Un’altra Venezia

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Mentre tutti si affollano sulla terrazza dell’Excelsior e ammirano l’intatta capigliatura di Al Pacino miracolosamente più folta di quella di Marzullo, sul red carpet del festival del cinema al Lido, è il momento ideale per tagliare la corda e con il vaporino tornare al tramonto a Venezia, fermata Giardini. Oltre la massa del mega panfilo Tatoosh di Paul Allen ormeggiato sulla Riva dei Sette Martiri e dietro il m&ælig;stoso via vai delle ipertrofiche navi da crociera che lasciano la laguna, si ritrova pace e silenzio nei viali dei giardini risorgimentali di una zona della città placida e silenziosa. E si scopre che quella vecchia grande serra ottocentesca di vetro e ferro battuto abbandonata, da un paio di mesi è stata completamente restaurata ed è diventato La Serra Dei Giardini, un laboratorio per la cultura del verde. Illuminata, al tramonto, è un irresistibile richiamo: c’è un caffè bio aperto dalla mattina fino a sera che offre, all’interno e nel giardino, bomboloni a colazione, robusti brunch e aperitivi serali con ottimi vini (organici, senza uso di solfiti). La serra continua la vendita di fiori e piante, è un centro botanico con corsi per bambini e famiglie e organizza mostre, esposizioni e feste private.
A pochi metri, nella via Garibaldi, un canale interrato alla fine dell’800, l’arteria principale del Sestiere del Castello, proprio accanto alle Corderie, ci si ritrova in una Venezia ancora popolare, con calli strettissime, bottegucce zeppe di merci come ai tempi di Giovanni e Sebastiano Caboto (che da qui partirono per scoprire Terranova e Paraguay), forni del pane e i locali di una volta (Hostaria all’Ombra, al Garanghelo, Al Nuovo Galeon) ancora lontani dai riti e dalla fretta globalizata di San Marco.
Al massimo qualche moderna incursione artistica come la Fondazione d’arte Gervasutti sul fondaco de San Gioachin, e una salumeria trasformata in un Art Space dove giovani artisti del gruppo palermitano Nostra Signora allestiscono di notte una mostra (aperta fino al 9 ottobre al n°1769 di via Garibaldi): Meat-ing Art dai contenuti espliciti e provocatorii.

Per chi va a Venezia (in una delle migliori stagioni come l’autunno) è sempre un problema riuscire a mangiare decentemente e senza rovinarsi il portafogli: ecco alcuni dei posti testati e garantiti , con ottimi cibi e prezzi convenienti.

A Cannaregio:

Alla vedova
Ai 40ladroni
All’Anice
Gam Gam
Marisa
Alla Corte del remer (campo san Bartolomeo)

A Dorsoduro

Da Sandro (calle lunga de San barnaba)
Al Botegon (a San Trovaso)

Al Castello

La corte Sconta

Alla Giudecca:

Figli delle stelle
Altanella
Da crea
Ai Do Mori

A San Marco:

Ai Do Forni

Bar e caffè

A Cannaregio

alle Fondamenta della Misericordia
o in Campo Santa Margherita

a La Fenice:

Il Bar centrale
e l’Antico Martini

In campo San Luca:
Al Muro

Un pensiero su “Un’altra Venezia

  1. liquirizia

    Vero, l’autunno è il momento migliore: nebbia, pochi turisti, acqua(alta)-gym nella Piazza-salotto più bello del mondo. Nel viaggio di andata leggete “Fondamenta degli Incurabili” di Brodskij. Buoni anche i paninetti di Lele ai Tolentini (p.le Roma) e ai Nomboli vicino la casa di Goldoni (San Polo); al sabato aperitivo di mezzodì al Marca’ e serale da Naranzaria in zona mercato di Rialto.

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