Archivio dell'autore: Donata Sartorio

Benvenute pulizie di Pasqua

san vittore

Tra Via Olona e il vicolo San Vittore, che costeggia il Museo della Scienza, da qualche anno esiste uno spazio “casuale”, del quale si rifiuta la paternità. Una no man’s land, un giardinetto piuttosto scarno genere postindustriale, con i suoi venti o trenta alberelli altrettanto scarni, scalette, muri e muretti, panche e terrazzini, scanditi da file di pilastri con lampada tonda, spesso abbattuta, fatto tutto di mattoncini rossi. Che non ha mai avuto una destinazione precisa, tranne quella di passaggio veloce da una strada all’altra, all’inizio quasi piacevole però sinceramente troppo “nascosto”. Per questo forse negli anni questo spazio nato ”verde” è stato frequentato male, anzi malissimo: scordiamoci i mews londinesi, le aiuole fiorite di altre piazzette milanesi, i giardinetti di via Solari, e pensiamo invece a un luogo di raccolta di groupies dall’aria strafottente, con sigarette e roba varia da fumare, più musica e balli non innocenti, talvolta seguiti da cori che finivano tra urla e grida di aiuto, con mucchi di vetri e cartacce seminati ovunque e muri costellati da writing in colori psichedelici. Insomma, una realtà inutile, partita a caso, totalmente non gestita e assolutamente negativa per tutta questa zona, frequentata peraltro da studenti “per bene” e ignari turisti molto” in ordine” Per parecchio tempo noi, abitanti della zona, abbiamo provato a chiedere a quei visitatori multilingue e multietno, di calmarsi, non sporcare, caso mai pulire quando se ne andavano, senza risultato. E’ stato varie volte contattato il gentilissimo dott Margiotta del Comune, che ha cominciato a interessarsi del problema, sottolineando però che il “giardinetto” è solo in parte sotto la gestione del Comune, (il resto pare di un privato, peraltro introvabile) e soprattutto che la pulizia di questo spazio compete all’Amsa, mentre il controllo e ’“l’ordine” competono a Vigili e Polizia. Alla fine, un nostro coinquilino, tenace e civilissimo medico che per tre anni ha insistito per avere l’Amsa in loco, ha ottenuto che due settimane prima di Pasqua l’Amsa sia ufficialmente comparsa nella persona del Capoturno Riccardi, dai begli occhi celesti e i capelli bianchi da saggio, insieme all’Ispettore Tiso, con la sua scritta di “Capozona”. Questi due angeli, che ringrazio infinitamente di persona, ci hanno salvato dal disastro, anche pensando ai milanesi di passaggio se non ai turisti e agli immigrati. Comunque noi desideriamo per tutti che tutto rimanga pulito e accogliente. In realtà, dopo il primo giro di Amsa, per ora non si è visto altro, ma almeno il giardinetto “rosso” è attraversabile anche da mamme con carrozzina e ragazzi che tornano da scuola o vanno al museo. Ma non sappiamo come sarà il seguito e x quanto durerà quest’aria quasi civile. Domanda: non si potrebbe lanciare un progetto, o un concorso, in una delle tante scuole di arte e comunicazione qua in giro, o della Bicocca, per far lavorare i ragazzi sulla cura, la gestione e la destinazione finale di questo spazio? che in fondo è a 20 mt dal Museo della Scienza, a 100 mt dal Cenacolo di Leonardo, e ad altri 100 dalla Basilica di Sant’Ambrogio e dall’Università Cattolica. Pensando a noi di qui ma anche ai tanti visitatori non milanesi e non italiani che già tra un anno arriveranno a frotte anche qui sulle tracce dell’Expo. Chi vuole saperne di più, può scrivermi a donatasartorio@gmail.com o chiamarmi, al  335-6934278.

