il nome è un destino! Lei è bella, lei è giovane, lei è sobriamente entusiasta, lei ha 34 anni. Lei si chiama Francesca Tranquilli e lavora per Yoox, la cosa più moderna che c’è. A lei piacciono i Quartieri Tranquilli. A lei non piace che i giovani pensino che il lavoro si trova solo all’estero. Lei ha in mano tutti i nostri progetti. Francesca abbiamo bisogno di giovani come te.

E’ stata una serata emozionantissima, più di quanto tutti potessero pensare. Tutti coinvolti in una storia civile bella e generosa. Ieri sera la Corale polifonica nazariana, fondata e diretta dal magistrato penale Lucio Nardi e composta di magistrati, ha cantato nel Panottico di San Vittore per i detenuti e le detenute. Lucio Nardi era emozionantissimo. Gloria Manzelli, il direttore del carcere, anche. Le guardie carcerarie avevano il solito superlavoro, faceva anche molto caldo. Ma quando il coro della Corale polifonica ha iniziato a cantare, tutto è cambiato. E tutti si sono sentiti dentro una storia nuova e bella.

La prima dimostrazione l’hanno data i detenuti, con un applauso fortissimo, quasi da stadio. Bach, Mozart e Puccini hanno fatto il resto. Grazie Lucio, grazie Gloria. Grazie Renata, che mi hai fatto conoscere la realtà di San Vittore. E grazie alle mie nuove amiche: Dana, Mirna, Mariangela, Cinzia, Violeta, Patricia, Sabrina e tante altre.

Mercoledì alle cinque apro la Coppa Quartieri Tranquilli. Una coppa di calcio. Sono anche emozionata perché non ho mai fatto niente di simile. La Coppa Quartieri Tranquilli è stata voluta, creata, organizzata da Giovanni Pasculli, di Comunità Nuova, e Alessandro Cannavò, il figlio del fantastico Candido, direttore mitico della “Gazzetta dello Sport”. L’idea di fare una Coppa Quartieri Tranquilli è di Giovanni e Alessandro per rendere la città più sportiva, più allegra, più formativa per i suoi ragazzi. Domani il gioco comincia all’Arena. Chi vuol saperne di più si dia appuntamento lì alle cinque. In questo nostro spazio non posso raccontarvi tantissimo perché non lo so nemmeno io. Poi vi aggiorno. Grazie Giovanni, grazie Alessandro!

 

Premiazione all’Urban Center

martinotti

Il Premio Martinotti è stato consegnato il 21 maggio all’Urban Center. La giuria di Quartieri Tranquilli, tutta riunita, ha consegnato alle tre squadre vincitrici le borse di studio della Fondazione Cariplo. E’ andata proprio bene. I ragazzi erano felici, Eva Cantarella, la moglie di Guido Martinotti, commossa, l’assessore Franco d’Alfonso sembrava contento anche lui. Speriamo di sì, visto che dipende da lui se il premio diventerà annuale. GianGiacomo Schiavi, vicedirettore del “Corriere della Sera”, ha fatto un bellissimo discorso agli studenti spiegando che dalla prossima edizione spera in video che raccontino di più il quartiere. Meno interviste, più approfondimento giornalistico. Siamo tornati tutti a casa ed è arrivata la prima buona notizia: in platea avevano visto il video sull’ex Paolo Pini, Affori, ed erano rimasti conquistati dalle prime parole che dice all’inizio uno dei protagonisti del video: “A Milano piove, ma mi sembra che ci sia il sole”. Così commenta la città Stefano, uno degli ospiti del Paolo Pini. In tanta bellezza una annotazione personale: sono arrivata all’Urban Center senza voce, me l’aveva portata via una raucedine? Oppure, chissà, un po’ d’emozione? Dopo due giorni la voce è tornata, la felicità è rimasta. Idee, progetti, novità per i quartieri.

