Archivio dell'autore: Ludovica Amat

Informazioni su Ludovica Amat

Scribacchina per passione, campa risolvendo problemi di comunicazione ad aziende e persone, prediligendo chi produce alimenti e bevande.

Il libro che mi ha cambiato la vita? Il codice dell'anima di james hillman

ero su un percorso accidentato, tanto per usare un eufemismo. a denti stretti affrontavo per la prima volta la consapevolezza di un fatto che investì la mia infanzia come un uragano e poi si nascose sotto il tappeto, fino ad essere disvelata (è la stessa traduzione di apocalisse, no?) circa 30 anni dopo, nello studio di un’analista. Il codice dell’anima di Hillman, capitato per caso tra le mie mani qualche tempo dopo, fu una seconda rivelazione, mi offrì un diverso punto di vista. e i punti di vista cambiano percezione e senso dell’esistere. bastò questa citazione, messa a mo’ di prefazione, tra le altre: “la cosiddetta esperienza traumatica non è un incidente, bensì l’occasione che il bambino stava pazientemente aspettando (e se non si fosse verificata quella, ne avrebbe trovata un’altra, ugualmente banale) per poter dare necessità e direzione alla propria esistenza, in modo che essa diventasse una faccenda importante.” Il libro fu tra le mie mani poco meno di 20 anni fa. Potete immaginare il mio stupore quando due anni fa entrando in una chiesa, per la prima volta in età adulta “volutamente” all’ora della messa, senza dover quindi compiacere nè accompagnare nessuno, semplicemente perchè dopo molti precedenti e non pianificati passi questo volevo fare. potete immaginare il mio stupore, allora, al momento dell’omelia -che apprezzo come sorprendente per contenuti e stile e trasversalità delle letture- quando sento citare james hillman? ricordo che sono così sbigottita che mi giro e interrogo con gli occhi le poche e distratte vecchiette che ho intorno per chieder loro: ma CHI di voi ha letto hillman? e concludo tra me e me, con imperdonabile superbia, o una fede principiante, che forse allora Dio vede anche me, parla anche a me. chissà

Il libro che mi ha cambiato la vita? Il codice dell’anima di james hillman

ero su un percorso accidentato, tanto per usare un eufemismo. a denti stretti affrontavo per la prima volta la consapevolezza di un fatto che investì la mia infanzia come un uragano e poi si nascose sotto il tappeto, fino ad essere disvelata (è la stessa traduzione di apocalisse, no?) circa 30 anni dopo, nello studio di un’analista. Il codice dell’anima di Hillman, capitato per caso tra le mie mani qualche tempo dopo, fu una seconda rivelazione, mi offrì un diverso punto di vista. e i punti di vista cambiano percezione e senso dell’esistere. bastò questa citazione, messa a mo’ di prefazione, tra le altre: “la cosiddetta esperienza traumatica non è un incidente, bensì l’occasione che il bambino stava pazientemente aspettando (e se non si fosse verificata quella, ne avrebbe trovata un’altra, ugualmente banale) per poter dare necessità e direzione alla propria esistenza, in modo che essa diventasse una faccenda importante.” Il libro fu tra le mie mani poco meno di 20 anni fa. Potete immaginare il mio stupore quando due anni fa entrando in una chiesa, per la prima volta in età adulta “volutamente” all’ora della messa, senza dover quindi compiacere nè accompagnare nessuno, semplicemente perchè dopo molti precedenti e non pianificati passi questo volevo fare. potete immaginare il mio stupore, allora, al momento dell’omelia -che apprezzo come sorprendente per contenuti e stile e trasversalità delle letture- quando sento citare james hillman? ricordo che sono così sbigottita che mi giro e interrogo con gli occhi le poche e distratte vecchiette che ho intorno per chieder loro: ma CHI di voi ha letto hillman? e concludo tra me e me, con imperdonabile superbia, o una fede principiante, che forse allora Dio vede anche me, parla anche a me. chissà