Insieme al dr Perrone, autore della prima richiesta, che ha ottenuto la prima seria pulizia di Pasqua vista in zona, e con altri volontari della zona, troveremo bellissime soluzioni per trasformare il giardinetto di mattoni in una libera scuola di fotografia, di Tai Chi, di lettura o di canto….. Grazie per l’attenzione

 

Itinerario Bio in zona San Vittore: prima puntata, il cibo

cuore

Da poco tempo ho spostato il mio ufficio da Porta Vittoria a via San Vittore, dove abito da 20 anni. Nel tempo ho trascurato la ricerca intorno a casa di posti gradevoli dove mangiare o comprare cibo: ci stavo poco, e caso mai ri-uscivo velocemente la sera. A colazione neppure ci passavo. Ora sì, e, da brava giornalista, sto riscoprendo nel quartiere i posti che ritengo “giusti”: alcuni nomi i noti, altri nuovi, certi recentissimi, che desidero condividere con voi. Vegana da più di vent’anni, meno fanatica di una volta ma coerente, e anche più tollerante e “gentile”, ne ho selezionato alcuni, non solo per me, non solo per il cibo né per soli vegani, secondo il criterio di qualità e gentilezza. Per avere  a disposizione tanti nomi di posti “buoni”, di qualità e con prezzi ragionevoli, che stanno aumentando di numero e nei quali si può fare del bene a se stessi e agli altri. Tutti raggiungibili a piedi, al massimo in bici.

In questo primo elenco di locali per il cibo quotidiano, quasi tutti Bio, ognuno con una sua specialità, non trovate i due “storici” luoghi di organic food dove vado da sempre, che meritano la prossima volta una puntata da soli: “Centro Botanico” di Via Cesare Correnti, e “Mens Sana” di Via Lanzone. Manca anche l’irresistibile Mercatino Bio del giovedì, nel cortile dell’Accordata di  Via San Vittore, che da solo vale il viaggio, e un’altra puntata intera. Poi ci saranno quelli dedicati ad altri temi, lavoro, bambini, moda, fiori, arte, benessere, numerologia, bellezza, parrocchie, scuole ecc. Se vi va……

La serie di posti quotidiani comincia con il pane “integrale” del panificio Silini, dove, quando era ancora in Via De Amicis, compravo già quello ai cinque cereali e il morbido nero di segale, che oggi, in piazza Cadorna angolo Carducci, compro ancora. Per la focaccia veramente “genovese”, si va in via San Vito, al panificio Betlemme, dove devi prendere per forza il numerino: la focaccia Uno è appena più croccante, la Due è più soffice, entrambe meravigliose. Per la farinata di ceci, morbidissima ed essenziale, si va di mattina al panificio Baronchelli di via Terraggio. Ma la “cecina” c’è anche in Corso Magenta 27, da l’altro panificio Luigi Baronchelli, che ci aggiunge il mais, non male.

Per la spesa di frutta e verdura Bio, un posto interessante è “Orto e Gusto”, in via Gaudenzio Ferrari angolo Corso Genova, che lavora molto on line. Cioè tu puoi ordinare su Internet e loro ti consegnano a casa la “cassetta della settimana”, o meglio ancora, puoi andare e scegliere tu, e farti portare a casa quello che vuoi. Da loro tutto arriva da una serie di cascine intorno a Milano, a km zero, o massimo a km Italia, Parlare con Micaela.

Un po’ più in là, in Via Tortona 20, c’è TathaGata, con cucina vegana, dove Laura e Anna, le due “ragazze” italianissime e buddiste, preparano ogni giorno stuzzicanti take away, ma anche il panino con seitan e pomodorini  e la frittatina di ceci da mangiare sul posto. Prezzi non “economici” ma corretti.

Per i gelati, suggerisco inequivocabilmente “Attimi di Gusto” di Enrico Rizzi in Via Cesare Correnti  5, dove trovo unico in città, il gelato di “cacao africano”, fatto senza latte ma con pezzettini di cioccolato fondente. Altre specialità rare, il tè verde, il  sesamo bianco e il sesamo nero. Eleganti e adorabili le camerierine che preparano le scatole dei gelati, e gradevole l’arredamento. Bravo ma poco presente il signor Rizzi, che vorrei vedere più “sul pezzo” x saperne di più.

Molto in tendenza, anche se un po’ troppo stile “boutique”, leziosetto e voluto, il nuovissimo locale americaneggiante “Out of Gluten” in Via San Michele del Carso. E’ capriccioso e modaiolo, ma curioso perché è una pasticceria studiata per i celiaci, che propone cibi e dolci freschi fatti da loro, più altri prodotti confezionati, tutti senza glutine,come vuole la moda oggi.