Riunione conclusiva alla Cariplo, che sponsorizza il Premio, per il concorso dedicato a Guido Martinotti, a cui partecipano le scuole di giornalismo della città. Un’organizzazione perfetta, curata da Bianca Locatelli e Dorina Perego. La giuria tutta riunita – Daniela Benelli, assessore Comune di Milano, Mario Boffi, UNI-Bicocca, Eva Cantarella, già docente UNI-Statale, Piero Colaprico, La Repubblica, Franco D’Alfonso, assessore Comune di Milano, Ezio Marra, UNI-Bicocca, GianGiacomo Schiavi, Corriere della Sera, Anna Maria Terafina, Comune di Milano, Francesca Zaiczyk, UNI-Bicocca, ed io – ha visionato quattordici video con acclusi scritti. Eravamo tutti sorpresi perché i video, più che sui quartieri, erano incentrati sul volontariato in un dato quartiere. Il prossimo anno speriamo in una più ricca ricerca urbana. In ogni modo, dopo lunghe discussioni, sia sui video sia sugli scritti, sono emersi i vincitori. Eravamo quasi tutti d’accordo. La premiazione, aperta al pubblico, sarà mercoledì 21 maggio alle 11 all’Urban center in Galleria Vittorio Emanuele. Fino ad allora, alta segretezza sui premiati. Posso però dire che Ezio Marra commenterà uno dei lavori perché è stato eseguito con mezzi meno tradizionali. Eva Cantarella, moglie di Guido Martinotti, era molto contenta di questo ricordo a Guido, che coinvolgerà le università anche nei prossimi anni. Grazie agli assessori e alla Cariplo. 

Dettaglio divertente di fine riunione: Daniela Benelli e Franco d’Alfonso, quando sono stati ringraziati, hanno sorriso e hanno detto: “A noi non ci ringrazia mai nessuno!”. In questo caso, grazie Comune. E soprattutto grazie Bianca Locatelli.

Piano City al Ca’ Bianca

pianoforte-cabianca

Milano è in musica per Piano City. Grandi esecutori, ma anche enfants prodiges. Come gli allievi giapponesi della pianista Aki Kuroda che, sabato alle 19, si esibiranno al Ca’ Bianca in un concerto di Chopin a otto mani. Da non perdere.

Leggi tutti gli articoli in Barona.

Meno nove, meno dieci, meno undici, meno dodici, meno tredici. Quattordici. Ore sedici. Cariplo, via Manin. Sala piccola, riservatissima alla giuria del Premio Martinotti, che deve visionare tutti i  lavori dei giovani giornalisti milanesi e premiare i primi tre. Ai premiati, una borsa di studio della Cariplo, la visibilità sul Corriere della Sera, Repubblica, Telelombardia. I ragazzi che frequentano i master di giornalismo cittadini, divisi in squadre, hanno lavorato nei vari quartieri scelti da loro per evidenziarne qualità, differenze, magagne e belle realtà. Parte dunque una sfida che si rinnoverà ogni anno. L’assessore D’Alfonso ha voluto infatti che il Premio Martinotti diventasse una tradizione della città che ci aiuterà a conoscerla e a viverla meglio. Nei Quartieri Tranquilli c’è molta emozione. Grazie a tutti quelli che ci hanno aiutato.

Il caffè sospeso invade Milano

“Vi informo che da oggi è ufficialmente iniziata la pratica del ‘caffè sospeso’ anche al bar di fianco alla chiesa di San Vincenzo in via Pisacane. Grazie Lina Sotis per questa bellissima idea.” Firmato Silvia Urso.

Questo è il bellissimo regalo ricevuto per Pasqua. Grazie Silvia. Non solo hai spalmato in un altro quartiere l’idea, nata dai Vicinidicasa, ma hai capito al volo che il caffè sospeso non è un’iniziativa che dura lo spazio di un Salone, ma un’idea gentile che dura nel tempo. Ti prego, continua ad aiutarci e spandi l’idea con amici e conoscenti.

Però, c’è anche una domanda. Vogliamo continuare a chiamarlo ‘sospeso’ come i napoletani o, da bravi milanesi, vogliamo inventarci un nome nuovo? Il caffè donato? Il caffè felice? Il caffè regalato? Il caffè…

Alla mia amica Alessandra, per esempio, la parola ‘sospeso’ piace tantissimo, perché in quella ‘sospensione’ si apre un varco la fantasia, l’immaginazione. La cosa importante è che questo caffè generoso invada la città e tutti abbiano voglia almeno una volta alla settimana di lasciare generosamente un caffè sospeso, donato, felice a chi verrà dopo.

