Forever Young, regia di Fausto Brizzi

di

brizzi

Quasi e ultracinquantenni che rifiutano l’anagrafe e mal s’ adattano al tempo che inesorabile passa finendo inevitabilmente nel patetico, ecco il catalogo secondo Fausto Brizzi e la lista degli immaturi patologici comprende una donna che si accompagna a un ventenne – su consiglio dell’amica milf -, un dj radiofonico fermo alla musica degli anni Ottanta scalzato da un giovane agguerrito, il direttore della radio prossimo ai 50 (?) fidanzato con una studentessa ma attratto da una coetanea che fa le tagliatelle in casa, un ultrasessantenne ossessionato da maratone e tennis, insomma sempre, comunque e ancora maschi contro femmine.

Il coro degli interpreti  – tra i quali Fabrizio Bentivoglio, Luisa Ranieri, Sabrina Ferilli, Lillo Petrolo, Teo Teocoli, Stefano Fresi, Lorenza Indovina – perlopiù funziona e Forever Young fotografa la società contemporanea partendo da un’idea niente male peccato non sviluppi né la storia né i personaggi, si perda in imprevisti prevedibili e banali, e resti in superficie senza graffiare.

Ma riempirà le sale…

Un pensiero su “Forever Young, regia di Fausto Brizzi

  1. pierfranco bianchetti

    “Il ritratto di Dorian Gray”
    Il mito dell’eterna giovinezza aveva colpito anche Oscar Wilde tanto tempo fa e ancora oggi anzi di più il tema è presente nella nostra società. In America si fa un gran parlare della generazione dei “baby boomers” (la mia, tra parentesi), coloro che sono nati tra il 1945 e il 1964 circa. Una generazione molto più numerosa delle precedenti perchè i nostri padri tornati dalla guerra dove poveretti l’ hanno vista brutta, si sono giustamente e allegramente dedicati allo “sport preferito dall’uomo” e hanno messo al mondo tanti pargoli. Oggi tutta questa gente ormai sul viale del tramonto è al centro dei piani di sviluppo dell’ economica statunitense. Il modo di vestire, di passare il tempo libero, divivere serenamente l’ età del pensionamento fanno business. Tutti vogliono apparire più giovani di quello che sono. E’ reale d’altronde la differenza tra un sessantenne del presente e quello di trenta o quarant’anni fa classificato come un probabile ospite della Baggina (per chi non fosse milanese l’ istituto per anziani è sempre stato il simbolo della vecchiaia).
    Non è più così e lo dimostra il personaggio interpretato da Teo Teocoli dal cuore in disordine, ma dalla voglia matta di fare il maratoneta !!
    In quanto al film non è certo un capolavoro, ma si ride qualche volta anche amaramente e va bene lo stesso. Come dice Ilaria le sale saranno riempite da quelli della mia età.
    Buona visione !

    Replica

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *