Dal 9 al 31 gennaio al Mic e allo Spazio Oberdan: Buster Keaton: il genio

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cameramanNel cinquantesimo anniversario della morte di Buster Keaton (1°febbraio 1966) la Cineteca Italiana ha organizzato – dislocandola tra il Museo Interattivo del Cinema e lo Spazio Oberdan – una ricca retrospettiva di film da lui diretti o interpretati – o entrambe le cose – cosi da ripercorrere arte, espressioni, comicità e mimica di uno tra i più grandi talenti del Novecento.

Tra i mediometraggi muti scelti per lo schermo di viale Fulvio Testi 121 ci sono Sherlock Junior + Neighbours (il 9/01 alle 18.30), The navigator (Il navigatore) il 16 alle 18 e The Bell Boy + The Garage (il 23/01 sempre alle 18), la sala di viale Vittorio Veneto 2 invece proietterà nove lungometraggi muti (con accompagnamento musicale dal vivo), tre film sonori e anche un raro documentario, tra i titoli scelti ci sono Viale del tramonto di Billy Wilder, The Cameraman diretto da Keaton assieme a Edward Sedgwick , Luci della ribalta di Charlie Chaplin, Buster Keaton nella luna di Jaime Salvador, per i due calendari completi e tante altre informazioni www.cinetecamilano.it

Un pensiero su “Dal 9 al 31 gennaio al Mic e allo Spazio Oberdan: Buster Keaton: il genio

  1. pierfranco bianchetti

    “Buster Keaon clown triste e geniale”
    Lo sapevate che gli studiosi di cinema si dividono in genere tra chapliniani e keatoniani ? Sì perchè questi due grandi geni peraltro amici tra di loro ( Chaplin volle Keaton sul set del mitico ” Luci della ribalta” in un memorabile sketch musicale da brivido…) hanno rappresentato due modi di espressione cinematografica, due mondi, due creatività del linguaggio irraggiungibili. Buster Keaton ebbe però una vita più travagliata di quella di Charlot. Negli anni Cinquanta ridotto quasi in miseria come Oliver Hardy e Stan Laurel rapinati dalla Universal che non gli riconobbe neanche un dollaro di diritti d’ autore per tutti film girati con loro, era costretto a lavorare nell’ avanspettacolo per poter campare. Nell’agosto 1953 a Milano al teatro Manzoni e poi al Puccini si esibì in una performance pagata poco come un qualsiasi guitto di quarta categoria.
    Triste destino per un grande la cui arte è rimasta nella storia del cinema.
    Così è la vita!

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