La moda nel Settecento

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E' nel XVIII secolo, in Francia, che nasce l'idea di 'moda' che noi conosciamo. Grazie a Luigi XIV che nel XVII obbliga i suoi cortigiani a un abbigliamento sempre più costoso, con Luigi XV quelli che prima erano onesti artigiani diventano degli 'stilisti' affermati, corteggiati, osannati e… strapagati.
Calzolai, sarte, parrucchieri, cappellai, profumieri, gioiellieri, tessitori di stoffe e di nastri sfruttano a loro vantaggio una società dove si sacrifica tutto all'apparenza, e lanciano continuamente delle novità che, se verranno portati dalle persone giuste, diventeranno un 'must' per tutti, non solo in Francia ma anche in Europa. E dureranno sempre meno, continuamente sostituite da altre novità 'irrinunciabili'. Non adeguarsi, non rinnovare in tempo il guardaroba espone al crimine peggiore di tutti: essere ridicoli.
Le nuove creazioni prendono i nomi dagli scandali politici, dell'attualità, dal personaggio del giorno sulla bocca di tutti e dal testimonial famoso che le esibisce.
I calzolai Charpentier e Bourbon trattano con familiarità le duchesse per le quali creano scarpette in raso, seta, velluto, con o senza talloni ma sempre col tacco di cinque, sette anche nove centimetri, e fibbie preziose in oro, argento o diamanti.
I coiffeur usurpano il mestiere alle pettinatrici grazie a pettinature sempre più complesse e imponenti, scrivono trattati, aprono accademie. I loro nomi sono Frison, Legros, Frédéric, Léonard, Lagarde, Beaulard.
La Bertin diventa famosa perché i suoi modelli sono indossati da Maria Antonietta e diverrà tanto potente da essere chiamata 'la ministra della moda'. Nascono le riviste illustrate per esportare ovunque il gusto 'alla francese'.
Anche la parola 'moda' nasce allora. Prima si parlava di 'modes', al plurale. Quando le scoperte scientifiche si fanno sempre più numerose ecco imporsi il vocabolo 'moderne' e di conseguenza abiti, scarpe, capelli, pettinature 'à la moderne', che con la mania dell'abbreviazione tipica dei parigini diventa 'à la mode'.

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