Ludovica Amat: ogni matrimonio è un matrimonio reale?

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Alberi alti e leggeri dentro l’abbazia di Westminster. I principi fratelli sulla Bentley amaranto. Immaginare lo sguardo della madre. L’uniforme rossa di William. Gli intrecciati alamari dorati di quella di Harry. Gestualità contemporanee: il Principe si sistema i capelli come un ragazzo che si è sfilato il casco della moto, suo fratello si gratta il naso. Contrasto tra furgoncini commerciali e loro contenuto: fresca e divertente eleganza british, invenzioni di cappelli, perlacee o squillanti tinte unite, sorrisi, la bella gioventù. Felliniane figlie di Sarah Ferguson. Incedere da cow boy della madre della sposa. La riverenza di Camilla alla Regina in giallo. Ecco Kate infilarsi come un guanto nella macchina. Velo impalpabile, come antico. Penso a Maria Josè. I capelli sciolti, l’abito lungo, saluta la folla passando il piccolo bouquet da mano a mano. Acclamata, sorride piano. Fuori dalla Rolls Royce, per un attimo sola, sotto il macigno della curiosità del mondo, è semplicemente bellissima. L’invadente sorellina, sbracciata, bianca, attillata, caricaturale nel reggerle lo strascico. Percepisco come segno di generosità di Kate, la sua presenza. Lunga passerella, lei leggerissima, elegante, nessuna espressione fuori posto, è del tutto naturale, solo molto emozionata, come ogni sposa. Giunge alle spalle di William che non sciupa il momento e l’attende al fianco anziché girarsi. Il velo è levato dal viso, diventa plausibile la definizione: “Sua Grazia”. La tiara leggera e preziosissima prestata dalla Regina. Immagino il gesto nel mostrargliela, ci sarà stato? Nessun segno in lei di soddisfazione materiale, di volgarità, nessuna forzatura. Kate è semplicemente e splendidamente nel momento. La dichiarazione del Principe trasforma un ragazzo senza fascino in uomo con cui valga la pena condividere l’esistenza, sorregge letteralmente la sua compagna, con la voce, e lo sguardo che non tentenna mai. Il pronunciamento di lei è una guerra interiore, perfettamente domata, con le emozioni: regina in nuce; solo impercettibilmente l’angolo della bocca tira a destra. Il canto degli ospiti. God save the Queen. Ogni matrimonio è un matrimonio reale, l’incipit dello spettinato Arcivescovo di Westminster. Si cercano e sorridono, ora più pacati, sempre composti. Finalmente fuori, della folla, che li acclama come rock star. Dicono wow. E lo ridicono dal balcone di Buckingham Palace. Lei è radiosa. Sono felici. Si baciano e ridono perché fa ridere che un bacino generi automaticamente quella reazione delirante su un numero così incredibile di persone. L’ultimo fotogramma è di Kate, che appena prima di scomparire si volta ancora, impercettibilmente, verso il mondo, sorridendo.
Ho addosso una bella sensazione, ben lontana dall’idea che sia stato solo uno grande show a favore dei Windsor, penso che questo evento sia un segno, di quello che la gente vuole adesso: continuare a sognare.
E voi?

16 pensieri su “Ludovica Amat: ogni matrimonio è un matrimonio reale?

  1. manu52

    Io ero in delirio per i bambini del coro di Westminster,quel moretto nella sua dvisa rossa e oro era uno splendore. Per i cavalli,stupendi animali che sopportano il ruggito della folla,lucidi,perfetti. Per il caracollare delle uniformi smaglianti,per il passo regale delle carrozze,landau o cocchi. Sono rimasti solo gli inglesi capaci di offrirci di questi spettacoli grandiosi,a matrimoni,funerali o incoronazioni,ricorrenze o genetliaci. Ed io ne resto sempre incantata.

