Dopo l’amore, regia di Joachim Lafosse

di

dopMarie (Bérénice Bejo) e Boris (Cédric Kahn) aspettano il divorzio da separati in casa con le due gemelle di otto anni che ce la mettono tutta per farli sorridere almeno un po’, Boris qualche volta ci riesce – dopotutto lui spera di ricominciare -, Marie invece ha sempre una faccia tirata e tesa. Perché i loro quindici anni di matrimonio sono arrivati al capolinea?  Non lo sappiamo, se lo sapessimo prenderemmo le parti dell’uno oppure dell’altra, non lo fanno le figliolette, non lo fa Joachim Lafosse che analizza con efficace precisione il disagio, i (ri)sentimenti, le  rivendicazioni, i conflitti della coppia dovuti a quelli di classe più volte rinfacciati, sottolineando gli aspetti organizzativi (la spartizione dei ripiani del frigorifero nonché dei cibi) e quelli economici (del resto il titolo originale del film è L’économie du couple) della fine di un rapporto – i conti non tornano: questo l’ho pagato io, questo non l’hai pagato tu, io ho fatto i lavori, quindi mi spetta la mia parte – senza quasi mai oltrepassare il cancello della bella casa con giardino che Marie – ricca di famiglia – comprò e che Boris – architetto disoccupato – ristrutturò.

Intanto Jade e Margaux – vittime amatissime della situazione e portatrici inconsapevoli della soluzione – continuano a giocare, a ballare, e a sperare…

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