Archivio dell'autore: Stefano Galli

La darsena di Porta Ticinese

darsena

Realizzata all’inizio del ‘600, la darsena costituì un elemento fondamentale nello sviluppo della città, arrivando a essere l’ottavo porto nazionale per traffico di merci all’inizio del ‘900. La foto ritrae proprio il momento di maggior sviluppo del bacino, quando le mura spagnole sono ormai state abbattute e le sponde vengono utilizzate per ospitare carichi di sabbia e di materiale da costruzione per le nuove abitazioni figlie dello scellerato piano regolatore imposto da Albertini. Sulla destra stanno entrando nell’inquadratura due tipiche barche dell’epoca guidate dal timone che si vede nitidamente sporgere dall’imbarcazione in primo piano. All’estrema sinistra si intravede l’apertura della via Vigevano, facilmente riconoscibile dalla casa con i camini tuttora esistente. La darsena era alimentata dalle acque del Naviglio Grande e soprattutto dell’Olona, e scaricava nel Naviglio pavese. Oggi versa in uno stato di quasi totale abbandono anche se non mancano i progetti ambiziosi di riqualificazione dell’area.

Stefano Galli è curatore della mostra “Milano tra le due guerre. Alla scoperta della città dei navigli attraverso le fotografie di Arnaldo Chierichetti” che si terrà a Palazzo Morando dal 13 dicembre 2013 al 13 febbraio 2014.

© Archivio Ottica Chierichetti, Milano

Il ponte di San Marco

ponte san marco 

Sullo sfondo si vede il ponte Marcellino o ponte di S. Marco, sulla destra si scorge nitidamente il braccio del transetto meridionale e le cappelle della navata di destra dell’omonima chiesa. Sulla sinistra si intravede la ruota del mulino della fabbrica di cioccolato Theobroma. Scriveva Raffaele Calzini, agli inizi del secolo, che già alla sua epoca i mulini erano rarissimi e zoppicanti ma tra i pochi rimasti quello del fabbricante di cioccolata al ponte di S. Marco godeva di una fama imperitura. Altrettanto celebre era il ponte della foto, sul quale sostavano gli scolari del ginnasio e del liceo Parini – all’epoca siti nell’attuale palazzo della Questura in via Fatebenefratelli – non già per seguire con lo sguardo il lento muovere della ruota del mulino, ma per gettare nel naviglio i libri scolastici a esami compiuti.

ponte san marco

Nella seconda fotografia si vede il laghetto di San Marco negli anni ’20. A differenza di quanto si ritiene, quello nella foto non è il tombone. Come scrive il Cima, fonte sempre molto attendibile, un milanese ben informato che avesse voluto porre fine alle proprie sofferenze in questa valle di lacrime, avrebbe dovuto recarsi fino ai Bastioni di Porta Nuova e da lì gettarsi nel tombone. Era infatti in quel luogo nascosto, sempre deserto e non in mezzo all’abitato, che i milanesi del rione, stanchi della vita, andavano a cercare pace e riposo. Il tombone era la volta scura e profonda dalla quale la Martesana entrava in città attraverso il bastione di porta Nuova. Corre voce che, per evitare inutili scocciature, il guardiano della conca di San Marco volesse collocare all’angolo della piazza un cartello con le indicazioni per l’autentico tombone! Della serie, se volete suicidarvi fatelo lontano da qui!

Stefano Galli è curatore della mostra “Milano tra le due guerre. Alla scoperta della città dei navigli attraverso le fotografie di Arnaldo Chierichetti” che si terrà a Palazzo Morando dal 13 dicembre 2013 al 13 febbraio 2014.

© Archivio Ottica Chierichetti, Milano

La palazzina delle malattie infettive a Derganino

derganino

La città uscita dalla prima guerra mondiale paga il suo tributo in termini di morti e non solo. Uno dei retaggi più drammatici della grande guerra è infatti rappresentato dal diffondersi di nuove infezioni o dal riacutizzarsi di vecchie. Tra queste ultime molto sentito fu il problema delle malattie infettive, causato dal basso livello delle condizioni igieniche e da un grave problema di sottoalimentazione. Nella fotografia degli anni ’20 si vede uno dei padiglioni nel quartiere di Derganino, a ridosso della Bovisa, costruito appositamente per tenere i bambini in uno stato di isolamento, nel duplice intento di curarli e di tenere sotto controllo il problema della diffusione delle malattie infettive. Nella fotografia si vedono due adulti – un medico e un infermiere – e due bimbi. È datata ai primissimi anni ’20, dal momento che l’autoambulanza ha ancora la guida a destra, come accadeva fino al 1923, quando il fascismo impose la “mano destra unica” per tutti i veicoli della penisola.

Stefano Galli è curatore della mostra “Milano tra le due guerre. Alla scoperta della città dei navigli attraverso le fotografie di Arnaldo Chierichetti” che si terrà a Palazzo Morando dal 13 dicembre 2013 al 13 febbraio 2014.

© Archivio Ottica Chierichetti, Milano

C’era una volta il Naviglio scoperto…

copertura navigli

Avviata nel 1929 e completata l’anno seguente, la copertura del Naviglio rappresentò un intervento decisivo per le sorti della città, che mise così la parola fine alla sua millenaria dimensione di città acquatica. Il piano regolatore degli anni ’20 incarnava alla perfezione la spinta verso il cambiamento e la modernità che l’ideologia fascista aveva eretto a monumento. La sua incidenza non si rivelò soltanto sulle ristrutturazioni urbanistiche che portarono alla creazione di Via Albricci e di Corso Matteotti e alla demolizione della splendida galleria de Cristoforis. L’aspetto forse più rilevante fu rappresentato proprio dalla decisione di interrare il Naviglio, stravolgendo il profilo stesso del centro cittadino. La città d’acqua – unico caso al mondo – doveva trasformarsi, il Naviglio doveva esser cancellato lasciando il posto al futuro che aveva il volto – all’epoca assai rassicurante – dei veicoli a motore e dell’asfalto. Nella foto l’obiettivo inquadra i lavori di copertura in prossimità del ponte di Porta Romana, dal quale non è ancora stata asportata la statua di S. Giovanni Nepomuceno, la cui testa sbuca oltre le palizzate dei lavori che fervono. Patrono degli annegati e degli ubriachi, il San Giovanni è oggi conservato a Villa Clerici a Niguarda. Sulla sinistra fa bella mostra di sé l’insegna della storica farmacia Foglia.

Stefano Galli è curatore della mostra “Milano tra le due guerre. Alla scoperta della città dei navigli attraverso le fotografie di Arnaldo Chierichetti” che si terra a Palazzo Morando dal 13 dicembre 2013 al 13 febbraio 2014.

© Archivio Ottica Chierichetti, Milano