Archivio dell'autore: Ilaria d'Andria

Inside Out, regia di Pete Docter

insideSe ne scrisse tanto quando fu presentato a Cannes, se ne riparla tantissimo – e non solo nelle pagine degli spettacoli – da quando – mercoledì scorso – è uscito nelle sale: è Inside Out, l’ultimo gioiello animato della Pixar, un viaggio originale, istruttivo, divertente, profondo, emozionante e intelligente dentro la testa dell’undicenne Riley – in crisi per il trasferimento assieme ai genitori in un’altra città: una nuova casa, nuovi vicini, nuovi amici, altra scuola – dove si immagina che a determinarne gli stati d’animo siano le dinamiche di una stanza di controllo manovrate da Rabbia, Paura, Disgusto, Tristezza e Gioia, cinque personcine coloratissime e molto espressive in continua lotta per i suoi sentimenti.

Inside Out è più efficace di un pedante trattato di pedagogia, è ricchissimo di personaggi, di trovate e di invenzioni e va visto e anche rivisto per coglierle tutte, gli adulti lo ameranno, e così i coetanei di Riley, i più piccoli invece potrebbero trovarlo troppo complesso e difficile.

In sala, in sala…

21-28 settembre: Le vie del cinema 2015, i film di Venezia e i Pardi di Locarno

le vieC’è chi vuole vederli tutti o quasi e prende le ferie, c’è chi cerca di scegliere i film che non arriveranno mai nelle sale o che ci arriveranno ma chissà quando, c’è chi si organizza da solo e chi invece va in compagnia di amici (spesso gli stessi), gli appassionati di musica e arte privilegeranno alcuni titoli, chi desidera film fatti per il grande pubblico li trova, chi punta a quelli un po’ punitivi anche, sia come sia ancora qualche e ora e si comincia: inizia domani l’attesissimo appuntamento cinematografico d’autunno con le vie del cinema che porteranno a Milano – spalmata in 8 giorni, dislocata in 14 sale e accompagnata da incontri con registi, autori, attori, critici – una selezione di opere provenienti dall’ultima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e dal 68° Festival del film Locarno, tre film dalla Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro e il vincitore del Premio del Pubblico del 20° Milano Film Festival.

Il programma è fitto e ricco e confezionato per i gusti e le preferenze cinematografiche di ciascuno, e mi raccomando non perdetevi due titoli presentati a Venezia, nelle sale da giovedì scorso: Per amor vostro di Giuseppe M. Gaudino (bellissimo ritratto – in bianco e nero con inserti visionari colorati – di una donna che ha rinunciato a se stessa, che quando pensa di aver trovato il coraggio per alzare la testa e ricominciare a esistere in realtà ha preso un abbaglio e si sta scavando la fossa, ma che poi…: basta così, il film – con i suoi eccessi e le sue ridondanze – non va raccontato, va visto e vissuto, tra l’altro Valeria Golino – strepitosa Anna, premiata con la Coppa Volpi – e il regista Gaudino questa sera alle 20 saranno al cinema Arlecchino per incontrare il pubblico prima della proiezione) e Marguerite di Xavier Giannoli (altro notevole ritratto di donna, nonché impietoso affresco della borghesia francese che negli anni ’20, per opportuna convenienza, incoraggiava e riveriva l’assai ricca Marguerite Dumont, che si credeva un intonato e talentuoso soprano, in realtà privo di talento e più stonato di una campana).

Per il cartellone completo, per saperne di più sui film, per i biglietti e altro: www.lombardiaspettacolo.com

Tutte lo vogliono, regia di Alessio Maria Federici

tutteChiara (Vanessa Incontrada) fa la food designer – cioè allestisce cibo bello da vedere – ed è anorgasmica; Orazio (Enrico Brignano) lava e pettina cani, gira video di animali che fanno cose buffe e non va con una donna da quattro anni.

