Nebbia in agosto, regia di Kai Wessel

di

neGermania, primi anni ’40. Ha tredici anni Ernst Lossa, ragazzino jenisch senza più la mamma e con un papà venditore ambulante senza fissa dimora pertanto senza più la patria podestà. Ernst è un ragazzino sveglio e intelligente ma il suo carattere ribelle considerato non educabile lo porta all’ospedale psichiatrico di Kaufbeuren il cui direttore, un medico dai modi in apparenza cortesi e affabili, mette in pratica le mostruose teorie eugenetiche sostenute da Hitler. Ernst – una volta compreso che gli ospiti disabili dell’istituto sono destinati all’Aktion T4 in quanto ritenuti dal dottor Faltlhauser e dalla sua equipe soltanto degli impicci nel programma di liberazione della Germania dalla disabilità sia fisica che mentale – si batterà con coraggio per proteggerli e aiutarli.

Ispirato a una storia vera su una pagina di Storia meno nota Nebbia in agosto è un bel film terribile e indigeribile che racconta – tenendo bene a freno commozione e retorica – gli orrori dell’eutanasia compiuta negli ospedali psichiatrici su chiunque fosse portatore di qualunque forma di disabilità – l’Aktion T4 uccise più di cinquemila vite – avvalendosi di pochi spazi circoscritti, come i corridoi e le corsie dell’ospedale, e di atmosfere cupe e tetre.

 

 

 

 

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