La tolleranza: rispetto o cura?

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Possiamo sostenere la tolleranza per ragioni di prudenza – è più economico stare in pace che in guerra – o in nome della verità, perché può darsi che io abbia torto e tu ragione e che le tue idee siano più giuste delle mie.

Ma possiamo portare argomenti in favore della tolleranza anche per ragioni, che chiamiamo etiche o morali, in cui il problema diventa quello di mettersi in gioco con la diversità in una interazione che alla fine, nei casi felici, se funziona, cambierà un po’ sia te sia me, e i confini del noi (della nostra storia, della nostra tradizione) avranno una certa porosità. In questi casi, la tolleranza ci chiede di prediligere la curiositas alla securitas.

Il problema della tolleranza nasce di fronte alla prossimità, non alla distanza. È quando arriva la prossimità che si pone il problema, quando si è a tavola con l’altro, quando si sta gomito a gomito, e non quando vige un più o meno esplicito apartheid. Le ragioni morali o etiche della tolleranza agiscono in nome dell’uguale rispetto dovuto a chiunque in quanto persona, quale che sia la nostra idea di persona, oppure in nome della cura e dell’empatia, favorite, illustrate, approfondite con grande forza dal pensiero femminile. Da una parte la via di Kant, secondo cui il rispetto è dovuto a chiunque perché chiunque esemplifica il “tipo” umanità, dall’altra la via del “filosofo morale delle donne”, David Hume, che è quella dell’empatia e del “sentire con”. Nella via kantiana io ti rispetto non per la storia che hai, per il volto che hai, per la sofferenza o la gioia che provi, non perché sei quella particolare persona lì, ma perché sei una persona. Questa strada implica una opacità, una certa forma di impersonalità. Noi oggi sappiamo che c’è dell’altro. Il rispetto è una grande virtù ma non è l’unica: serve anche l’empatia.

tratto da Tolleranza. Le virtù civili, Asmepa, Bologna 2012

http://www.asmepaedizioni.it/

 

 

2 pensieri su “La tolleranza: rispetto o cura?

  1. Lina Sotis

    La tolleranza non incontra . Tanto vale chiedersi: sono tollerante?
    Con il passar degli anni sempre di più e sempre di meno. Come dire anche io conosco poco l’argomento. Provarci.

    Replica

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