Poi c’è il Centro Mudra, con il suo famoso “ Natural Cafè” di Piazza 24 maggio, molto interessante per il cibo vegetariano, ma anche per le altre attività che propone, dallo Yoga alla meditazione ecc. Tra tutti, è  perfetto per un Happy Hour inedito e molto speciale. Non alcolico.

Infine da scoprire c’è BioEsserì, che appartiene al gruppo Natura Sì, in via De Amicis 45, luogo perfetto per il brunch domenicale, con vista su un delizioso giardino interno. Adorato dai bambini e dai genitori giovani e curiosi.

 

 

 

 

 

Contaminazioni di Storie e Narrazione con finale da imitare

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Nel quartiere di San Vittore, tra navate di chiese, teatrini desueti e cortili di vecchi palazzi, si aggira un simpatico affabulatore quarantenne, in realtà professore di Storia delle Istituzioni Politiche della Cattolica, che organizza incontri  a ingresso libero, assolutamente NON ovvii, inattesi e non tradizionali, su l tema  “Storia e Narrazione”, con musiche a commento. Il prof. si chiama Paolo Colombo,  e Chiara Continisio, altra studiosa di storia dalla bellissima voce, gli fa da controcanto: insieme scrivono, recitano e illustrano storie di contaminazioni tra antichi eroi e piccoli o grandi uomini contemporanei. Alternando seriosi temi storici ad altri più leggeri, con veloci excursus sui goal di indimenticabili partite della Nazionale Italiana. Di loro abbiamo ascoltato storie d’amore prese da Shakespeare e da Dante, e tutte le interpretazioni del “Mito” americano, da John F Kennedy e fratelli a Marilyn Monroe, fino all’ultimo  tema natalizio, anch’esso “contaminato”. Nel racconto, che parte dal Natale inteso come “ attesa”, personaggi  e persone si contaminano: da Gesù Bambino si passa al Piccolo Principe, dai Re Magi a Babbo Natale, dal jingle natalizio cantato dagli astronauti a quello reinventato di  John Lennon. Per l’ultimo incontro, nella magnifica  basilica di San Vincenzo in Prato, illuminata soltanto da candele, era previsto un tema natalizio curioso.  Alla fine, il trattamento creativo dei testi, con paragoni e consonanze, è piaciuto molto. tante piccole storie umane dentro la grande Storia di sempre e di tutti. Come conclusione, il prof ha suggerito agli ospiti un gesto benefico, gradevole e non invasivo: sull’invito si legge che la chiesa non è riscaldata pertanto si pregano gli ospiti di coprirsi a due o tre strati, con un doppio piumino o  un giaccone o un vecchio piumone in più, o tante coperte, usate ma decenti. Lasciando, alla fine della serata, tutto il superfluo sulla panca della chiesa. Il giorno dopo, tutti i capi “caldi” trovati sulle panche, almeno un centinaio, sono stati raccolti dalla “Casa di Tabita,” centro Caritas per persone bisognose . Un’idea semplice, concreta, affettuosa, ha entusiasmato e  ha funzionato. Un’iniziativa da ripetere non per forza in una chiesa, ma in altri luoghi poco riscaldati. Perché ci dicono che l’inverno che ancora ci aspetta sarà lungo e freddissimo. Il prossimo appuntamento è al Nuovo Teatro Ariberto, il 6 febbraio, e si intitolerà : CACCIATORI DI LIBRI. Roghi, salvataggi e altre straordinarie avventure. Per vedere tutti gli incontri che seguiranno, www.storiaenarrazione.it