Apologia del trasloco

Ho letto che lo stress da trasloco è ritenuto assimilabile a quello derivato da un grave lutto. Mi sento orgogliosamente fuori statistica e desidero incoraggiare i traslocanti tutti. Cambiare casa mi mette addosso una specie di solletico, una fibrillina come neanche un piatto di ostriche (ce ne sarà mica una avariata?), come neanche un invito galante (che di fibrillina me ne mette così tanta che poi declino, con la scusa del torcicollo), come neanche partire per le vacanze (che partire è un po’ morire). Il trasloco è l’avventura perfetta, come un viaggio lontano lontano (però senza l’&ælig;reo che cade) e restando vicino. Ho cambiato 14 case ed ogni volta è stata incomparabile la prima perlustrazione, appena finiti i lavori, le dita e i capelli spruzzati di intonaco, per mappare il circondario, scegliere quelli che diventeranno i miei posti. Il trasloco è l’unico serio pretesto per passare tra le mani (seduti per terra, come bambini) fotografie, oggetti, libri, pezzi di identità, e decidere quali conservare. E’ l’unico serio motivo per disfarsi di inutile ciarpame, chili e chili di cose inutilmente accumulate, molte delle quali possono essere invece utili a qualcuno. E’ la possibilità di cambiarsi la pelle, colorando pareti, trovando nuove destinazioni agli oggetti e alle stanze. E’ spesso l’unica opportunità per sperimentare la vertigine del cambiamento. A Milano cambierei casa ogni 3 anni, per impararla tutta. Negli ultimi 4 anni sono passata da 200 a 65 metri quadri, sentendomi sempre a casa e guadagnando in leggerezza, in libertà di piede. Quasi quasi scrivo un manualetto di sopravvivenza al trasloco. Può servire?

I FAVOLOSI ANNI 50

qualche giorno fa ho accompagnato un’amica ad un aperitivo anni ’50 organizzato da la Cucina Italiana. Per lanciare una linea di tovagliette, borsa spesa e grembiule con le immagini delle copertine di quegli anni (dove al centro della foto non c’era il piatto ma perfette e felici padrone di casa ai fornelli) hanno offerto agli ospiti tutti i piatti che allora si preparavano per i rinfreschi, detti anche cocktail, meravigliosamente fuori moda, fuori e dentro il piatto. Un tuffo nel passato, confortante e rassicurante, dove il cibo non metteva soggezione e tanto meno ne metteva chi lo preparava. ma la cosa che mi ha più deliziato sono state le ragazze che lavorano alla rinomata scuola, anna, caterina, federica e le altre di cui non ricordo i nomi, tutte vestite fedelmente secondo il gusto di quegli anni. vitini strizzati, decolletè ampi ma spalle coperte, gonne a ruota, tessuti fantasia, tacchi di qualche centimetro; ognuna secondo il suo stile: ERANO BELLISSIME! quelle sì che sono ragazze da marito, ho pensato, pure quelle sposate. e pensare che saremmo tutte così più belle ri vestite da donne donne

eccomi eccomi

ma io vorrei scrivere che mi sono maritata, o di aver fatto il giro della terra sultappeto volante, qualcosa di avventuroso. e invece niente di niente. dopo il trasloco (ve ne parlerò) e il il carondimonio di caldo, ho preso il piroscafo. ho dormito per terra in una specie di sala riunioni dove famiglie di contorsionisti si addormentavano acciambellati come rampicanti alle -cosiddette- poltrone. io e il mio fierissimo materassino dechatlon che si gonfia con una apparecchietto che ho prestato a tutti, guadagnadomi sempiterna gloria ma soprattutto che non mi calpestassero, abbiamo passato la nottata. in effetti per sbarcare sulla propria infanzia nulla è meglio che scivolare sull’acqua per 13 ore. poi quella luce e tre ore di odore di campi secchi e quelle montagne tagliate a metà e le radio locali e poi man mano che ti avvicini arrivano i pini e gli eucalipti. l’ho trovata sè stessa, un po’ migliorata ma con i fondamentali invariati e le ho rinnovato il mio innamoramento, alla mia città: cagliari, che non andavo a trovare e percorrevo da 17 anni ma, da sola, da molto più tempo. sono stata bene, le molte parti della mia famiglia mi hanno accolto meglio del figliol prodigo, sono tornata nella mia città (sì, anche milano è la mia città) più forte e più libera. buon anno tranquilli, per me inizio anno è settembre, come quando andavo a scuola..

DIETA LUDOVIKAN GIORNO 15

hahahaahaha. ve l’ho fatta. dovevo pesarmi lunedì mattina, ma…col piffero che mi pesavo dopo il pranzo di comunione della mia nipotina. in realtà ho solo piluccato, ma tutto così spaventosamene associato..carne con pasta, con formaggio con pane, con fragole e con gelato. così mi sono pesata di martedì e yuhuuu dall’inizio abbiamo eliminato 8 etti. embè? direte. e invece va bene, dai. il problema è che muoio di fame, (e chi mai mangiava per fame prima?) ma vedo che resisto, benchè alla vista non veda grandi differenze. oggi ho sostituito il pane della mattina con le gallette di riso..sono abbominevoli, si appiccicano alle labbra e a parte che si può far finta di essere uno di quelle tribù che si facevano un labbro così con delle specie di piattini, dopo un po’ ci si stufa e a staccarli fa anche un po’ male. ah, e pensare che mercoledì sono andata a mangiare la pizza, sgarro in piena regola alla pizzeria più buona di milano: il tric trac di Legnano

DIETA LUDOVIKAN. GIORNO 7

superare una domenica come quella scorsa, sotto una grandine battente e non usare come antidoto 5 krumiri al cioccolato intinti in un bicchere di latte fresco sono cose che segnano. ma la vittoria è stata sulla bilancia la mattina dopo: 64,4= mezzo chilo perso! so che non sarà così ogni settimana, ma la prosepttiva di perdere un chilo al mese ora non sembra remota. se persiste la cancellazione dalla mia memoria gastronomica di voci come: gelato, biscotti, crostata, biscottini di panarello col caffè, vino, aperitivi, cose che si mangiano con aperitivi, birra, pizza, panini e pane in generale, formaggi. bè posso farcela! non vi tedio più col daybyday, a meno che non succeda qualcosa di importante, ci sentiamo tra una settimana col nuovo peso.

WEDDING SOAP

ho chiesto alla mia amica paola, che cura l’ufficio stampa di soap e fiction, come viene affrontato di norma il tema del matrimonio. il clou è… proprio sull’altare, il prima e il dopo contanto relativamente, i copioni si concentrano infatti sul quel momento in cui, immancabilmente, o LUI non verrà o LEI verrà sbugiardata pubblicamente (in genere risulterà essere l’amante del testimone di lui). e voi avete mai assistito o saputo di qualcosa di imprevedibile accaduto a un matrimonio? io solo di uno, i due partono per il viaggio di nozze in india, lui (amico, ottimo medico) chiama la sua amante (pentito) e lascia la moglie per tornare da lei. parrebbe il trionfo dell’amore, ma perchè non riesco a parteggiare per lui?

DIETA LUDOVIKAN. GIORNO 6

il mio reality diet oggi non registra nulla di rilevo, se non la spesa fatta da una fruttivendola piccina picciò, di anni 324 che parla pugliese strettissimo (ho capito solo che è di bisceglie)ed ha il negozio in una delle strade più trafficate di milano. quindi le urlavo: TRE ZUCCHINEEEE PICCOLEEE e lei diceva una roba strana, tipo CIUE’? allora indicavo con le mani. poi di nuovo UN PEPERONEEEEE PICCOLOOOOOO – CIUE’? ME LO DIA GIALLOOOOOO. sarà che urlavo ma solo lì mi sono resa conto che non so chiedere nulla di normale. il peperone: giallo, i finocchi:piccoli. i pomodori: che non pizzichino. le zucchine: chiare. la prossima volta che vado le dico: faccia lei. CIUE? FACCIAAAA LEIIII. la giornata, agitata da grandine, si è svolta tranquilla. testaroli al pesto, solito peso, non sto più a dirvelo. ah, mannaggia, il pesto di bonassola orami è davvero finito e insalata di finocchi, songino, rucola della mamma, pomodorini. a cena robiola fresca 100 g, melanzana alla griglia e una pera piccola. ragazzi, è ufficiale sto morendo di fame. e vesto i pantaloni come una settimana fa. grunt.