Un giorno, per un imprevisto, Chiara scambia Orazio per il gps (generoso partner sessuale) consigliatole da un’amica per superare il suo problema e tra qui pro quo, equivoci, dialoghi banali, battute e situazioni davvero ai minimi che non strappano né risate né sorrisi  il malinteso va avanti per quasi tutto il film, gli ultimi minuti sono dedicati al vissero felici, contenti e appagati

Ci sono voluti sei sceneggiatori (e quattro sono donne!) per scrivere una storia così esile e povera e con personaggi privi di spessore e ridotti a delle macchiette dove imbarazza non tanto il tema trattato quanto come viene trattato: un’occasione persa, peccato!

 

Via dalla pazza folla, regia di Thomas Vinterberg

viaVia dalla pazza folla, la storia è nota: Thomas Hardy la scrisse nel 1874, John Schlesinger la filmò nel 1967, preceduto dalla versione muta di Laurence Trimble del 1915.

1870, campagna inglese: tre uomini – il taciturno pastore Gabriel Oak, il ricco vicino William Bolwood e l’arrogante sciupafemmine tenente Franck Troy – si contendono Bathsebah Everdene, un’ereditiera in cerca di emancipazione e indipendenza. La ragazza capitola di fronte al fascino della divisa sposando l’ultimo della lista che la porta sul lastrico e che poi viene creduto morto annegato mentre invece è vivo e vegeto. A farlo fuori per davvero ci pensa il secondo pretendente – col quale intanto la ragazza stava per fidanzarsi – . Eliminato dalla lista pure il vicino di fattoria – che finisce in galera – finalmente Bathsebah si fidanza col primo – sì sì, col pastore taciturno: finalmente – che l’amava dal primo incontro, cioè dall’inizio del film.

Insomma, anche chi non ha letto il romanzo né ha visto la versione con Julie Christie, Peter Finch, Terence Stamp e Alan Bates (già: che cast!) ben comprende come la faccenda sia pensata per accalorare soprattutto il pubblico femminile e per dare emozioni, scosse e palpiti che qui invece latitano cedendo il posto agli sbadigli, anche se la ricostruzione è accurata, con le luci giuste, i vestiti del tempo, gli arcobaleni dopo la pioggia, i frutti che maturano, le oche che passeggiano felici, le pecore che belano, le belle musiche. E gli attori (Carey Mulligan, Matthias Schoenaerts e Michael Sheen) ce la mettono tutta ma invano, e poi e poi… riandate qualche riga più su a rileggervi il cast della versione del ’67.

Per chiudere, una riflessione: chissà perché il talentuoso danese Vinterberg (quello de Il sospetto, bellissimo film di qualche anno fa: se non lo avete visto, recuperatelo) ha voluto filmare una storia antica e già tanto raccontata, chissà.

Circolo Familiare: Diario di un autarchico

la-stanza-del-figlioRiprende lunedì 21 settembre con cinque film di Nanni Moretti la programmazione del Cineforum del circolo familiare (viale Monza 140) e inizia con Sogni d’oro, il prossimo titolo selezionato sarà Bianca (28/09), quello successivo Aprile (5 ottobre) seguito da La stanza del figlio (12 ottobre), a chiudere la rassegna, il 19 ottobre, l’ultimo film del regista romano, Mia madre.

Le proiezioni cominciano alle 21, il biglietto costa 2 euro, volendo alle 20 si può anche cenare, per saperne di più: www.cineforumdelcircolo.it

Dal 20 al 22 settembre all’Anteo: Fashion Film Festival Milano

20 settTorna – con un giorno in più – per il secondo anno Fashion Film Festival Milano, la rassegna di cortometraggi e mediometraggi attorno alla moda, ai suoi protagonisti, ai modi di vestire in giro per il mondo.

Appuntamento domenica 20 settembre alle 11.30, il programma  – dislocato nelle quattro sale dell’Anteo (via Milazzo 9) – è fitto, ricchissimo e molto articolato, per scoprirlo e organizzarsi al meglio: www.fffmilano.com

Dal 21 settembre al 1° ottobre allo Spazio Oberdan: Omaggio a Kon Ichikawa

Arpabirmana-1956_una%20scena%20del%20filmDopo le rassegne attorno a Ozu e a Mizoguchi ecco a Milano un’altra retrospettiva su un maestro del cinema classico giapponese, Kon Ichikawa (1915-2008).

