San Vittore, Pereira svela la Prima della Scala ai detenuti

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Il sovrintendente ha raccontato ai carcerati l’opera che, il 7 dicembre, inaugurerà la stagione del Piermarini. Pereira ha anche auspicato che il premier Renzi possa prendere parte alla Prima, in una Milano blindata per la sicurezza

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di Redazione Milano online Corriere della Sera

Per il secondo anno consecutivo il sovrintendente della Scala Alexander Pereira è entrato nel carcere milanese di San Vittore per raccontare a un gruppo di detenuti e detenute Giovanna d’Arco, l’opera che il 7 dicembre inaugurerà la stagione lirica del teatro e che loro potranno vedere in diretta. Un’opera sull’eroina cristiana che combatte per l’unità della Francia, scelta ben prima delle stragi di Parigi. Anche per questo alla Prima non dovrebbe essere suonata la Marsigliese anche se, secondo il sovrintendente, «tutti i teatri dovrebbero mettersi insieme per far capire che la libertà, la possibilità di aprire la mente è una cosa importante per cui dobbiamo lottare». Pereira ha soprattutto cercato di spiegare ai detenuti la magia dell’opera che è «la forma più costosa di spettacolo», per cui servono almeno 250 persone ogni sera, ma è anche fatta di capolavori assoluti. «A volte la gente dice che è troppo costosa» ma non metterla in scena, ha osservato, «sarebbe come se al Louvre togliessero la Gioconda e non la facessero vedere perché l’assicurazione è troppo alta». E se il 7 dicembre «riuscirò a trovare il vostro cuore, mi basteranno dieci secondi, se riuscirò a dare un’emozione sarò felicissimo», ha aggiunto . Gli ingredienti sembrano esserci tutti: un cast eccezionale con Anna Netrebko che è «il più grande soprano al mondo», l’orchestra della Scala «che è la migliore al mondo nel repertorio italiano», il coro «che è il migliore al mondo» al di là del repertorio e il direttore milanese Riccardo Chailly che «spero darà alla Scala un grande futuro».
«Sarebbe bello se ci fosse Renzi»
Come da copione, ci sono anche le minacce di sciopero: rientrato quello dei lavoratori del teatro («sono felice di aver trovato un accordo con i sindacati, importante per dare tranquillità alla Scala», ha spiegato), adesso è la polizia locale a minacciare di non lavorare in un giorno sensibile dal punto di vista della sicurezza. Alla Scala – per la prima volta a Sant’Ambrogio – ci saranno i controlli dei metal detector. Ora è la polizia ad utilizzare quelli manuali ma in futuro, ha annunciato Pereira, «ci saranno investimenti e avremo i nostri metal detector». Di certo, nel foyer ad accogliere gli ospiti della serata sarà presente un albero di Natale. Quest’anno non lo vedrà il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, impegnato a Roma con il Giubileo che si aprirà il giorno dopo. L’augurio del sovrintendente, però, è che possa arrivare il premier Matteo Renzi. «Non so – ha detto – ma sarebbe bello». Inizia invece a delinearsi la lista di chi ha scelto di vedere l’opera a San Vittore. Una tradizione istituita dall’associazione Quartieri tranquilli di cui `anima´ è Lina Sotis: «È un miracolo che si ripete» ha detto la giornalista poco prima dell’incontro di oggi a cui ha voluto essere presente anche Carla Fracci che a San Vittore venne a ballare nella sezione femminile nel 1995. Pereira, che ha preferito non parlare in piedi al microfono, ma seduto in modo più informale, dopo che un detenuto gli ha fatto notare che molti non conoscono nemmeno i titoli principali delle opere, ha lanciato l’idea di fare tre o quattro incontri di presentazione all’anno in carcere. «Passare due o tre ore con Traviata – ha concluso – è piacevole, no?».

http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/15_novembre_27/san-vittore-pereira-svela-prima-scala-detenuti-4a8402c2-9527-11e5-b54c-257f4e9e995d.shtml

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