DIETA LUDOVIKAN. GIORNO 5

oggi sono così triste che almeno 300 g dovrebbero essersene andati in lacrime. ma mi riprenderò. colazione solita: the, pochissimo pane e marmellata, una pera piccola. a pranzo dalla mamma, con 50 g di pasta con pomodorino pachino e menta del suo orto+insalata verde con le fragole. fragole?? bè, avevo quelle, dice lei. è una donna creativa e imprevedibile. ed anche finocchi rosolati. ho resistito strenuamente al salmone, lesso e aromatizzato con erbe sempre di produzione propria. no, quel’erba no. non sono risucita a convincerla. ora mentre scrivo ho messo sul fuoco un petto di pollo a dadini e un peperone, condito con aglio e soia. temo solo che il pollo sia troppo, perchè non vendono confezioni per single per davvero?

DIETA LUDOVIKAN. GIORNO 4

sapevo che oggi sarebbe stata una giornata, mattinata per la verità, molto difficile. lo è stata, quindi perdonatemi. sarò breve e poco divertente. con una buona notizia però sul fronte dieta: non ho resistito e stamattina mi sono pesata, ritenendo che i bagordi cinesi mi avessero portato oltre il limite del buongusto. e invece la bilancia ha avuto pietà, raccontandomi che PERFINO avevo perso un etto. a pranzo, che poi è stato alle 15.40, di nuovo due spaghi 60 g con pesto (sigh, è finito) e insalata bionica+pomodorini, il tutto davanti al pc (0 in condotta, non si fa, ma la creatura è partita e io mi concedo qualche sgarro da adolescente, tipo mangiare alle ore sbagliate facendo altre cose.) ora mi spetta il pesce crudo della slunga (salmone e tonno) e direi un’altra insalata, visto che ho fame e non ho voglia di aspettare la cottura di una qualche verdura. ho comprato dei pomodorini che devono essere una squisitezza, un cippollotto e un peperone. certo, con la feta sarebbe un’altra cosa. ma la feta non c’è. resisto. dai, sono abbastanza brava. prometto che non mi peserò fino al giorno 7. o devo farlo oltre?

DIETA LUDOVIKAN. GIORNO 3

ve lo dico subito: ho sgarrato. ma avevo un invito a cena molto divertente, per l’imprevedibile formazione, e non ne avevo proprio voglia di dire questo no e questo no. anche perchè era nel ristorante cinese più cinese di chinamilanotown ed ero così galvanizzata che ho ordinato, per cominciare, solo cose che mi facevano paura. tra cui: focaccia di pesce, lingue di anatra, meduse crude, una specie di fagiolini vuoti dentro,gamberetti secchi, un pezzettino di pollo piccante un po’crudo,un riso fatto non so come, alghe (mi sembra), spaghettoni del compleanno, spaghettini trasparenti marron, altre cose che non ricordo, birra cinese buona, grappa di rose (o di riso?) boh. lo so che non ci credete ma era tutto leggerissimo. anzi, forse ho un po’ fame. la gioranta era cominciata alle 5.15 per accompagnare la creatura e suo papà a linate, poi colazione con the, due fettine di pane con velo di marmellata e una pera piccola. per pranzo 70 g di pasta al pesto, insalata e pomodori. un caffè con 1 cucchiaino di zucchero E UNA FAME MOSTRUOSA ALLE 5. ecco, la novità è la fame, in genere mangio perchè è l’ora di mangiare, ora invece è diverso. ma mangi come una balena direte, non è vero, prima non mangiavo la pasta però mi rimpinzavo di biscottini a colazione, biscottini ad ogni caffè, gelato, cioccolato dopo cena e, in generale, diciamo che non mi facevo mancare nulla, a piccole quantità, ma nulla. pentita per la cena cinese? per nulla, mi sono divertita (anche a resistere a paolo 1, paolo 2 e giuseppe che volevano farmi confessare le mie malefatte sentimentali,e ad ascoltare sara e camilla). devo portarci la creatura in quel ristorante, che ha detto che quando va a vivere da solo vuole vivere a chinatown. ora nanna, domani giornata difficile

