Teneramente folle, regia di Maya Forbes

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Giugno nelle sale, riprendiamo coi tesori di fine stagione: ecco quindi Teneramente folle dove la sceneggiatrice Maya Forbes racconta la sua infanzia difficile con padre affetto da disturbo bipolare attraverso la storia di Cameron, Maggie e delle loro due figliolette affidate alle cure paterne quando mamma Maggie si trasferisce a New York per un Master alla Columbia University.
Riuscirà Cameron – padre irresponsabile e allo stesso tempo amorevole e amoroso – ad allevare Amelia e Faith? e come? e poi riuscirà a ricucire il rapporto con la moglie?
Certo, la regista racconta un tema doloroso e spinoso come la malattia mentale privilegiando toni lievi e rassicuranti e spargendo forse troppo zucchero ma Teneramente folle è un film cui non si riesce a non voler un grandissimo bene e poi Mark Ruffalo dà a Cam milleuna sfumature – tra l’altro verrebbe voglia di riempirlo di abbracci, tenerezza e dolcezza -, Zoe Saldana è una Maggie dolce ed energica semplicemente deliziosa, come le due attrici bambine, e l’amore, già l’amore, si rivela un sentimento dalla forza davvero infinita, invincibile, incontenibile, impareggiabile.
In sala, in sala…

3 pensieri su “Teneramente folle, regia di Maya Forbes

  1. pierfranco bianchetti

    Il disturbo bipolare del soggetto maniaco depressivo è stato raccontato molte volte al cinema. In “Francis” del 1983 ( con una grandissima Jessica Lange) abbiamo conosciuto la vita di Frances Farmer, una donna appartenente ad una famiglia colta ed altolocata di Seattle, anticonformisra e ribelle che vuole diventare attrice. Sarà travolta dalla mentalità chiusa e bigotta dell’ epoca. Rinchiusa in case di cure per malattie mentali subirà vari interventi di elettrochoc e pefino di lobotomia da brivido. In “Diario di una schizofrenica”, 1968, di Nelo Risi, una diciassettenne è ricoverata dai suoi genitori in una clinica specializzata in Svizzera dove fortunatamente per lei sarà curata da una psichiatra all’ avanguardia che la riporterà alla normalità e alla vita. In “Follia”, 2005, Stella ( la brava Natasha Richardson scomparsa qualche anno fa’ in seguito ad un incidente sugli sci), moglie di uno psichiatra va a vivere in un ospedale per alienati. Siamo in Inghilterra negli anni Cinquanta e la mentalità soffocante del luogo porterà la donna ad innamorarsi di un paziente affascinante, un bipolare pericoloso inevitabilmente causa della sua perdizione ….E ancora in “Mr. Jones”, 1993, Richard Gere è un soggetto bipolare che alterna momenti di euforia con altri di profonda depressione. L’ amore di una psichiatra forse lo salverà dai suoi demoni…. Nel film recensito da Ilaria la malattia è vista con toni meno drammatici. Mark Ruffalo , il protagonista ( geniale, se non vince l’ Oscar questa volta ci arrabbiamo di brutto…..), è un padre di famiglia,, tenero, dolce che cerca di combattere i suoi stati di irritabilità e di abbattimento psicologico aiutandosi con l’ immenso amore che prova per i figli e per la moglie. Un film da vedere e rivedere in questo periodo di stanca. Ne uscirete sereni ed emozionati. Alcune spettatrici si chiederanno dove incontrare un uomo simile, disturbato, è vero, ma forse molto meno di altri considerati normali………..

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  2. Ilaria d'Andria Autore articolo

    Già, la malattia mentale e il cinema: l’elenco dei film è lunghissimo, quando hai tempo continualo per noi.
    Vogliamo ad esempio parlare di “Qualcuno volò sul nido del cuculo”?
    Che grande voglia di rivederlo.

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  3. pierfranco bianchetti

    Pensate che “La fossa dei serpenti”, un film strepitoso del 1948 di Anatole Litvak con Olivia de Havilland premiata a Venezia come migliore attrice di quella edizione, è stato lo spunto per poter poi realizzare “Qualcuno volò sul nido del cuculo” molti anni dopo. Il film racconta la storia di Virginia, una donna dal passato familiare sofferente ( sua madre era crudele e il padre per fortuna invece amorevole, ma poi morto troppo presto). Dopo essersi sposata lei comincia ad avvertire amnesie e disturbi psichici aiutata da suo marito innamoratissimo. Ricoverata in un ospedale psichiatrico vicino a New York, Virginia inizialmente finisce in un reparto” tradizionale” in mezzo a povere alienate mentali che vivono tutte insieme mella “fossa dei serpenti”, un ampio locale così chiamato perchè nel passato i “pazzi” venivano gettati appunto in un buco pieno di rettili. Si era convinti che lo choc li avrebbero guariti….( ovvio che impazzivano definitivamente !!). Grazie all’ intervento del dr. Kirk ( un medico esistito realmente), una sorta di Franco Basaglia ante litteram che usa la terapia della psicanalisi e non i metodi barbari dei suoi colleghi,tipo i micidiali elettrochoc, la donna risale ai ricordi ella sua infanzia e ai traumi subiti ( il mancato amore della mamma) e finalmente guarisce. Il giorno della dimissione dall’ ospedale Virginia lasciato momentaneamente il marito che è venuta a prenderla, si avvicina al dr. Kirk e gli dice: ” Grazie dottore per tutto quello che ha fatto per me. Adesso non sono più innamorata di lei”. E lui beatamente le risponde: ” Non si preoccupi signora, non lo è mai stata !” E’ la rappresentazione del transfert quel particolare rapporto affettivo che si instaura tra lo psicanalista e il paziente spesso scambiato per amore senza esserlo assolutamente. Sono tante le pellicole sull’ argomento. Da “Io ti salverò”, 1945 di Alfred Hitchock con Gregory Peck che si spaccia per uno psichiatra ed è salvato dai suoi deliri dalla bella collega Ingrid Bergman ( con le scenografie surrealiste di Salvador Dalì) a “Family Life”, 1971 di Ken Loach, incentrato su di una ragazza soffocata dal perbenismo di una famiglia inglese, anche lei curata da un medico all’ avanguardia ( il film si basa sulle teorie antipsichiatriche di Donald Lang), fino al recente “Si può fare”, 2011 di Giulio Manfredonia con Claudio Bisio nel panni di un sindacalista mandato a dirigere una cooperativa di ” matti slegati” dalla legge Basaglia, che capisce come attraverso il lavoro si possa restituire la dignità ad un essere umano. L’ elenco è lungo, ma il mio spazio finito. Grazie a Ilaria e a voi per la pazienza…..

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