Il ragazzo invisibile, regia di Gabriele Salvatores

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Michele vive a Trieste, è un tredicenne introverso, a scuola i compagni di classe bulletti lo prendono in giro e l’amata Stella neppure lo vede.
Un giorno – indossata una tuta dai colori sbiaditi – il ragazzo si scopre invisibile e dopo aver scoperto molte cose sul suo passato si ritrova a fare il supereroe, salvando i coetanei bulli e la pupa del cuore dai cattivi arrivati dalla Russia e ancorati nel porto triestino.
Non tutto convince, la prima parte è più fluida e scorrevole della seconda – dall’entrata in scena dei russi in poi il film si ingarbuglia – ma almeno Gabriele Salvatores si discosta dai soliti consueti confini di casa nostra e sperimenta altre strade, dimostrando coraggio e senso del rischio.
E così la scelta di affrontare le dimensioni e le problematiche dell’adolescenza attraverso un racconto fantastico ricco di metafore e di effetti speciali va premiata, e il pubblico lo sta facendo.

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