ammazza oh, ma siete implacabili. se dovessi seguire tutti i vostri consigli assieme mi ricoverano alla neurodeliri. sali le scale, scendi le scale, mangia una banana, lascia stare le cicche, corri quando piove, e tuo figlio cheffàà (è a istambul col papà n.d.r.)magia la carne, sputa i piselli. e io che pensavo di insegnarvi qualcosa. ma abbiate fede tranquilli, è solo una storia, una delle tante. però vera, come sempre

DIETA LUDOVIKAN. GIORNO 2

sento che sto diario della dieta sarà pure peggio di quello di santiago. bè, fino a quando la padrona di casa non mi dice di smettarla, io insisto. prendo spunto dal post di Anny per ricordarmi che in effetti il peso cui dovrei aspirare me lo scrisse, nero su bianco, un medico l’anno scorso, in una beauty farm di merano.ci avevo accompagnato il mio compagno di merenda (la merenda delle 20, quella a base di negroni e patatine)che di chili ne doveva perdere un botto.per simpatia feci anche io la dieta, alla visita mi consegnarono dieci pagine di cose incomprensibili, tranne una, chiarissima: avrei dovuto pesare tra i 56,3 e i 60,4 kg, allora ne pesavo 62. naturalmente non presi neanche in considerazione il peso minimo, pensando che a quel peso mi si sarebbe sciupata la faccia. ora sono messa peggio e devo quindi perdere all’incirca 5 chili. in quella settimana di gulag meranese ne persi neanche uno e mezzo, la noia mortale, il fatto di indossare sempre un accappatoio, pure a pranzo, la sensazione di reclusione,inficiarono negativamente l’effetto.perchè per quello che non mi mettevano nel piatto ero convinta sarei tornata a casa più leggera di una velina. il foglio, intendo.queste considerazioni sono tardive sulla giornata di oggi che è andata come quella di ieri e cioè a braccio. non ho fatto colazione perchè ero troppo presa da un libro (non lasciarmi, titolo del tutto fuorviante)ed è forse la terza volta nella mia vita in cui non ho fatto colazione. a pranzo un pugno di pasta al pomodoro e un pugno di piselli. a merenda 3 vigorsol gusto mango. a cena quello che è rimasto in frigo ormai deserto: prosciutto cotto e 3 pugni di piselli. ho deciso che alla dieta Ludovikan non mancherà mai l’olio, e neppure lo zucchero nel caffè, ecco. niente corsa: pioveva.

DIETA LUDOVIKAN. GIORNO 1

ho cercato informazioni in rete sulla dukan e deciso che non è per me. per diversi motivi: troppe proteine incattiviscono,troppe proteine costano troppo,i nomi delle 4 fasi della dieta(attacco, crociera, consoldiamento, stabilizzazione) mi provocano per associazione sensazioni negative (nell’ordine: panico,schettino,diventare pesanti,diventare tristi), il signor dukan ha litigato col suo socio il signor cohen,dukan fa rima con strausskhan. è abbastanza per passare direttamente alla Kudovikan. in cosa consiste? non lo so ancora.oggi è andata così: in piedi alle otto,alle otteeventi al ravizza, camminata veloce+corsetta da pervertito per 40 minuti, dimenticato musica, guardati cani e padroni (cani normali, padroni casi clinici). casa, doccia.avevo deciso che non mi sarei umiliata sulla bilancia e che mi sarei limitata a vedere che cosa succedeva da un paio di pantaloni tester. poi ho ceduto. come un samurai, nuda come un verme, con una fascia stretta sulla fronte con su gli ideogrammi del seppuku ci sono salita su. ho urlato forte per vincere la paura. ho anche trattenuto il respiro (quanto pesa l’aria?) e lei ha paralto. la bilancia. ha detto 64.9. ho battuto il mio record di ben 9 etti. disastro. scrivo con la matita sulla piastrella, premendo forte: 64.9-30 aprile. COLAZIONE:2 tazze di the, 2 fettine di pane da 20 g, con mamellata rigoni senza zucchero. arancia. avevo tagliato tre fettine di pane e una l’ho lasciata lì.per scelte così dense a uno gli dovrebbero scontare almeno un chilo.tutto il giorno organizzo i preliminari del trasloco. 4 sacchi di vestiti per la caritas. 6 sacchi di carte e documenti e riviste inutili. divento sempre più meno. che bello. PRANZO: insalata finocchi pomodori insalata rossa, condita con olio e sale, tiè. lavori di casa tutto il giorno, un paio di telefonate.CENA:zucchine rosolate,80g bresaola. è inutile che me la tiro, i primi giorni sono sempre quelli buoni.

