Veloce come il vento, regia di Matteo Rovere

di

veloceGiulia (Matilda De Angelis) è una giovane talentuosa pilota che cerca nelle corse sulla Porsche il modo per allontanare i problemi e i debiti, Loris (Stefano Accorsi, nel ruolo della vita) – suo fratello maggiore – è stato un grande campione, ora è un tossico depresso e sofferente e vive ai margini della società in una roulotte fatiscente con una ragazza altrettanto tossica.

Giulia e Loris si rivedono dopo tanto tempo al funerale del padre meccanico morto d’infarto, all’inizio si scontrano, poi non s’ intendono ma alla fine trovano la maniera per correre insieme non solo in macchina, anche nella vita e con questa storia – ispirata a una storia vera – di asfalto, di curve, di sentimenti e di cuore il cinema italiano si (ri)prende l’azione e cattura l’attenzione (assieme a Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti e a Non essere cattivo di Claudio Caligari) allontanandosi da quel cinema alle volte un poco troppo d’autore.

 

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