www.storiaenarrazione.it

Ultime notizie dal Quartiere San Vittore

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Con un po’ di ritardo ma con la voglia e la promessa di diventare più attiva e veloce, (ri)parto con un dialogo sul nostro affettuoso quartiere e su ciò  che servirebbe fare per (ri)animarlo, rendendolo più contemporaneo, vivo e vivibile. Attendo proposte sul tema, anche da parte di giovani e giovanissimi che in questa zona hanno forse nonni e zie oppure transitano  per andare al San Carlo, al Museo o in Università. Ovviamente abbastanza acuti da considerare che l’inevitabile problema dell’età media over 50ies degli abitanti di qui non va considerato un  impedimento, ma caso mai un  plus, di esperienza, di conoscenza e di maggiore disponibilità di  tempo e di denaro. Chiunque lo farà dovrà proporre meccanismi diversi, intelligenti e inconsueti, oppure idee già sperimentate ma riformattate a oggi. Come fa la libreria il Trittico, nella quale Pietro, serio, bello e competentissimo libraio con il quale è una sfida scambiare parole e  idee, il quale, di sabato, uno o due al mese, invita uno scrittore che resta tutta  la mattina in negozio a “lavorare”,  vendendo i libri, anche non suoi, ai visitatori. O la  bravissima  fioraia  Lucia, che non sempre trova un innamorato  che manda alla sua bella 150 tulipani in una volta, ed è diventata meravigliosa  nel creare deliziosi cestinetti o secchiellini in alluminio, o in  juta, con uno, due, tre  fiori  e basta, che possono costare anche meno di un libro e diventano un regalo altrettanto gradevole. O il coraggioso enologo Zaccone, che, aiutato dal figlio Stefano, propone vini di grande qualità provenienti da vitigni eccellenti che scopre prima che diventino famosi, a prezzi assolutamente ragionevoli.  A un certo punto succederà, come abitanti e botteghe dicono in coro, che il quartiere San Vittore recupererà la tranquillità quando piazza Sant’Ambrogio sarà finalmente rimessa a posto. Prima di allora, come osserva il Parroco Don Milani, molto stimato dai suoi parrocchiani per la sua libertà di pensiero, “ci sarà forse maggiore  tranquillità quando le invadenti macchine “di servizio” della polizia penitenziaria, di  vigili e carabinieri  smetteranno di percorrere San Vittore a 100 all’ora, passando anche col rosso, suonando sirene esagerate e agitando inutili palette……”        Ma con lui, che è anche Parroco del Carcere, parleremo di  cose più importanti.

A presto, con tranquillità,

Donata Sartorio

 

 

San Vittore: un quartiere “alla moda”

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Arrivo nel negozio di via Terraggio per la presentazione della nuova collezione “San Vittore”, creata tre anni fa dalla Cooperativa Alice, diretta da Luisa Della Morte e realizzata in laboratorio dalle detenute. Una vera  Alice, la simpatica commessa, mi mostra abiti dalle forme morbide e gentili, ormai molto riconoscibili, in nuovi sofisticati colori e in materiali più ricercati , con le nuove borse in tessuto a telaio. Tutto a prezzi molto ragionevoli, massimo 180 Euro.  Quando chiedo le chiedo un parere sulla nuova iniziativa “quartieritranquilli.it”, sorride e dice : “ Un quartiere perfino  troppo “tranquillo”,  come addormentato. Da quando siamo qui, la gente è molto diminuita, non vedi più nessuno camminare nella strada, specialmente nel week–end, la piazza è in lavori da anni, solo  impalcature e reti arancioni,  sembra  il retro del quartiere…….” Il mio primo suggerimento è quello di mettersi d’accordo con gli altri negozi della via, creando  occasioni per richiamare le persone. Come in effetti  avviene timidamente la stessa sera, con la presentazione dell’ultimo romanzo giallo di Silvia Giacobini nel nuovo spazio “ Go Coppola”, quasi di fronte. Ma  occorre molto più coraggio.

A parte questo, peraltro tutto vero e piuttosto fastidioso per chi ci vive, la cosa importante  è che San Vittore è un  quartiere molto “umano”, accogliente, affettuoso, con in più tutto quello di cui si ha bisogno in città. Non manca nulla, anzi… C’è l’Università, c’è l’Ospedale, c’è il Museo, il Collegio San Carlo, altre scuole e tanti Asili, due Basiliche, vari  supermercati Sup  e il Mercatino Bio a km zero.  E naturalmente “Il” Carcere.

Ma avremo spazio,  tempo e modo di parlare di tutte le cose positive e di tutte le  magagne… prossimamente qui

Con simpatia, Donata Sartorio