Un momento di follia, regia di Jean-François Richet

di

folliaA quasi quarant’anni dall’uscita di Un moment de égarement Jean-François Richet firma il secondo rifacimento del film di Claude Berri, adeguando la storia ai tempi, ai codici e ai canoni odierni.

Laurent (Vincent Cassel) – padre divorziato e aperto – e Antoine (François Cluzet) – padre divorziando e brontolone – sono in vacanza in Corsica con le figlie adolescenti (Lola Le Lann e Alice Isaaz) nella casa cadente e fascinosa di Antoine. Una notte di luna piena Laurent – parecchio alticcio – si lascia sedurre dalla figlia dell’amico, diciottenne tra pochi mesi: Louna è convinta lui sia l’uomo della vita, lui non sa come uscire dalla spiacevole situazione, resiste all’assedio molesto della ragazza, viene condannato da sua figlia Marie, poi si confessa ad Antoine…ma niente drammi, come già detto all’inizio Richet adegua la faccenda ai tempi, ai codici e ai canoni odierni, lasciando il finale aperto, e ci riesce tutto sommato con garbo.

Un pensiero su “Un momento di follia, regia di Jean-François Richet

  1. pierfranco bianchetti

    “Il tocco di classe che viene dalla Francia del grande schermo”
    Da cosa deriva quelllo stile così personale, elegante e anche snob che hanno solo i registi francesi?
    Nessuno lo sa, ma è una realtà del cinema d’oltrealpe.
    Forse perchè Jacques Prevert scriveva i dialoghi dei film di Marcel Carné, una tradizione della cinematografia francese.
    A Parigi e dintorni oltre alla sceneggiatura vera e propria (per chi non lo sapesse è il film scritto inquadratura dopo inquadratura noioso da leggere su di un libro ma che acquista magia quando si traduce in immagini) i dialoghi sono sempre realizzati a parte quasi per giustificarne l’importanza.
    Così è per questa pellicola deliziosa non solo per gli interpreti, per la regia, per il copione, ma soprattutto perchè pone un problema morale ed etico non facile da risolvere.
    Quando le avances di una ragazza non ancora maggiorenne devono essere respinte da un uomo per bene? Indovinala grillo!
    Vi sono ragazze che a quattordici anni ne dimostrano venti, ecc.
    Mi viene in mente il film “Il diavolo”, 1960, con Albero Sordi nel ruolo di un immigrato in Svezia che una domenica si siede in un bar di Stoccolma pieno di suoi conterranei piccoli, neri e brutti che però dopo un gioco di sguardi si portano via ragazze svedesi bellissime e bionde per farci l’amore senza inibizioni.
    Anche lui ci prova e rimorchia una stangona più alta di lui desiderosa di provare l’uomo latino. Quando esce dal locale Sordi le chiede in inglese quanti anni ha. Risposta 14. Sconvolto lui se ne va incavolato brontolando: ” Ma che ne so io siete tutte alte du’ metri”! Immigrato si, ma gentiluomo con principi morali ben determinati.
    Ai posteri l’ ardua sentenza!!

    Replica

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *