Wim Wenders – Ritorno alla vita

di

wendersUno scrittore in crisi lavorativa e affettiva investe due bambini sfuggiti alle attenzioni di mammà, uno muore, l’altro sopravvive, lo scrittore piomba nei rimorsi e nel senso di colpa ma col tempo ritrova la linfa creativa e quindi un grande successo lavorativo, ma non solo: il regista tedesco sceglie un luogo innevato e ghiacciato per ambientare un melodrammone freddo, distante e raggelato – come e forse anche più dei paesaggi – che non funziona (a parte la fotografia e le luci, notevoli), non emoziona e al quale non si riesce mai a partecipare.

Lentezza estenuante, tanta noia, sbadigli continui e quante occhiate alle lancette dell’orologio…

Un pensiero su “Wim Wenders – Ritorno alla vita

  1. pierfranco bianchetti

    C’ era una volta il “Nuovo Cinema Tedesco”, quello di Wenders, Fassbinder, Herzog e soci, uno sguardo nuovo sul pianeta Germania che diventerà leggenda. “Alice nelle città”, “Falso movimento”, Nel corso del tempo”, fanno affluire nei cinema milioni di giovani spettatori affascinati da un linguaggio filmico originale e inedito.
    Wenders, giovanotto dai lunghi capelli innamorato dell’ America, della sua musica rock, dei flippers e juke-box, con “L’amico americano” del 1977 raggiunge l’apice del successo consolidato da “Lo stato delle cose”, “Paris, Texas”, “Il cielo sopra Berlino”.
    Poi a parte qualche sguizzo (“The Million Dollar Hotel”) il suo taleto si spegne lentamente.
    Sbaglia film dopo film ed invece di un diverso modo di esprimersi con la macchina da presa la noia diviene la prerogativa del suo cinema.
    Il regista sembra ormai incapace di ritrovare la capacità di stupire il pubblico e la critica.
    E’ vero che lui continua a vivere di rendita. Wenders è sempre Wenders, ma quanto durerà la cuccagna?
    Nel frattempo se soffrite di insonnia andate pure nella sala buia che già di per se concilia il sonno. Se sullo schermo poi non appaiono immagini in grado di affascinarci un russare dolce e rilassante invaderà la sala.
    Non preoccupatevi. E’ successo anche a me, che pure faccio indegnamente il critico cinematografico, di essere svegliato dalla collega accanto con una gomitatina necessaria a ritornare alla realtà……che vergogna………..

    Replica

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *