Quando le donne dicono No

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Qualche settimana fa, più precisamente il 9 gennaio, è stato il compleanno di una Signora, con la S maiuscola, che ha cambiato la storia di molte donne italiane. Le giovani non la conoscono, io stessa che ho 37 anni ho scoperto di lei e del suo coraggio proprio il giorno del suo compleanno. Franca Viola è stata la prima donna ad aver rifiutato il matrimonio riparatore, a dire NO al suo rapitore, un picciotto imparentato con una famiglia mafiosa, che dopo averla violentata e segregata per otto giorni, la chiedeva in moglie per salvarle l’onore.

Non siamo nella Sicilia dell’Ottocento, ma in quella del 1965, meno di 50 anni fa. Fidanzata dall’età di 14 anni con un giovane di cui era profondamente innamorata, Franca fu oggetto suo malgrado delle attenzioni di uno spasimante sempre respinto, tal Filippo Melodia, che la rapì col fratellino di 8 anni, il 26 dicembre 1965. Dopo la liberazione, avvenuta grazie a un blitz dei carabinieri, non solo Franca disse NO al matrimonio riparatore, contravvenendo alle regole morali dell’epoca, ma riuscì a far arrestare il suo aguzzino e a far abrogare parte dell’articolo 544 del codice penale che “ammetteva la possibilità di estinguere il reato di violenza carnale, anche ai danni di una minorenne, qualora fosse stato seguito dal cosiddetto matrimonio riparatore”. Accanto a lei il padre, un contadino semianalfabeta, che la sostenne dall’inizio alla fine, con coraggio e amore.

Franca oggi vive ad Alcamo con la famiglia, ha due figli ed è sposata con il fidanzatino dell’epoca, Giuseppe Ruisi,  che la volle accanto nonostante le innumerevoli minacce di morte ricevute. “Meglio vivere dieci anni con te, che una vita con un’altra” – le ha detto per convincerla a sposarlo nel 1968.

Grazie Franca, per il suo coraggio, per la dignità che ha dimostrato e per quel fiero e giusto “NO” che ha saputo urlare di fronte all’Italia intera. Noi tutte la ringraziamo.

10 pensieri su “Quando le donne dicono No

  1. Anny ciaoooo!!!!

    Conoscevo la sua storia da allora. E’ stata un mio mito di adolescente. L’ho ammirata e la ammiro anche per la discrezione e l’anonimato che ha scelto come stile di vita. Grande Franca, da allora la dignità della donna è stata un po’ meno conculcata, però c’è ancora molto da fare per una dignità di ritorno : questi son tempi di mercimonio esibito come stile di vita. Ribelliamoci, anche nel nostro piccolo, a farci usare come carne dal macellaio.

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  2. silviadelcuore

    E’ una bella vicenda a lieto fine.

    A fronte di tutti i “NO” emessi e che sono finiti male è comunque una storia incoraggiante.
    CONDIVIDO sul fatto che la strada sia lunga….ma non mi spiego il perchè.
    Che sia ingenua? Sprovveduta? Perchè dire “NO” a un sopruso è così difficile e pericoloso?
    Io ammiro Rosa Parks e Lucia (sconosciuta badante ucraina) e tutte quelle donne che hanno avuto il fegato di rischiare la pelle per una parolina di due lettere: “NO”.
    Grazie Giordana per questa iniezione di coraggio.

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    1. Giordana Talamona Autore articolo

      Le sto cercando sai? Cerco storie che siano per tutti (per me!) delle iniezioni di coraggio. Persone ordinarie che hanno compiuto atti straordinari. Coraggio, determinazione e una visione del mondo diversa. In questo periodo, può servire, prima di tutto a me! Raccontatele anche voi!

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  3. orckidia

    Nel 2012 si parla di 100 donne uccise da mariti, ex mariti, ex fidanzati.. solo per aver detto NO.
    Eccome che c’è ancora da camminare…

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  4. Giordana Talamona Autore articolo

    Il lavoro non manca, anzi! E’ una questione culturale, prima di tutto. La donna è ancora vista come un oggetto da possedere, senza diritto di autodeterminazione. E’ una spirale culturale che, spesso purtroppo, passa di generazione in generazione. Ho assistito, nella mia vita, a un paio di casi che mi hanno colpita. Il primo in un ascensore. Un marito che sgrida brutalmente la moglie davanti agli occhi dei figli e dice al maschio: “Impara, è così che si trattano”. Il secondo, fermi al casello. Un marito che sbraita furiosamente contro la macchinetta che gli ha mangiato il biglietto. La moglie che gli dice di stare calmo e lui che le vomita improperi di ogni genere. Assieme a loro, i figli in tenera età. “Stai zitta, brutta str.. che non capisci un caz…”. Lei mortificata. Si è girata per vedere se dietro la sua macchina ci fosse qualcuno che avesse assistito a quella scena. C’ero io. Ho letto nel suo sguardo tanto imbarazzo, quasi si sentisse in colpa. Era il giorno di Natale.

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      1. Giordana Talamona Autore articolo

        In entrambi i casi si è trattato di un attimo, ma mi ha lasciato tanta amarezza per quelle donne e per quei figli.

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  5. cremecaramello

    Non conosco questa storia tuttavia se una donna dice no vuol dire no! E non come alcuni malpensanti credono che si dica no pensando invece che sia un si. Ma quando mai ???CC

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