Archivio dell'autore: Ilaria d'Andria

Zona d’ombra – Una scomoda verità, regia di Peter Landesman

zonaIspirandosi alla vicenda vera del neuropatologo nigeriano Bennet Omalu (Will Smith), Zona d’ombra – Una scomoda verità racconta la battaglia dell’integerrimo medico – ovviamente osteggiata dall’interessato e potente mondo del football americano, eccetto un medico dello sport (Alec Baldwin) prima connivente e in seguito pentitosi –  per rendere pubblica la scoperta dell’encefalopatia traumatica cronica che colpisce i giocatori oggetto di continui e violenti colpi alla testa.

La storia è bella tantopiù che è vera e offre spunti interessanti, peccato lo svolgimento non denoti grandi guizzi di originalità, trasudi retorica ed ecceda in luoghi comuni.

20 aprile al cinema Mexico: Borsalino City, regia di Enrica Viola

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Borsalino, eccone la storia: appuntamento questa sera al cinema Mexico con il documentario Borsalino City che in 78 minuti racconta la nascita – molti molti anni fa, ad Alessandria, grazie a un imprenditore venuto dal nulla, Giuseppe Borsalino -, l’affermazione e le vie del cinema di uno dei marchi più famosi del mondo, il cappello Borsalino.

Frammenti di film, immagini di repertorio, tante curiosità: appuntamento alle 19.30 in via Savona 57, la proiezione sarà accompagnata dalla regista Enrica Viola, per saperne di più: www.cinemamexico.it

 

Fino al 5 maggio allo Spazio Ligera: La voglia matta di fare cinema – Luciano Salce

salceE’ stato un attore di cinema, di teatro e di televisione, è stato regista e sceneggiatore, nei suoi film ha sottolineato con ironia pungente qualità e difetti dell’italiano medio. E’ molto mini ma ugualmente molto gradita la rassegna – a cura di Federico Riccardo Chendi – dedicata a Luciano Salce dallo Spazio Ligera (via Padova 133), i titoli in programma sono tre, eccoli: Il federale (questa sera alle 21.30), La voglia matta (il 27 aprile, stesso orario) e La cuccagna (giovedì 5 maggio, ancora alle 21.30), il biglietto costa due euro, per saperne di più www.ligera.it

28 aprile: Italia Loves Sicurezza

foto-gli-ultimi-saranno-ultimi-24-lowQuattro appuntamenti dislocati tra lo Spazio Oberdan e il Museo Interattivo del Cinema: comprende teatro e cinema il programma di giovedì 28 aprile, Giornata per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro, eccolo nei dettagli. Alle 17 allo Spazio Oberdan (viale Vittorio Veneto 2) andrà in scena <<IL VIRUS>> che ti salva la vita  – spettacolo teatrale per riflettere su salute e sicurezza attraverso musica, movimento, parole, video (alla fine aperitivo e massaggio per gli spettatori) -, al Museo Interattivo del Cinema (viale Fulvio Testi 121) invece a partire dalle ore 15 proiezioni (a ingresso gratuito) di Con il fiato sospeso di Costanza Quatriglio + Choose Life di Paul Katis, La legge del mercato di Stéfane Brizé e Gli ultimi saranno ultimi di Massimiliano Bruno.

Per saperne di più: www.cinetecamilano.it

Dal 20 al 23 aprile: I Boreali – Nordic Festival

borealiTorna per il secondo anno da mercoledì 20 a sabato 23 aprile I boreali – Nordic Festival, la manifestazione sulla cultura del Nord Europa, torna altrove – le sedi di questa edizione sono il Teatro Franco Parenti, l’Università degli Studi di Milano e l’Università Cattolica di Milano – con un calendario spalmato in quattro giorni ricco di letteratura, di libri, di musica, di cibo, di corsi e, ovviamente, di cinema.

