Maledimiele

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Non è il titolo di un libro ma un film che è stato presentato a Venezia l’anno passato e che mi hanno invitata a vedere. E’ un film che parla dell’anoressia che colpisce una moltitudine impressionante di giovani in Italia ma non solo. Quando mi hanno invitata mi spaventava l’idea che il tema trattato potesse indugiare su un’intenzione calligrafica e amareggiante, invece, il regista, bravissimo, l’ha trattata con profondità e “disinvoltura” rendendo il tema, terribile nella sua gravità, alla portata di tutti. Alla portata degli adulti che si sentono “al sicuro” e ai quali piacerebbe sentirsi rassicurati nel loro ruolo sociale, genitore, educatore, “osservatore” ecc…)e ai quali invece è chiesto di riflettere; alla portata dei ragazzi che si sentono soli, che hanno il mondo in mano e in diretta costante ma che si trovano impreparati ad affrontare la “semplicità” e la “naturalità” della fatica di vivere: fatica di imparare, fatica di ascoltare, fatica ad accettare il rifiuto; fatica a tematizzare il senso del ‘sè’, e le frustrazioni che da esso si generano. Nel film si legge bene questa fatica che viene raccontata senza eccessi nè indulgenze. La vita è dura per tutti, ma proprio per tutti, e il finale “aperto” (nel senso che non pone risposte certe ma offre la possibilità di riflettere con lucida serenità) è una magnifica possibilità di trovarvi un pezzo della propria storia, un pezzo della propria vita. Bello, davvero. Il film non è ancora nelle sale. probabilmente uscirà a settembre. Se vi capiterà andate a vederlo e magari poi ne riparleremo.

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