DIVERSI MA OMOLOGHI?

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Ho sempre trovato interessante il comportamento umano rispetto al “diverso” inteso come differente, speciale, fuori dalla norma. Tutti pronti ad osannare l’artista che crea qualche cosa di diverso, a cercare un luogo di vacanza diverso, a possedere un capo di abbigliamento, un accessorio , un gioiello diverso da quello delle amiche, ad avere una casa “unica” e riconoscibile … diversa, desiderosi di emergere per la propria soggettività diversa dalla massa, ma al contempo alla ricerca del contrario: essere riconosciuti come parte di un gruppo, di un club, di uno strato sociale, anelanti a inutili status symbol, tranquillizzati dall’appartenenza rassicurante alla normalità, insomma essere uguali a tanti altri, omologati dalla codificabilità… Difficile essere c&œlig;renti?

3 pensieri su “DIVERSI MA OMOLOGHI?

  1. Giobbi..

    Difficile essere se stessi. La maggior parte dei nostri movimenti sono obbligati dal mondo che ci circonda, condizionati dal pensiero comune. Per vivere meglio pensare a ciò che ci fa stare bene, chi sta intorno se ne farà una ragione. Essere c&œlig;renti ha pro e contro, cambiare strada e idee in corso è sengno di intelligenza.

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  2. Lina Sotis

    Caro Adrea, mentre leggevo le prime 3 righe avevo voglia di risponderti con il concetto che hai espresso nelle ultime tre righe. Come dire la penso esattamente come te: difficile essere c&œlig;renti.

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  3. Nontiscordardime

    La penso come Giobbi… la c&œlig;renza è nel cercare di essere se stessi non nel voler mostrare sempre la stessa immagine di se stessi…per cui quest’ultima può anche cambiare, perchè no? Non mi sono mai posto il problema di emergere ne quello di far parte di un gruppo. Se ciò è avvenuto è successo in modo del tutto naturale… così come voglio vivere..tutt’acqua e sapone. 😛 A volte nemmeno il sapone! 😛 BAUUUUU

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