Lo stagista inaspettato, regia di Nancy Meyers

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stagistaVedovo settantenne non rassegnato alla pensione quindi in cerca di lavoro entra in un’azienda di abbigliamento online – fondata e guidata da una giovane donna capace nel lavoro ma assente in famiglia – come stagista senior.

Lo stagista Ben è Robert De Niro, la sua capa Jules è Anne Hathaway e dopo qualche scintilla iniziale i due entrano in sintonia e la stima, la fiducia e la collaborazione tra una donna ambiziosa e dinamica ma fragile e un uomo attempato saggio ed equilibrato sistemeranno parecchie cose, a entrambi.

Lo stagista inaspettato è una commedia attorno al lavoro, all’amore, alla solitudine, ai ritmi e alle età della vita e ai contrasti generazionali bonaria, benevola, piena di buoni sentimenti tutto sommato piacevole – merito anche della chimica tra De Niro e Hathaway – benché molto prevedibile e nonostante qualche smorfia e qualche leziosità di troppo e la lunghezza spropositata (alcune sequenze sono davvero inutili e allungano il brodo).

Un pensiero su “Lo stagista inaspettato, regia di Nancy Meyers

  1. pierfranco bianchetti

    “Pensionato cercasi!!”
    Sono d’accordo con Ilaria. Il film è carino anche se un po’convenzionale e lungo.
    A me pare che però sia un manifesto politico-sociale contro l’età pensionabile.
    Perché volete mettervi a riposo quando ancora avete tante energie?
    Si, De Niro stanco di passare il tempo con hobbies e corsi per pensionati di ogni genere torna a lavorare attratto da uno stage per ex lavoratori.
    Come dire allughiamo ulteriormente l’età necessaria a lasciare la nostra attività.
    Anzi, magari la portiamo a 75 anni così tutti sono felici soprattutto l’Inps (non so come si chiama la struttura equivalente negli Stati Uniti).
    Se poi qualcuno ha il cattivo gusto di schiattare prima peggio per lui…….!
    E no cari signori, la pensione è invece un’occasione straordinaria per cambiare la nostra vita e esplorare sentieri nuovi senza più problemi di retribuzioe. E vi pare poco?
    Per tornare al cinema vorrei citarvi solo qualche film con al centro la figura del “collocato a riposo”.
    In “A proposito di Schmidt” un memorabile Jack Nicholson ci mostra il passaggio dall’età lavorativa a quella della pensione con le sue difficoltà e le sue aspettative.
    In “Gran Torino” Clint Eastwood ex operaio della Ford vive da solo in un quartiere multietnico di Detroit e si occupa di tenere in funzione la sua lussuosa Gran Torino classe 1972, solo e un po’ dimenticato dai figli.
    In ” Vivere alla grande”, 1979 tre vecchi signori newyorkesi stufi di passare il tempo ai giardini pubblici senza far nulla decidono di rapinare una banca di Manhattan!!
    In “Fantozzi va in pensione” tutti coloro che non lavorano più sono praticamente destinati alla disperazione….
    E chiudiamo con “Umberto D.” del grande Vittorio De Sica, un film che fece piangere copiosamente Charlin Chaplin in una saletta di Hollywood durante la proiezione privata alla quale assisteva il regista italiano. Al termine “Charlot” abbracciò De Sica e gli disse: “Lei non è un regista, lei è un poeta, ma le do un consiglio, torni in Italia a fare il suo cinema.
    Qui a Hollywood la rovineranno sicuramente!!”…..

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