Il dono è più antico dell’amore

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Il dono sta dai primordi della civiltà alla base della costruzione delle relazioni umane. Non a caso, nelle antiche tribù, era un continuo scambio di offe. Che, oltre al donatore, implicava un ricevente perché iniziasse una relazione destinata a svilupparsi socialmente e politicamente. Fare un regalo è dunque un gesto altamente diplomatico, oltre che affettivo, diviso in tre momenti: donare, accettare e ricambiare. Questa è la storia del regalo. Normalmente, tutti donano alle persone a cui sono obbligati a donare. Se il dono è piccolo, nessuno si aspetta qualcosa in cambio. I bambini ritengono il regalo un diritto acquisito. I grandi certe volte subiscono quelli da fare e anche quelli da ricevere. E’ arrivato Natale. Fate in modo che la vostra offa non sia diplomatica ma affettiva. Che colpisca al cuore e non offenda nessuno. Cosa c’entra l’offesa? C’entra. Perché un regalo che non assomiglia a chi lo prende in mano sembra dica: Ma cosa c’entro io con te! Ciò che offende di più al mondo è la trasparenza. Un regalo sbagliato fa sentire trasparenti. Pensate a chi date. Onoratelo, almeno con il pensiero. Meglio un fiore che un aspirabriciole alla baronessa che vuole essere omaggiata. Perfetto il secondo per la donna che lavora. Benissimo, sempre, i brillanti. Poiché non sono tempi, qualsiasi cosa riceviate sorridete.

4 pensieri su “Il dono è più antico dell’amore

  1. Anny ciaoooo!!!!

    Lina, ho letto in un altro tread che “patisci” anche tu il Natale come me. Io perchè è diventato tutto troppo commerciale ed arido. Solo per qualche attimo riesco a “sentire” dentro di me la mia voce infantile che canta e si incanta sulle nenie dei pastori. Poi tutto viene soffocato dal luccichio del vuoto che avanza…Ma non voglio geremiadi. Son tempi moderni e la va così. Ma dimmi di te, delle tue motivazioni. Se vuoi piangiamo e ridiamo un po’ insieme.

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  2. Lina Sotis Autore articolo

    Cara Anny il Natale non mi piace: forse perché sono nata senza famiglia, forse perché tendo a ricordare più quelli tristi che quelli allegri. La realtà è che il Natale mi mette paura: rivela i buchi della vita. Quelli affettivi naturalmente. Mi piace donare, in quel senso la mia vita è un eterno Natale. Insomma il fatto vero è che quando è finito sono tutta contenta. Anche questo è fatto, mi dico. Vuoi mettere come è più bello un fresco giorno di primavera, quando non ti aspetti niente e vedi un aiuola, pulita, dove germoglia l’erba. Uguale, per tutti.

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  3. silviadelcuore

    Che bell’articolo!
    Dono come scambio simbolico che ‘disciplina’ l’ordine sociale e le sue gerarchie.
    I sentimenti vengono dopo e come nei migliori film, complicano le cose…
    Siamo umani e ci piace vivere, regalare, festeggiare, incontrare, ricevere, emozionarci, amare (possibilmente) ricambiati.
    Il Natale è un evento simbolo della cristianità talmente potente che se ne fa un baffo dei luccichii del consumismo.

    I sentimenti sono cosa privata, il consumismo cosa pubblica.

    L’amore che proviamo per i nostri cari, i nostri bambini e i nostri vecchi ha la possibilità di scaldarsi nel tempo di Avvento così come una madre aspetta trepidante nelle ultime settimane di gestazione.
    Non c’è bisogno di essere credenti per assaporare la gioia dell’attesa.
    Poi, a ognuno il suo: chi vuole passare dal tritacarne, faccia pure. Ma non è sempre colpa delle multinazionali e dei media…
    Spolverare il nostro cuore tocca a noi.

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