Suburbicon, regia di George Clooney

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poster-suburbiconFine anni Cinquanta, in California, in pieno boom economico. Benvenuti a Suburbicon, angolo di periferia cittadina da sogno, con case a schiera tutte identiche e linde abitate da bella gente dall’aria sana e la vita rispettabile. Ma l’arrivo di un’unica famiglia di colore interrompe quella calma soltanto apparente, la comunità modello non la vuole e le dichiara guerra, intanto oltre il portico della villetta di Gardner Lodge – un Matt Demon in versione diabolica – una rapina sfociata in tragedia segna l’inizio di una lunga discesa verso il basso più basso con buona pace di ogni conformismo… Torna in sala George Clooney, ci torna da regista adattando all’America di oggi una sceneggiatura di Joel ed Ethan Coen nel cassetto da trent’anni, le atmosfere sono quelle da commedia nerissima marchio di fabbrica dei fratelli, con l’aggiunta da parte di Clooney del discorso antirazzista, la miscela che ne risulta è esplosiva e Suburbicon fila veloce, ha ritmo e diverte.

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