Room, regia di Lenny Abrahamson

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Tratto dal romanzo di Emma Donoghue ispirato a fatti di cronaca vera e nera Room racconta la vicenda di Jack, un bambino di 5 anni blindato fin dalla nascita assieme alla madre in una stanza di 10 metri quadrati che costituisce il suo vasto universo fisico ed emotivo e che Ma’, rapita e rinchiusa lì dentro da un maniaco da sette anni, ha trasformato in una fiaba e se la prima parte del film è tutta in una stanza, la seconda è all’esterno ma non è detto che il mondo aldilà del lucernario sia meno difficile e problematico della prigionia.

Film toccante e sofferto, denso di emozioni e di sfumature psicologiche, Brie Larson domenica scorsa ha vinto l’Oscar come miglior attrice protagonista ma la stella più luminosa si chiama Jacob Tremblay, classe 2006.

Un pensiero su “Room, regia di Lenny Abrahamson

  1. pierfranco bianchetti

    “Il cielo in una stanza”
    Un bambino recluso con la madre in una sorta di conteiner il cui mondo dalla nascita è solo costituito dai pochi mobili presenti, dal lucernario dove intravede il sole e il cielo; da una piccola televisione unica finestra sul mondo. Eppure sua madre brava come poche riesce per tanto tempo a rendergli la vita quasi affascinante e fantasiosa fino alla agognata liberazione. Un film ovviamente claustrofobico e drammatico, ma tenero e dolce come non mai. Una storia toccante da vedere. Scusa Ilaria se ti copio: in sala in sala !

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