Cinema: “Sotto una buona stella”, regia di Carlo Verdone

di

sotto una buona stella

Non c’è pace per Federico Picchioni: l’ex moglie muore, perde il lavoro, i due figli e una nipote di tre anni gli piombano in casa, la compagna lo molla (buon per lui: è di rara antipatia) e lo stesso fa la colf. Federico (interpretato da Carlo Verdone) si rivela un padre inadeguato e assai imperfetto, cerca di rimediare a errori e mancanze sbagliando di continuo e facendo solo peggio, per fortuna abita in un condominio coi muri di burro e Luisa – una tagliatrice di teste dotata di molto buon senso  – si è trasferita da poco nell’appartamento a fianco.

Se Verdone fatica a fare il padre, il film procede a fatica, la narrazione non è sempre scorrevole e ci si annoia, persino, ma Verdone emana illimitata simpatia e chi gli vuol bene gliene vuole anche quando, come stavolta, non fa centro.

Oltreché dentro le case, Sotto una buona stella presenta luoghi di Roma meno consueti, quali la Basilica dei Santi Pietro e Paolo all’Eur e il Cimitero Acattolico dove è sepolto il poeta John Keats.

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