Archivio dell'autore: Patricia A.

Asado

asado

Quando mi chiedono: «Da dove vieni?» io rispondo: «dal Rio della Plata», dal paese più piccolo del Sud America in mezzo a due giganti: il Brasile e l’Argentina. Sì, qui si trova il mio piccolo Uruguay, con solo 3.000.000 di abitanti, lì dove il tramonto ti fa credere che il cielo e il mare si possano toccare e il mare non finisce più. E che cosa mangiate in Uruguay? Rispondo: «L’asado, un taglio della costata di manzo.»

E una preparazione semplice, ma viene vissuta da noi come un rituale, perché è un momento conviviale, quando tutti gli amici e i parenti si trovano insieme, gli uomini intorno al fuoco della enorme parrilla (griglia) e si aspetta che diventi brace, che prenda un bel colore rosso per cuocere lentamente la carne condita solo con il sale e qualche erba aromatica e, piano piano, comincia la cottura. Nel frattempo le donne preparano e servono l’antipasto e del buon vino rosso. La carne viene poi servita con insalata di verdura.

Che bello il clima durante la preparazione dell’asado, seduti intorno al fuoco in attesa del piatto. Ecco, attraverso la preparazione di un semplicissimo piatto, mi piace far conoscere una ricetta della cucina del mio bellissimo paese: a volte le cose più semplici diventano parte della cultura di un popolo.

Cent’anni di solitudine

Gabriel Garcia Marquez

Dalle nostre parti dicono: quando un amico se ne va, lascia uno spazio vuoto che non si può riempire se non con l’arrivo di un altro amico. Quando un amico se ne va, si è perduta una stella che non tornerà più a brillare. Se per noi una stella non brilla più, si è spenta, però lascia al mondo il ricordo della sua fiamma. In Sud America, ma anche in tutto il mondo c’è un gran vuoto, tutti i latino americani piangono Gabriel Garcia Márquez, scrittore, grande poeta e grande lottatore per i diritti calpestati del nostro Continente, flagellato dall’imperialismo. L’eredità che lascia una persona quando muore è la grandezza che diventerà indimenticabile con un segno indelebile in tutto il mondo. Chi di noi non ha mai fatto una tesi sul suo best seller Cento anni di solitudine, con la sua ricchezza soprattutto spirituale, morale e civile. La differenza tra un profeta e un poeta è che il profeta vive di quello che ci insegna, e il poeta non lo fa, può scrivere dei versi d’amore senza amare. L’arte dello scrittore è sapersi rivolgere all’umanità, parlare di amore, bellezza e sapere che tutto il bello non è buono, ma noi sappiamo che tutto ciò che si scrive sulla bontà è bello. Ciao Maestro, Poeta, per tutta la ricchezza letteraria che ci lasci. Ma non saranno cento anni di solitudine, perché tu sei di fianco a noi. Hasta siempre compañero!

Qualche volta i sogni diventano realtà

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Oggi sarà presentato il nostro giornale «Oltre gli Occhi». Che gioia! Con ammirazione a tutte le ragazze, mie compagne, che non hanno mai mollato e finalmente vedono la loro e, ormai anche mia, nave cominciare la nostra navigazione. Speriamo che ogni numero arrivi più lontano.

Devo anche ringraziare le persone che, con il loro lavoro, ci hanno aiutato a raggiungere questo traguardo. In realtà non avevo ben capito il senso della parola “volontariato”, fino a che non mi sono trovata in questa situazione, vedendo queste persone che dedicano parte della loro giornata a noi, che si impegnano per realizzare i nostri sogni. A tutte loro auguro che nel proseguio della loro vita si sentano fiere e soddisfatte per averci sollecitato ad esprimerci, perché tutti abbiamo una missione nella vita, solo pochi lo scoprono.

Battezziamo il varo della nostra nave con una bottiglia e auguriamoci che arrivi davvero lontano.

 

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La forte pioggia che cade per dire addio al tuo popolo e a tutti quelli per cui hai lottato: abbattere il muro del razzismo. Ribadire il diritto per il quale tu, Martin Luther King e Malcolm X avete tanto lottato e anche dato la vostra vita. Possiamo ancora credere che ci avete lasciato un’eredità sociale e anche che si possa combattere una guerra senza armi. Perché è l’intelligenza che deve lottare contro l’ignoranza.

Grazie, Nelson Mandela, e, come ho letto in un libro, solo lui era degno di cercare il Graal. Lui lo ha trovato portando il suo popola alla riunificazione. Ora tutto il mondo piange la sua dipartita come dei figli orfani del loro padre.

“Dal profondo della notte che mi avvolge

buia, come il pozzo più profondo che va da un polo all’altro,

ringrazio qualunque dio esista

per l’indomabile anima mia.”

[Brano tratto da Invictus, poesia di Ernest Henley. La poesia è citata nel film del 2009, Invictus – L’invincibile di Clint Eastwood. Viene infatti usata da Nelson Mandela (Morgan Freeman) prima per alleviare gli anni della sua prigionia durante l’apartheid e poi per incoraggiare il capitano della squadra sudafricana di rugby François Pienaar (Matt Damon).]