“Il mio quartiere”: Tricolore/Vittoria di Antonio Morra

di

antonio morra foto Antonio Morra

Qual è il suo quartiere?
Tricolore/Vittoria

Il quartiere ha una sua identità precisa? E qual è?
Il quadrilatero del food

Chi vi abita si riconosce in lui?
Credo di sì, per ora

Ha una storia, aneddoto, episodio interessante sul suo quartiere?
All’inizio degli anni ’60 in Via Archimede i ragazzi potevano giocare a pallone. Il transito di automobili era trascurabile. Più frequente era, invece, il passaggio di carretti (a propulsione elettrica però) che trasportavano nei negozi della zona frutta e verdura dal vicino Verziere, il mercato all’ingrosso di frutta e verdura che occupava quella che è oggi Largo Marinai d’Italia. Oggi parliamo di mobilità elettrica ed emissioni zero come di una novità. Non è vero: Milano era avanti. Poi c’è stato uno stop.

In questi ultimi anni il quartiere è cambiato molto?
Sì. Un tempo, negli anni ’60, era un quartiere popolare ma con una certa pretesa. Poi via via i negozi hanno chiuso, dal macellaio al vecchio ciclista e ora molti negozi sono cinesi.

Quali sono i difetti del quartiere? (rumore, movida, traffico, carenza di mezzi, troppi negozi)
Il traffico è il problema principale insieme con la mancanza di parcheggi. Essendo al limite dell’area C viene sfruttato come parcheggio per chi non vuole entrare in centro. I vigili si vedono raramente e i residenti devono subire e perdere molto tempo. La presenza degli extracomunitari è massiccia, data la presenza dell’Opera San Francesco, ma il lavoro dei frati e dei volontari è altamente meritevole. Tutti gli abitanti del quartiere, in modi diversi, contribuiscono ad aiutare l’attività dei francescani.

Quali sono le cose belle?
L’Opera di San Francesco in primo luogo. La vicinanza al centro città, i servizi di trasporto pubblico molto efficienti, la presenza di negozi. Ora con l’apertura della stazione Tricolore della M4 qualcosa cambierà, speriamo non in peggio.

C’è un mercato e lei ci va?
Si c’è il mercato il lunedì in via Kramer e il giovedì dalla parte opposta di Corso Concordia. Non ci vado.

Il Comune di Milano, secondo lei, lavora bene per rendere migliore la città?
Lavora, ma non bene. Ha adottato criteri e linee guida soprattutto per il traffico che sono il contrario della logica. Il traffico va fatto scorrere dove è possibile o va vietato. L’idea di rendere difficile l’accesso o lo scorrimento delle auto, ovvero di rendere difficile la vita agli automobilisti è, a parer mio, un errore. Viale Piave e viale Premuda (ovvero da Porta Venezia a Porta Romana) sono diventati così stretti da costringere gli automobilisti a mettersi in coda dietro le biciclette, per esempio. Il traffico o si fa scorrere o si vieta. Dove non scorre inquina. Così l’area C è inutile per combattere l’inquinamento. E’ vero che si tratta di una “congestion charge”, ma il traffico si limita bloccando le auto, non facendo pagare gli accessi. In questo modo chi può pagare entra; chi non può sta fuori.
Il centro di Milano, poi, è così piccolo che una chiusura ben delimitata potrebbe far bene a tutti.

C’è qualcosa che consiglierebbe al Comune per migliorare il suo quartiere?
Una pattuglia (coraggiosa) di vigili. Non di quelli che quando vedono un automobilista al cellulare si girano dall’altra parte per non multarlo. So che si rischia una coltellata, ma un rimedio va messo in atto.

Nel suo quartiere ci sono aree verdi e sono curate?
ll verde di Corso Indipendenza, se si può chiamare area. Cura: voto tra 5 e 6

Lei fai qualcosa per il suo quartiere? O le piacerebbe farlo?
Per il mio quartiere no. Aiuto altre zone che hanno più bisogno.

 

 

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Informazioni su Letizia Rittatore Vonwiller

Letizia Rittatore Vonwiller ha scritto e scrive per varie testate del gruppo Rizzoli (Io Donna, Casamica, Amica), occupandosi di attualità, arte, libri e bellezza. L'opportunità di lavorare per la bellezza le ha fatto scoprire un mondo affascinante. È convinta, come Dostoevskij, che "la bellezza salverà il mondo".

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