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  2. Lina Sotis

    Abbiamo messo Ludovica in prima al posto di Coda di Sirio e l’articolo è finito lì, automaticamente. Adesso è arrivato a casa sua, ma la tua risposta, di là, c’è ancora. Brava Ludo hai scritto un bel pezzo pieno di allegria e speranza.

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  3. orckidia

    Brava Ludovica! 🙂 Questo tuo pezzo fa viaggiare i miei pensieri, quello che ho visto in tv no. Son sincera, ho visto solo a pezzi il matrimonio del secolo, non so perchè, ma non ha attirato la mia attenzione, niente prima e poca durante. Forse le persone, oggi, han bisogno più di concretezze che di sogni, che alle favole non ci si crede più…?

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  4. Anny ciaoooo!!!!

    Vogliamo continuare a sognare leggendoti. Personale e smagliante il tuo sguardo su un mondo di fiaba. Brava Ludo, descrittiva ed ironica nell’illustrarcelo. Un bel pezzo di intelligente e non autoreferenziale giornalismo.

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  5. liquirizia

    Le immagini evocate da Ludovica mi hanno fatto sognare più dei video della Bbc! E’ stata una grande messinscena con protagonisti freddini, nonostante il battage di rito. Credo che l’amore tra i due sia sincero, che lei sia una dritta e che lo show (o la soap? Comunque POP) andrà avanti. Belli i boati di entusiasmo della gente uditi fin sull’altare, l’arrivo degli sposini in carrozza e l’uscita in auto!

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  6. ludovica amat

    ma che carini che siete 🙂 non c’è maggiore soddisfazione, quando si racconta una storia, di riuscire a ospitare qualcun altro sullo stesso tappeto volante. quella incapacità, ora che ricordo, era un mio grande cruccio quando mio figlio era piccolo: non sapevo leggergli le favole, mi anoiavo da morire, alla prima pagina mi smascellavo di sbadigli, mi cascava il capoccione ma lui che era molto buono non diceva nulla, metteva le testolina sotto la mia e mi faceva pat pat. per rifarmi siccome mi veniva meglio scrivere ho pensato di mettere per iscritto quello che mi passava per la testa quando lo aspettavo. mio figlio, intendo. ne venne fuori una cronachetta che si leggeva in breve, così la mandai alll’editore dei libricini 1000lire che me la pubblicò. si intitolava “la sindrome della madonna”, se volete ve la racconto a puntate, tanto i diritti son scaduti, era un secolo fa… che dici Lina?

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  7. Nontiscordardime

    siiiiiiiiiiiiiiiiiii sei una megamamma!!! La mia non aveva tutta questa pazienza.. del resto ero il terzo. Dai racconta!! Conosco quella collana..(100 pagine-mille lire) mi aiutato ad amare i libri quando ero ancora studente… magari ho anche il tuo libro sai?? Devo controllare.. Dai dai, racconta!!

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  8. liquirizia

    Racconta Ludovica, siamo tutt’orecchi & occhi! Alla mia mamma chiedevo sempre di leggere Heidi, non mi separavo mai e lo imparai quasi a memoria. In attesa dal pediatra a 4 anni fingevo di leggere ad alta voce, una paziente si stupì “ma la bimba legge già?!” e mamma “no! è tutta un bluff”. Sempre dolce e/o buffo l’esordio dei lettori!

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  9. gatta

    Sìììììììììì Ludovica! Aspettiamo il tuo racconto!Venendo al tema, io ho perso la testa quando lui le ha detto “I love you, you look so beautiful”!

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  10. orckidia

    Ahhhhh…iuto. Con le favole per la figlia ero un disastro pure io, una noia, così le trasformavo, cambiavo scenari, e pure finale. Il problema che poi me le richiedeva ed io me l’ero scordate, e finiva che lei me le riraccontava a me. Dai, racconta Ludo… :))

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  11. ludovica amat

    ora mi organizzo con le ragazze (i testi lunghi sono noiosi da leggere dal pc) e partiamo con la sindrome. liquirizia e orkcidia mi avete fatto ribaltare dal ridere

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