Black or white, regia di Mike Binder

di

black orOltre l’alcool in dosi massicce al neovedovo avvocato Elliot Anderson resta soltanto la nipote Eloise, orfana di mamma e con un padre assente, tossicodipendente, sciagurato nonché afroamericano. La faccenda si ingarbuglia quando la combattiva ingombrante nonna paterna chiede l’affidamento della bambina.
Riecco il conflitto razziale, riecco la battaglia legale, riecco giudici, testimoni e tribunale affrontati con toni equilibrati e concilianti senza troppi stereotipi né intenti strappalacrime, ma riecco soprattutto Kevin Costner – nei panni di nonno Elliot e anche produttore del film – che con sguardo smarrito e fisico provato si addossa l’intera storia e che si rivela un fascinoso magnetico sessantenne stravalendo da solo il prezzo del biglietto.

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