A Napoli non piove mai, regia di Sergio Assisi

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Barnaba (Sergio Assisi) ha 38 anni, è affetto dalla sindrome di Peter Pan, vive con mammà e papà, si sveglia poco prima dell’una meno venti, passa il giorno a non fare nulla eccetto scattare foto per strada e continua a credere in un destino benevolo; Jacopo (Ernesto Lama) è un impiegato affetto dalla sindrome dell’abbandono, frustrato e sempre sull’orlo del suicidio; Sonia (Valentina Corti) è una restauratrice affetta dalla sindrome di Stendhal in trasferta dal Nord per riparare il quadro di una chiesa: benvenuti al Sud, benvenuti nella Napoli di Sergio Assisi, dipinta come una città colorata, luminosa, simpatica, allegra, spensierata, al di sopra del malaffare, sempre pronta ad accogliere e abitata da persone che non si fanno piegare dalle difficoltà e che continuano a sperare di vedere realizzati i propri sogni.

A Napoli non piove mai è una commedia esile, leggera, piena zeppa di folklore e luoghi comuni e con battute, giochi ed equivoci linguistici davvero ai minimi che non fanno neppure ridere ma almeno non ha pretese, il che è già qualcosa, e poi è un’opera prima con tutti gli sforzi di produzione e distribuzione che la cosa comporta e poi gli attori di contorno sono ben scelti e infine le musiche di Louis Siciliano Aluei si fanno sentire con piacere.

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