Mr Cobbler e la bottega magica, regia di Thomas McCarthy

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cobblerMax Simkin  (Adam Sandler) ha suppergiù 40 anni è un tipo insoddisfatto e parecchio triste, vive con la mamma malandata, non ha una donna e non ha amici tranne il vicino di bottega, un barbiere. Max tramanda il mestiere di famiglia, il calzolaio, e oltreché rifare le suole delle scarpe trascorre il tempo a invidiare le vite di coloro che passano davanti alla vetrina del suo negozio, nel Lower East Side di New York sognando a occhi aperti il macchinone con autista di uno oppure la fidanzata mozzafiato di un altro. Un giorno la rottura della risuolatrice lo costringe a riesumare dalla cantina quella vecchia che rivela un potere miracoloso, dare a Max l’aspetto del proprietario delle scarpe, solo le sembianze però, non il carattere. E così il calzolaio triste e invecchiato prima del tempo inizia a entrare e a uscire dalla vita ora di questo ora di quello concedendosi divertimento e piacevolezze varie e finendo col punire un mascalzone del quartiere implicato in una brutta faccenda.

Mr Cobbler e la bottega magica, ispirato a una leggenda yiddish e diretto da Thomas McCarthy prima del vincente Il caso Spotlight, attraversa più generi imboccando troppe direzioni, la prima parte promette quel che la seconda non mantiene ma nonostante l’ eccesso di buonismo la storia del ciabattino demotivato che riesce a trovare una propria identità dopo averne vissute altre si fa vedere con modesto piacere.

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