La selezione comprende – oltre ai due celebri film contro la guerra L’arpa birmana e Fuochi nella pianura – il molto raro La fiamma del tormento, tratto dalle pagine di Mishima, nonché l’ultima opera del regista, Neve sottile.

Appuntamento allo Spazio Oberdan (viale Vittorio Veneto 2) lunedì 21 settembre alle 16.30 con La fiamma del tormento, per scoprire il calendario completo e altro: www.cinetecamilano.it

Dove eravamo rimasti, regia di Jonathan Demme

doveRicki – che di giorno fa la cassiera di un supermercato e di sera si trasforma in cantante rock esibendosi con energia e passione contagiosa in un locale di periferia assieme a un gruppo di musicisti coi capelli bianchi – ha un passato di moglie di un uomo facoltoso (Kevin Kline: sempre un piacere ritrovarlo) col quale ha avuto tre figli, abbandonati per inseguire i suoi sogni d’arte. Ma quando la figlia Julie tenta di suicidarsi perché il marito l’ha mollata, il passato bussa alla porta di Ricki con il conto da saldare e alla fine il mondo ricco, luminoso e ordinato dell’ex marito si rivela freddo e finto mentre il suo, impresentabile e disordinato, si rivela autentico e capace di emozionarsi.

D’accordo, Dove eravamo rimasti sarà pure un concentrato di luoghi comuni, di ovvietà e di buonismo ma Meryl Streep nel ruolo di una cantante rock sul viale del tramonto è davvero superba e in effetti si guarda il resto del film – proprio così: la parte non musicale fa quasi da contorno a quella sul palco – aspettando che Meryl prenda la chitarra in mano e inizi a cantare, nella scena finale viene voglia di alzarsi dalla poltrona e di ballare e si esce dalla sala contenti e soddisfatti, il che non capita poi tanto spesso.

P.S. Sono in circolazione due film dei quali mi hanno parlato e sui quali mi sarebbe piaciuto scrivere, solo che (ancora) non li ho visti: sono Mission Impossible: Rogue Nation e Operazione U.N.C.L.E.

Sangue del mio sangue, regia di Marco Bellocchio

sangueDue storie ambientate in epoche lontane e un luogo che dovrebbe collegarle, le prigioni di Bobbio: nella prima vicenda, ambientata nel Medioevo, suor Benedetta – murata viva per aver sedotto un prete e pure il suo gemello – dopo trent’anni viene smurata apparendo più bella, giovane e fresca che mai mentre nella seconda, ambientata oggi, un anziano conte che ha scelto di vivere in quelle prigioni distaccato dal mondo ne osserva le miserie.

Due storie e un luogo, come si diceva, e da parte mia lo stesso sintetico commento per entrambe: boh. Premetto che non ho dormito neppure una frazione di secondo e che ho seguito con attenzione il film per capire dove il tutto volesse andare a parare ma non sono riuscita a trovare coerenza tra le due parti né tantomeno sono stata coinvolta dalle singole storie – o meglio non-storie dense comunque di riferimenti alla Storia e al vissuto del regista -, dai dialoghi, dalle interpretazioni, e mi sono annoiata davvero tantissimo.

Epperò qualcosa da salvare c’è: le musiche sono belle, come sono belle alcune scene e le sorelle Perletti (Federica Fracassi e Alba Rorhwacher) strappano qualche sorriso.

In effetti, chi ha inaugurato la stagione cinematografica scegliendo magari uno dopo l’altro Sangue del mio sangue, Storie sospese di Stefano Chiantini (dove temi nobili, civili e attuali come gli scempi sul paesaggio vengono trattati in modo troppo semplicistico) e In un posto bellissimo di Giorgia Cecere (il quotidiano di una famigliola borghese nel Nord: mancanza di comunicazione, ancora buone intenzioni, altra noia soporifera) potrebbe anche giurarla al cinema italiano per qualche tempo.

E invece no: mercoledì scorso è uscito un bellissimo film, da correre a vedere, è Non essere cattivo di Claudio Caligari (mancato alla fine del montaggio), è ambientato a Ostia nel 1995 e racconta le storie e le disperazioni di Cesare e Vittorio, due fratelli di sangue ventenni che tirano a campare tra spaccio delle nuove droghe e altri affari loschi. Ma non conta tanto che cosa racconta, nulla di davvero nuovo dopo tutto, ma come Claudio Caligari lo fa e cioè con estrema onestà, con sincerità, senza ipocrisie né ovvi moralismi. E poi c’è un cast di giovani attori a cinque stelle, a cominciare da Luca Marinelli e Alessandro Borghi, semplicemente indimenticabili.

In sala, in sala a vedere Non essere cattivo

Fino al 17 settembre al cinema Beltrade: Made in Sardegna

L'Arbitro_di Paolo Zucca_foto Simone Cireddu 1In occasione di Expo 2015 e per scoprire storie, segreti, sguardi, sorprese, curiosità, suggestioni e complessità di quell’isola che è un piccolo continente la Sardegna Film Commission ha organizzato al cinema Beltrade (via Oxilia 10) una bella rassegna lunga otto giorni sulla più recente cinematografia isolana con proiezioni e incontri con autori e artisti e anche (giusto stasera) un concerto dal vivo.

La rassegna è iniziata il 10 settembre e continua fino a giovedì 17, per conoscere il calendario completo delle proiezioni: www.filmcommission.regione.sardegna.it e  www.cinemabeltrade.net

Love is in the air, regia di Alexandre Castagnetti

loveGli ex fidanzati Julie e Antoine si ritrovano seduti gomito a gomito sul volo New York-Parigi e approfittano delle tante ore di viaggio per ripercorrere la loro storia d’amore, dagli inizi alla tumultuosa separazione: anche se si capisce fin dal titolo come andrà a finire una volta atterrati, il film scorre con piacevolezza nella sua totalissima prevedibilità merito anche di due interpreti bravi, affiatati e simpatici (Ludivine Sagnier e Nicolas Bedos) e forse sarebbe stato più indicato far circolare Love is in the air a luglio, quando si bolliva e si sentiva bisogno di quel genere di film che hanno l’effetto di una boccata d’aria fresca ristoratrice.

La grande madre – I film

psyco-di-alfred-hitchcock-la-paura-e-servita-L-lvlYOM Mentre a Palazzo Reale (dal 26 agosto e fino a novembre 2015) la mostra La grande madre celebra e riflette sulla maternità nell’arte dal Novecento a oggi la Cineteca italiana ha organizzato una ricca e ghiotta rassegna di trentotto film dall’epoca del muto ai giorni nostri attorno alla maternità nonché all’emancipazione della donna e a ritratti e storie di figure femminili anticonformiste e forti.

Fino al 24 settembre i film sono proiettati al Museo Interattivo del Cinema (viale Fulvio Testi 121), dal giorno successivo e fino all’11 ottobre la programmazione continua allo Spazio Oberdan (via Vittorio Veneto 2), tra i tanti titoli selezionati ci sono La ciociara, Mamma Roma, Parla con lei, La papessa, e ancora Soffio al cuore, Her, Psyco, Moloch Femmina folle ma il calendario delle proiezioni, come già detto, è così ricco che è meglio approfondirlo bene su www.cinetecamilano.it

Dall’1 al 9 settembre allo Spazio Oberdan: Jafar Panahi

il palloncinoMentre nelle sale circola Taxi Teheran lo Spazio Oberdan dedica a Jafar Panahi una rassegna di sei film per ripassare il mondo, le tematiche, lo stile, il linguaggio del regista che secondo la giustizia iraniana per vent’anni non dovrebbe fare cinema né rilasciare interviste né uscire dal suo paese.