In DITE LA VOSTRA scrivete la vostra proposta.

Approvato il progetto “Il vigile in farmacia”

Oggi giornata straordinaria per i Quartieri Tranquilli e i cittadini tutti. Le istituzioni ci sono! Riunione in Prefettura con il prefetto, il questore, il capo della Polizia, tanti generali dei Carabinieri,  e tutte le più alte cariche delle forze dell’ordine della città, dalla Guardia di Finanza ai Vigili del Fuoco. In più, due assessori fra cui quello al Volontariato. L’incontro era con Annarosa Racca, la presidente della FederFarma, per portare avanti il progetto “Il vigile in farmacia”. Dopo trenta minuti, in cui ognuno ha detto la sua, il progetto è stato approvato all’unanimità. Ovvero, dal 15 maggio ogni quartiere ospiterà in una delle sue farmacie, un vigile che sarà a disposizione dei cittadini per ascoltarli e aiutarli. Un vero successo per la città e un vero successo per le istituzioni, che si sono dimostrate veloci e protettive. Grazie Franco Tronca!

Caffè sospeso

caffe_sospeso_homepage

E se il Salone del Mobile, oltre a meraviglie economiche e tanta confusione, portasse anche amicizia? Sembra impossibile, ma potrebbe essere anche così. Dall’8 al 13 aprile l’associazione Vicinidicasa tenterà di far scoprire ai milanesi del Fuorisalone, nei quartieri di Tortona, di Brera e forse Lambrate e altri, una delle più antiche e cortesi tradizioni napoletane, il caffè sospeso. A Napoli, quando una persona era particolarmente allegra e di buon umore o aveva qualcosa da festeggiare, beveva – e ancora qualcuno lo fa – un caffè ma ne pagava due, l’altro per chi sarebbe venuto dopo. L’altro poteva essere un amico o uno sconosciuto. Un gesto gentile, da galantuomini e gran dame. L’idea è di Massimiliano Leiter, il fondatore di Vicinidicasa, associazione che tende a creare un vicinato amico e solidale.

 

Leggi tutti gli articoli in Brera.

Oggi è tutto nuovo. E anche un po’ frastornante. A noi sembra bello, ci stiamo ancora lavorando, vorremmo che il sito di Quartier Tranquilli diventasse una base di discussione per una città migliore. O se non migliore, almeno più amica. Poiché il caso non è mai casuale, è oggi che scoppia a Milano l’antica tradizione napoletana del Caffè sospeso. Prendi un caffè al bar e ne paghi un altro… per uno o una che potrebbe diventarti amico. Ma la cosa importante è una: fatevi venire in mente dei progetti, e partecipate. Il vostro deve diventare un quartiere tranquillo.

Ieri, merenda a San Vittore, per festeggiare Oltre gli occhi, il bimestrale scritto dalle ragazze della casa circondariale. Tutti commossi e un po’ emozionati. Le ragazze tantissimo, noi facevamo i duri, ma eravamo frolli di tenerezza. Era bello vedere Gloria, la direttrice, così contenta di come riusciva a cambiare la vita delle sue “ospiti” creando per loro delle possibilità di costruirsi una nuova vita. Perche’ il segreto è tutto lì: una casa di pena che rieduca è un luogo che fa del bene alla società. Il discorso è lungo, ieri abbiamo vissuto la parte più bella. Come erano buoni i biscotti! Grazie.

A Floralia c’è un banchetto di “vestiti felici”. Un vestito che fa felice una donna sola è un vestito stupido. Regalare, prestare, far girare gli abiti ha un significato molto meno frivolo di quello che sembra: significa condividere l’allegria. Abbiamo cercato per voi degli abiti felici, dei vestiti protagonisti in momenti di gioia. Una serata indimenticabile. Una grande soddisfazione.  Un voto inaspettato. Una dichiarazione inattesa. Una mano tesa …

Un vestito che fa felice una donna sola è un vestito stupido. Questi vestiti conoscono la felicità. Fatevi contagiare da questa allegria: prendeteli, indossateli, aspettate, gioite e ricominciate il giro…

 

