Woman in Gold, regia di Simon Curtis

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Riecco al cinema l’arte trafugata dai nazisti, ecco Woman in Gold dove la Dama in Oro è un quadro di Gustav Klimt – sequestrato alla legittima proprietaria, passato all’Austria ed esposto in un museo di Vienna – e a rivendicarlo, cinquant’anni dopo, è l’ebrea Maria Altmann, nipote nonché erede di Adele Bloch Bauer, la dama ritratta.

Avanti e indietro nel tempo tra Los Angeles e Vienna, in Woman in Gold scorrono in parallelo il presente dentro e fuori le aule giudiziarie (siamo nel 1998) e i flashback che rievocano i dolori, gli orrori ma anche le gioie del passato e il film ha una struttura narrativa classica un po’ convenzionale e didascalica ma trova il suo punto di forza nell’interpretazione sempre perfetta e raffinata della regina Helen Mirren, e poi è una storia vera, e poi i ripassi sulla memoria e sulle ferite della Storia ancora aperte fanno sempre bene così come interrogarsi sull’appartenenza dell’arte e sulle radici, quindi accomodatevi pure in sala…

Un pensiero su “Woman in Gold, regia di Simon Curtis

  1. pierfranco bianchetti

    Si, accomodatevi pure in sala come dice Ilaria. La spesa del biglietto è più che giustificata per questo bel film interpretato da una superba Helen Mirren ogni anno che passa la migliore tra le attrici britanniche e non solo.
    “Woman in gold” appartiene a filone del cinema storico dedicato alla salvaguardia delle opere d’ arte trafugate dai nazisti durante la seconda guerra mondiale.
    Vi ricorderete la bella pellicola in bianco e nero del 1964 ” Il treno” passata più volte in televisione, con Burt Lancaster, un partigiano ferroviere francese che cerca di impedire in tutti i modi la partenza di un convoglio carico di dipinti preziosi trasfugati nei musei e destinati per la cocciutaggine di un ufficiale tedesco appassionato di pittura verso la Germania.
    Ed ancora il recente ” The Monument Men” con George Clooney, ispirato alle gesta vere di un reparto specializzato di soldati americani incaricati di recuperare nel 1945 tutto il patrimonio artistico sottratto dai tedeschi ormai sconfitti.
    In “Woman in gold” ottima è anche la costruzione della sceneggiatura che alterna con sapienza il presente con il passato.
    Perciò se l’ argomento vi affascina sedetevi pure sulle poltrone del cinema e buona visione.

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