ANNIVERSARI FATATI (E FATALI)

dunque, era il 29 aprile scorso ed io, rinunciando definitivamente a rappresentare un esempio di dignità per mio figlio, stavo come un geco davanti alla tv per non perdere un passo del matrimonio di william e kate. oggi, oltre ad essere inconsolabilmente depressa per non avere la barbie kate, mi chiedo se abbia un significato il fatto di aver trovato nella mia casella di posta 10 messaggi spam che mi invitano a provare la dieta dukan. massssì, quella che ha fatto kate prima delle nozze e che l’ha fatta diventare famosa in tutto il mondo (la dieta, kate è diventata famosa grazie a sua sorella pippa). troppe coincidenze, non può che essere un messaggio subliminale che mi manda la principessa kate: “ludovica ora basta, devi metterti a dieta.” e a una prinicipessa non si dice mai di no. così ho deciso, dukan o non dukan, da lunedì sarò A REGIME. siete interessati alla dieta ludovikan? bene, da domani e per le successive due settimane vi racconterò tutto.

E ORA SESSO

no, ma che avete capito? volevo dire erano aaaaanni che volevo si parlasse di sesso su tranquilla (e in ragazze da marito mi pare c&œlig;rente) soprattutto dopo che ho assistito ad uno spettacolo teatrale su testi della nostra padrona di casa (lina, of course) che sul tema si esprime in modo sferzante, al suo solito. roba da scriverci perlomeno un libro. altro che teatro. ecco. il teatro. ALZI LA MANO CHI SI E’ TROVATA A SIMULARE un entusiasmo incontenibile (per amore, per affetto, per simpatia, perchè mi sono dimenticata la roba in lavatrice 9 ore fa, perchè a un certo punto EBBBASTA!), ecco, io sono una di quele orribili persone che l’ha fatto (per uno o tutti i motivi sopra citati). non è che il sesso sia brutto, è che ho la disgrazia che non ne ho mai voglia, ma mai mai mai, che bisogna proprio mettersi lì di buzzo buono e che poi quando mi dico “evvia, coraggio, e che sarà mai?” bè, insomma, mi intristisco un po’. che pizza. que lastima, quel dommage. però quelle volte che è stato stratosferico me le ricordo tutte, eh. saranno, dunque, diciamo dieci volte. è poco in 30 anni in cui non sono praticamente mai stata sola? ho un problema? non ditemi la routine, il maggior numero di bei ricordi sono imputabili al mio marito, ex marito. e voi, come state a teatro?

fine corsa..

ragazze, che dire, mi scirvete cose davvero belle. manù, l’orrore della retorica mi branca la gola ogni volta che scrivo qualcosa, diciamo di questo genere. ma poi dic anche che non posso stare sempre leggera, ogni tanto la questione si f adensa e per fortuna ci sono gli amici, che per nulla maligni, ma anzi, ti riportano in terra con battute e sghignazzi. sono i miei compagni di strada preferiti. anny, grazie, dare del corallo ad una sarda è un dono fantastico! ora però basta,vi ho tediato abbastanza e quello che ho chiesto al santo in cattedrale è una cosa tra me e me (anche perchè non l’ho mica capita..spero di portarvi presto in un altro viaggio. ora vado di sopra a cazzeggiare un po’