Fino a mercoledì 9 settembre: oggi alle 18 c’è Il palloncino bianco, giovedì 4 Lo specchio, per conoscere il calendario completo delle proiezioni e per altre notizie www.cinetecamilano.it

Minions, regia di Pierre Coffin e Kyle Balda

minionsNon avete figli e neppure nipoti – vostri o di amici – da portare a vedere Minions? Fa niente, andateci lo stesso: i tre buffi e goffi scagnozzi gialli a servizio del perfido Gru visti in Cattivissimo me e Cattivissimo me 2 questa volta sono i padroni assoluti della scena alla ricerca di padroni crudeli da servire e battute, citazioni, rimandi, riferimenti e situazioni scorrette assicurano divertimento e leggerezza anche ai grandi non accompagnati.

 

Taxi Teheran, regia di Jafar Panahi

 

taxiSecondo la giustizia iraniana Jafar Panahi non potrebbe girare film per vent’anni e allora lui gira in clandestinità  e questa volta si mette al volante di un taxi e aggira il divieto piazzando una cinepresa sul cruscotto e andando per le strade di Teheran mentre varia e curiosa umanità maschile e femminile – compresa una bambina del genere so tutto io, nipote dello stesso regista per finta ma anche per davvero – sale e scende dall’automobile e parla liberamente senza freni né peli sulla lingua.

In equilibrio tra finzione e realtà quindi tra film e documentario Taxi Teheran è comunque un viaggio dentro la quotidianità di un paese oscurato da leggi dure, contraddizioni, vincoli, barriere, limitazioni: avanti, saliamo a bordo del tassì guidato con coraggio e senso dell’umorismo da Jafar Panahi, dove il pensiero riesce a volare in libertà.

Il terzo uomo, regia di Carol Reed

Il-terzo-uomo-film-5775-e1438183681181-95887_186x186La fine di agosto riserva ai cinefili un bellissimo regalo: arriva nelle sale – fresco di restauro quindi in forma smagliante e in versione originale con sottotitoli in italiano – Il terzo uomo di Carol Reed, quella meraviglia di film che non conosce il passare del tempo dove più che la trama (nella Vienna del 1949 devastata dalla guerra e suddivisa in zone di occupazione tre uomini, e non due, hanno assistito alla morte di Harry Lime: chi era il terzo uomo?) contano le atmosfere, il taglio delle immagini, i volti, le strade, i tombini, i portoni, i vicoli – il tutto in un bianco e nero luminoso, elegante e magico -, il famosissimo motivo musicale suonato alla cetra, gli attori.

Già, gli attori: Orson Welles, Joseph Cotten, Alida Valli.

Insomma, un dono molto gradito da non lasciarsi scappare e da riscoprire nel suo splendore sul grande schermo: in sala, in sala…

Area Esterna Mediolanum Forum Assago: Milano Latin Festival

festivalÈ iniziato giovedì 13 agosto, andrà avanti fino al 29 settembre e ha un programma così fitto, ricco, invitante, frizzante e festoso – con serate dove si ballano la salsa, il merengue e altre danze, concerti dal vivo, proiezioni di film, tanto folklore e tanta cultura, mostre fotografiche, artigianato e gastronomia – che la prima cosa da fare è sfogliarlo per scegliere e organizzarsi al meglio: ecco a voi la prima edizione del Milano Latin Festival all’esterno del Forum di Assago, andate a scoprire tutti gli appuntamenti su www.milanolatinfestival.it

14/09: all’Old Fashion l’Aperitivo che Lega

aperitivoSi mangia, si beve, si incontrano tanti amici, si chiacchiera, si ascolta musica e si balla con il live show di Nicolò Cavalchini: ecco in sintesi il programma dell’Aperitivo che Lega di lunedì prossimo organizzato dalla Sezione di Milano della LILT per festeggiare il decimo compleanno dell’iniziativa solidale, grazie alla quale finora sono stati raccolti 100mila euro, destinati a progetti di prevenzione e all’assistenza di ammalati di tumore e dei loro familiari.

Appuntamento quindi lunedì 14 settembre a partire dalle 19 all’Old Fashion (Viale Alemagna 6, si entra via Camoens), l’ingresso con drink e buffet parte da 25 euro.