Il primo appuntamento col cinema è per il 20 aprile alle 21.30 con l’anteprima di Victoria – una travagliata storia d’amore diretta da Torun Lian -, il 21 aprile proiezione di Paura e desiderio: L’altro cinema nordico con una bella selezione di cinema sperimentale al femminile e il 23 aprile proiezione di Miss Julie di Liv Ullmann, uscito in Italia qualche mese fa, per il programma completo del festival, informazioni sui biglietti e altro www.iboreali.com

 

 

19 e 20 aprile: Amleto, regia di Lyndsey Turner

 

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Solo due giorni, in una selezione di cinema: ci siamo quasi, martedì 19 e mercoledì 20 aprile arriva nelle sale Amleto del National Theatre londinese diretto da Lyndsey Turner e interpretato da Benedict Cumberbatch.

Tre ore e venti che volano e coinvolgono, un testo di William Shakespeare che ha quasi 400 anni e che non conosce il tempo che passa, per l’elenco delle sale e altre notizie: www.nexodigital.it

Dal 20 al 24 aprile allo Spazio Oberdan: Omaggio a Charlie Kaufman

anUscito a fine febbraio torna allo Spazio Oberdan (viale Vittorio Veneto 2) per quattro proiezioni spalmate tra il 20 e il 23 aprile Anomalisa, esordio di Charlie Kaufman alla regia di un film di animazione e la Cineteca coglie l’occasione per riproporre anche Synecdoche, New York, il suo precedente complessissimo nonché parecchio ostico film.

Per gli orari e altre notizie www.cinetecamilano.it

 

In tanti l’altra sera a Milano per “I bambini di Manina del Madagascar”

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Per cominciare: chi è Manina? Manina è Manina Consiglio, è un’insegnante difilosofia in pensione che nel 1997 scelse un’isola del Madagascar, di nome Nosy Be, per un periodo di vacanza. Ma le cose andarono un po’ diversamente, Manina si innamorò dell’isola e decise di viverci e di rendersi utile ai bambini del posto. Così è stato: nel 2001 ha creato la prima scuola materna gratuita Tsaiky Tsara (Bambini Buoni), nel 2004 ha ricevuto il titolo di Chevalier de l’Ordre National de la Republique de Madagascar e ha fondato l’ Associazione No profit I Bambini di Manina, in seguito diventata Onlus. E se nel 2001 la scuola era soltanto una, oggi le scuole sono all’incirca trecento e i bambini più di tredicimila, ci sono le scuole materne, le secondarie e vari tipi di Liceo.

Per concludere: Manina qualche sera fa non è riuscita a essere a Milano ma era come se ci fosse, e la serata organizzata per conoscere e sostenere i suoi progetti  è stata una serata affettuosa, calda, amichevole, colorata e allegra, in ogni modo chi vuole sapere tutto o qualcosa su I bambini di Manina del Madagascar può sfogliare il sito – eccolo: www.ibambinidimanina.net -, di sicuro ne riparleremo presto qui.

18 aprile all’ Anteo: anteprima di Sole alto, regia di Dalibor Matanic

soleTre storie diverse, ambientate in due villaggi bosniaci nell’arco di trent’anni (1991, 2001 e 2011), pertanto prima e dopo la guerra: com’è difficile amarsi e com’è facile odiarsi quando si appartiene a diverse etnie: Sole alto del regista croato Dalibor Matanic uscirà nelle sale giovedì 28 aprile ma lunedì 18 sarà possibile vederlo in anteprima (in edizione originale con sottotitoli in italiano) al cinema Anteo, in via Milazzo 9. Per avere i biglietti (gratuiti: due posti ciascuno) bisogna registrarsi su www.spaziocinema.info , la proiezione inizia alle ore 20 e sarà accompagnata da Tihana Lazovic – interprete femminile di tutte e tre le storie – e dal giornalista Mattia Carzaniga.

Les Souvenirs, regia di Jean-Paul Rouve

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Romain è un ragazzo sensibile di ventitré anni, ama la scrittura e vorrebbe fare lo scrittore, ha anche voglia di innamorarsi e di far innamorare. Romain è molto legato alla nonna paterna, rimasta vedova nella prima scena del film e subito dopo portata dai tre figli in una casa di riposo dalla quale scappa per inseguire i suoi ricordi. Ma Romain non si perde d’animo, la cerca, la trova e il viaggio in Normandia nel passato della donna dà una svolta alla sua vita.