Stamattina appuntamento alla Barona, esattamente a Barrio’s, il centro per giovani dove ne passano più di 60.000 l’anno, per la presentazione del progetto Quattrovie che don Gino Rigoldi, Gabriele Rabaiotti e gli Amici di Edoardo hanno studiato per dare ai ragazzi un futuro. E’ intervenuta per prima Rosela Milesi, mamma e presidente degli Amici di Edoardo, che parlando benissimo, anche se lei diceva di essere emozionata, ha dato cento notizie nuove su programmi futuri. Dalla platea, si è alzato Enrico Beccalli, bello, con coda di cavallo e lunghi capelli neri. Enrico pensava di essere un informatico, invece a Barrio’s ha scoperto il laboratorio di falegnameria. E’ contentissimo di aver intrapreso questo nuovo mestiere che giustamente gli sembra artistico e creativo. Il mio sogno è riuscire a sdoganare la parola “maestro” per poterla passare a tutti i ragazzi diplomati artigiani. Falegnami, idraulici, sarte, riparatori di bicicletta, se son bravi, tutti maestri.

Guido Martinotti era un uomo, un professore, un amico straordinario.  Il concorso, a lui dedicato, coinvolge tutte le scuole di giornalismo delle Università milanesi. Squadre di giovani studenti si divideranno a gruppi per raccontare la storia e l’identità dei vari quartieri meneghini.  Iscrivetevi al concorso per conoscere meglio Milano e per aiutarla a diventare sempre più accogliente e solidale. Se Guido leggesse queste righe si metterebbe a ridere… Guido ci manchi.

GORAN BREGOVIC, conoscete questo nome ? Per me è stata una rivelazione, grazie al VIDAS so chi è come canta e ho scoperto come può essere un teatro quando cominciano a ballare tutti gli spettatori e poi li seguono anche le sedie. Grazie al concerto del VIDAS, all’ Auditorium, ho sentito , per la prima volta Goran e la sua orchestra per matrimoni e funerali. E’ stata un’ esperienza assolutamente straordinaria! Si sono alzati tutti i ragazzi spettatori dai 16 ai 60 anni per ballare, ai lati della sala, gli altri hanno ballato seduti E’ stato straordinario, voglio solo risentirlo.

La buona notizia delle buone notizie

festa di beneficenza a san simplciano 1882

La buona notizia delle buone notizie, non costa niente in termini economici, ma è praticamente irrealizzabile in quelli psicologici.   Si hanno poche notizie di una società che protegga se stessa con il sorriso esteriore e interiore, ovvero quello stato d’animo, conciliante e protettivo, che consente di rapportarti agli altri  pensando soprattutto a loro e non solo a se stessi. Non conosciamo i nostri vicini di casa, abbiamo pochi punti di riferimento nel quartiere, ignoriamo gli altri e gli altri ignorano noi.  Non chiediamo aiuto e nessuno ci chiede aiuto.  Se questo succede diffidiamo o addirittura ci spaventiamo. La buona notizia delle buone notizie è affrontare la vita con quel  duplice sorriso, esteriore-interiore, che crea solidarietà, amicizia, sicurezza, simpatia.

La città è grande, rendiamola solidale, amica, sicura.

La città siamo noi. Cominciamo, da domani, a renderla più simpatica. Sorridi milanese, andrai molto più lontano:sicuro.  Questa buona notizia dipende da te, dipende da noi. Sorridi.

Sogniamo: Milano è divisa in quartieri, ogni quartiere ha la sua squadra di calcio, quasi tutti gli adolescenti partecipano alle partite, giocate all’Arena.  Un bel momento di condivisione sportiva,giovanile, che unisce la città. Ma la sorpresa più grande, per figli e genitori, arriva a fine campionato… Questa si spera sia la Coppa Quartieri Tranquilli che Giovanni Pasculli  sta organizzando, con generosità e maestria, per la città. Presentare questo progetto al Candido day è stato emozionante, conoscevo Candido e sono certa gli sarebbe piaciuto.  Grazie Alessandro, grazie Giovanni, grazie Alberto, Giuseppe, Paolo e tutti gli appassionati tifosi (anche di squadre diverse) che aiutano QT. Pensate quanta adrenalina, positiva, in giro per i quartieri.  Lo sport unisce e aiuta. Sognate.