Elle, regia di Paul Verhoeven

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poster-elleMichèle Leblanc (Isabelle Huppert: perfetta più di sempre) dirige una società di videogiochi, ha un ex marito, un figlio tormentato, una madre molto rifatta fidanzata con un giovinetto e una bella casa dove vive con un gatto. Michèle ha poi un ingombrante passato, quando lei aveva dieci anni il padre ammazzò 27 persone sotto i suoi occhi. Una sera la donna viene stuprata da un uomo mascherato piombatole in casa. Michèle resta sconvolta ma anche coinvolta dall’ accaduto, che non denuncia e che si limita qualche giorno dopo, con imperturbabile distacco, a raccontare durante una cena al ristorante all’ex marito, alla socia Anna e al di lei marito (che poi è il suo amante). Intanto lo stupratore misterioso torna una seconda volta, dopo averle inviato qualche messaggio intimo sul telefono… Riecco Paul Verhoeven, rieccolo in strepitosa forma con Elle, una commedia nera su usi e costumi pubblici e privati dell’alta borghesia – fustigati, maltrattati e dissacrati con abile sapienza – tratta dal romanzo Oh… di Philippe Djian, sceneggiata benissimo da David Birke e in perfetto equilibrio tra più generi dove momenti di raffinatissima ironia e altri grotteschi per non dire comici stemperano la tensione.

 

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