Da ieri brilla nelle sale un piccolo gioiello, si chiama Les Souvenirs, arriva dalla Francia e parla del tempo che passa, dell’amore, e delle cose della vita e lo fa con malinconica leggerezza, infinito garbo e con quell’impareggiabile tocco francese: in sala in sala, un peccato perderlo.

 

Mistress America, regia di Noah Baumbach

miIn una New York vivace più di sempre si incontrano Tracy (Lola Kirke) – 18enne universitaria annoiata con aspirazioni letterarie – e Brooke – figlia 30enne del futuro marito di sua madre -, che gira come un trottola, vede gente, fa, pensa e soprattutto dice mille cose mentre in testa gliene frullano altrettante mille: ovvio che l’energia e il dinamismo di Brooke incantino e coinvolgano Tracy, peccato che tanta frenesia si riveli improduttiva e molto fine a se stessa.

Riecco Noah Baumbach, riecco Greta Gerwig dopo Francis Ha, ecco Mistress America dove ancora una volta il regista si sofferma sulle tematiche che gli stanno più a cuore – le fragilità della giovinezza, il passaggio all’età adulta, la ricerca di un posto nel mondo, gli incontri/scontri/identificazioni tra generazioni, il tradimento – e confeziona, sulla scia di Allen, un film verbosissimo – ottantaquattro minuti di chiacchiere senza sosta su vita e arte stancano parecchio – dal glamour dolente e più agro e malinconico che dolce con due interpreti molto brave.

 

Nemiche per la pelle, regia di Luca Lucini

nemicheFabiola è l’attuale moglie di Paolo, è una rampante agente immobiliare, si fascia dentro abiti attillati, cammina su tacchi vertiginosi, è parecchio scafata e crede che con i soldi si possa comprare e ottenere tutto, ma le sue umili origini e il suo essere ruspante fanno rima con genuinità. Lucia è stata la moglie di Paolo per otto anni, è di estrazione borghese, fa la psicologa degli animali ed è il contrario dell’altra, indossa solo fibre naturali, è ovviamente vegana, molto ansiosa e molto poco autentica. Insomma Fabiola e Lucia sono due donne – entrambe non hanno figli – diverse che più diverse accomunate però dallo stesso uomo – Paolo, appunto – che un giorno muore affidando in eredità a quella strana coppia – entrambe sono impreparate e del tutto incapaci però complementari proprio in quanto incompatibili – il bambino di sette anni avuto con una donna cinese.

Apriti cielo! Indovinate un po’ che succede? Non c’è neppure bisogno di anticiparlo tanto è prevedibile e previsto, la commedia si fonda quasi soltanto sui contrasti e le differenze tra le due donne (e le due attrici) sottolineati di continuo e a sfinimento (Gerini vince su Buy) e non sarebbe nulla se le due figure femminile non fossero ridotte a macchiette e la sceneggiatura non fosse così piena di luoghi comuni e di stereotipi.

Nulla di brillantissimo, Nemiche per la pelle è comunque vedibile e presto dimenticabile.

The Idol, regia di Hany Abu-Assad

idolC’è la guerra sulla striscia di Gaza ma devastazione e desolazione non tolgono ai bambini palestinesi la voglia di vivere e di sognare, infatti Mohammed, la sorella Nour e i loro amici cercano gli strumenti per mettere su una band musicale e a dispetto di quel che pensano gli adulti concretizzano il sogno che sarà dopo poco spento da un lutto. A distanza di anni Mohammed – ormai grande  – saputo dalla televisione che il talent show Arab Idol è alla ricerca di voci parte per Il Cairo per un provino, sfidando leggi e confini.

Tratto dalla storia vera di Mohammed Assaf – vincitore nel 2013 al concorso Arab Idol – The Idol è un racconto di riscatto su chi ha un sogno e riesce a realizzarlo – nonostante tutto e tutti – popolare e pieno di passione, costruito molto bene e interpretato da esordienti, difficile non fare il tifo e non restarne coinvolti.

