Mon Roi – Il mio Re, regia di Maïwenn

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mon-roiTony, sciando, si spappola i legamenti crociati di un ginocchio e il soggiorno in un centro di riabilitazione offre alla donna – e a noi, in flashback – l’occasione di ripassare la sua tormentosa storia d’amore con Giorgio, dai travolgenti e sereni inizi fino alla lenta caduta nell’inferno.

Giorgio – il Re del titolo – è un uomo egoista concentrato solo su se stesso, è distruttivo e traditore, è un marito e poi un padre irresponsabile, è incapace di stare dentro una relazione ma anche fuori e quindi ogni volta che se ne va dopo poco torna per riandarsene ancora, è irrecuperabile ma anche e soprattutto irresistibile e seduttivo, in breve è un tipo poco raccomandabile del quale è impossibile fare a meno, tantopiù quando si è fragili come Tony.

Nulla di nuovo? Vero, al cinema non si contano le storie d’amore e odio epperò i temi ci piacciono sempre e moltissimo e poi qui ci sono due attori magnifici per quanto alle volte entrambi un po’ sopra le righe (Tony è Emmanuelle Bercot, Giorgio è Vincent Cassel) e la regista si addentra con abilità e precisione – e qualche lungaggine, il film dura troppo ed è troppo parlato – negli ingranaggi di una relazione sentimentale trascinando pure noi e alla fine è difficile non prendere le parti dell’una o dell’altro, non farsi domande sulla potenza distruttiva dell’amore e non chiedersi fino a dove si è disposti ad arrivare per amore, trovando delle risposte ognuno nel proprio personale vissuto.

Come finisce? Ah no, per scoprirlo accomodatevi in sala…

P.S. Dovesse capitarvi la versione in francese sottotitolata, che fortuna.

Un pensiero su “Mon Roi – Il mio Re, regia di Maïwenn

  1. pierfranco bianchetti

    “Con te o senza di te !”
    Un uomo, una donna, l’ amore, ma non quello sereno, felice, sicuro; l’ amore devastante, sofferente, infelice, un tema che ha sempre affascinato il cinema. Molte sono le pellicole che ti fanno piangere nel buio della sala. In “Noi due sconosciuti”, 1960 Kirk Douglas e Kim Novak, entrambi sposati, si amano follemente, ma sono travolti dal senso di colpa. E’ quello che succede anche nel bellissimo “Breve incontro”, 1946 e in “Innamorarsi”, 1984, con la coppia glamour Robert De Niro e Meryl Streep presi dal sentimento durante il loro viaggio quotidiano tra i sobborghi e il centro di New York con un finale dolcissimo: i due s’ incontrano in un vagone ferroviario dopo la fine della loro storia e si abbracciano appassionatamente sulle note di un motivo musicale tenerissimo…..Molto più drammatico è il film di Truffaut, 1981 ” La signora della porta accanto” con Fanny Ardant e Gérard Depardieu, ex amanti ritrovatisi molto tempo dopo come vicini di casa. La loro passione sarà devastante e tragica. E infine tra gli altri è impossibile non ricordare “Adele H. , una storia d’ amore”, 1975, sempre di Truffaut, interpretata dalla straordinaria Isabelle Adjani innamorata persa e non corrisposta di un giovane affascinante ufficiale.
    Morale della favola: l’ amore è una bella complicazione, ma…che fa girare il mondo…..

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