Chissà? Aspetto una risposta da voi, se è una mia impressione oppure se è proprio così. Mi sembra che per l’aiuto agli altri si va a fasce d’età. Ho incontrato molti giovani che trovano naturale pensare a un noi invece che a un io. Voglio fare anche qualche nome: un nome pubblico è Mattia Abdu Ismahil, consigliere della Zona 1: giovane, pratico, entusiasta, con una visione altruista verso il mondo, anche se il suo punto di riferimento è la gelateria di famiglia in corso Garibaldi, con il gelato al mango più buono della città, così dice Alessandra. Un nome privato è quello di Paolo Falck, ventott’anni che si è subito buttato in questo gioco tranquillo ma pieno di fatti e di speranze. Sono due ragazzi, ma il mondo tranquillo è pieno di donne: pensionate, non pensionate, ma ricche di idee, che sembrano non fermarsi davanti a niente. Ci sono i giovani, ci sono gli anziani. In mezzo, forse hanno troppo da fare, schiacciati e schiacciate da bambini, lavoro, amori, genitori anziani, crisi, vittime della loro vita personale senza tempo di pensare agli altri. Arriva l’estate e con il sole deflagra anche, come dice “Repubblica” in due pagine, la nuova visione della vita: condivisione, solidarietà, collaborazione. Nel prossimo futuro andrà così. Cominciamo a pensarci adesso.

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