 

 

Senza lasciare traccia, regia di Gianclaudio Cappai

tracciaBruno (Michele Riondino) è ammalato di una malattia che proviene da un abuso subito da bambino all’interno di una fornace e da allora vive col desiderio di vendicarsi, perché è soltanto dalla vendetta che può arrivare la guarigione. Quando sua moglie Elena (Valentina Cervi) – che fa la restauratrice – viene convocata per un lavoro in una chiesa vicino al luogo della violenza Bruno l’accompagna con un progetto ben definito in testa…

In equilibrio tra nero e thriller il film ha belle atmosfere parecchio inquietanti e sparge tanti simboli, peccato che la sceneggiatura e la costruzione della trama siano un po’ vacillanti, in ogni modo è il primo lungometraggio di Gianclaudio Cappai e le opere prime non sempre ma spesso vanno incoraggiate.

Senza lasciare traccia è in programmazione al cinema Beltrade (via Nino Oxilia 10) e venerdì 15 aprile il regista incontrerà il pubblico prima dello spettacolo delle 21.20, per saperne di più www.cinemabeltrade.net  

17 aprile alla Zotto Tango Academy: Un ultimo tango, regia di German Kral

 

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Qual è il posto più adatto alla proiezione di un film sul tango? Una scuola di tango, ovvio, appuntamento quindi domenica 17 aprile alle 20 alla Zotto Tango Academy (via Giacomo Watt 5/A) con l’anteprima di Un ultimo tango, il documentario (dal 18 poi nelle sale) prodotto da Wim Wenders che racconta la storia del ballo argentino attraverso le vite di Maria Nieves Rego e Juan Carlos Copes, i primi tangueros a portarlo dalle milongas di Buenos Aires ai teatri più famosi del mondo. Il film – che è pure una bella e lunghissima storia d’amore – sarà introdotto da Zotto e dal regista German Kral e – a partire dalle 19 – da una pratica di tango, per informazioni sui biglietti e tante altre notizie: www.zottostudios.com

Fino al 27 aprile allo Spazio Oberdan: Fiore del deserto, regia di Sherry Hormann

fioreWaris Dirie – che oggi è una modella di successo nonché ambasciatrice all’Onu per i diritti delle donne – è nata povera nel deserto somalo, e ha un passato di sottomissioni e violenza alle spalle: da oggi a mercoledì 27 aprile lo Spazio Oberdan propone Fiore del deserto, il film che racconta la storia di Waris, a interpretarla Liya Kebede.

In viale Vittorio Veneto 2, per il calendario delle proiezioni e altre notizie: www.cinetecamilano.it

17 aprile al Cineclub Zarbo d’Essai: il cinema ritrovato, ogni domenica un film da riscoprire

cop…E il film da riscoprire al Cineclub Zarbo d’Essai (via De Castillia 9) domenica 17 aprile è 3 Donne diretto da Robert Altman nel 1977 e con il quale il regista tratteggia tre ritratti femminili. Si inizia come sempre alle 21.15, si entra con tessera Arci più un contributo libero, per saperne di più scrivere a zarbodessai@tiscali.it oppure telefonare al numero 347 2768735.

Dal 19 al 25 aprile al Museo Interattivo del Cinema: Resistere, resistere, resistere!

malleDieci film sulle resistenze in Europa: inizia martedì 19 aprile al Museo Interattivo del Cinema (viale Fulvio Testi 121) Resistere, resistere, resistere!, il primo titolo in programma (il 19/04 alle 15) è Arrivederci ragazzi di Louis Malle, poi ci sono Terra e libertà di Ken Loach, Gramsci 44 di Emiliano Barbucci – sul periodo di confino, nel 1926, a Ustica di Antonio Gramsci -, Sostiene Pereira di Roberto Faenza – ambientato nella Lisbona degli anni Trenta, sotto Salazar -, e ancora Cristo si è fermato a Eboli di Francesco Rosi e Suite francese di Saul Dibb, per il calendario completo delle proiezioni e altro www.cinetecamilano.it