Tu chiamale se vuoi…emozioni..

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A proposito di libri, avete notato come la titolazione giusta possa condizionarci nella scelta di lettura? Il titolo è come l’onda di risacca che si infrange nel nostro inconscio e ci fa suoi, e noi, ammaliati da una suggestione che forse ci deluderà nei contenuti, soggiaciamo al..canto delle sirene e leggiamo, leggiamo. Quante volte ho scelto sull’onda di un’emozione. Un titolo per tutti: Horcynus Orca, l’unico scritto (di cui io sappia) da Stefano D’Arrigo. In questo caso però l’intuito è stato corroborato da una densa e duratura invasività intellettuale. Non sempre è così. Capita anche a voi? Volete farci qualche esempio?

25 pensieri su “Tu chiamale se vuoi…emozioni..

  1. Anonimo

    E’ proprio come dici, Anny; il titolo è già mezzo libro. Un titolo non può spiegare ma forse può offrire uno spunto, una chiave di lettura. E anche la copertina, il colore, il tipo di carta, l’immagine impressa…, il tipo di edizione. Son tutti pezzi di una personalità. Non so chi citava “le Braci” di A. Marai, libro che ho letto e straletto e regalato e che mi ha sedotto proprio a patire dal titolo. Un libro nel quale ho sognato di essere la protagonista… (ah…sospiro).

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  2. Anonimo

    Silvia, siamo in sintonia. L’avevo già intuito. Le Braci è stato citato da me perchè mi aveva “sconvolto”. Tanto per dire, a mio figlio era parso troppo lento. Come sai siamo “tutti uguali e tutti diversi”. Un abbraccio.

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  3. Ancamali

    beh ricordo “Nei mari estremi” di Lalla Romano…quel titolo mi acchiappò davvero.E anche “Il racconto della luna” di Vincenzo Pardini.”Le Braci” bellissimo!!
    L’ultimo titolo che mi ha presa è “Mentre morivo” di Faulkner….

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  4. cremecaramello

    a parte “l’amico americano” (P.H) e “lo sguardo di uno sconosciuto” (K.F) che ho citato in Simenon, “il bambino nel bosco” sempre di K. Fossum, lieve e inquietante. Un titolo cult vorever:? “narciso e boccadoro” di Hermann Hesse.CC

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  5. Anonimo

    Mai post fu più stupido! Un grande scrittore non scrive mai pensando all’effetto che farà il titolo della sua opera, così come un grande lettore non si lascerà sedurre mai da un titolo. Impari Anny a essere meno saccente e quando scrive si faccia capire da tutti e non usi un linguaggio criptico che soltanto lei capisce per il puro gusto di esibirsi.

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  6. Anonimo

    Le piacerebbe farmi reagire cara lettrice? Con me non attacca. Se c’è una grande lettrice questa è Lei Complimentoni!

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  7. cremecaramello

    @ Annyciaoooo!!!! Lettrice è stata maleducata e non si identifica, io l’ho segnalata nella black-liste@ Lettrice sei perspicace, anch’io penso che il titolo di un libro molto spesso non è significativo di un’opera, ma ci sono modi più appropriatii per dirlo. Non farmi dubitare della tua intelligenza.CC

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  8. Anonimo

    Io invece non conosco lei e sarei lieta di guardare in faccia la sciocchezza pura per vedere se è uno standard oppure una piavevole quanto fatua “invasività intellettuale” per usare le sue parole.

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  9. liquirizia

    Di solito mi faccio abbindolare dal passaparola, “L’eleganza del riccio”, o dalla nota sulla quarta di copertina, “Gli anni fulgenti di Miss Brodie”. Rifletto sul titolo a posteriori, dopo aver finito (o abbandonato!) il libro. Anch’io citai “Le braci”, siamo una banda di fans di Marai?!

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  10. Anonimo

    Finalmente qualcosa di intelligente : conosciamoci e parliamo a viso aperto, senza offendere in modo anonimo. Ne parlerò con Lina, quando sarà di ritorno. E’ un post per Grande Lettrice, sarà dei nostri?

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  11. manu52

    Passavo di qui per caso e mi sono imbattuta nella stroncatura della lettrice che critica! Ma che senso ha?
    E chi deve decidere se si capisce o no? Io capisco,lei aguzzi l’ingegno, male non le farà. Poi cerchi di diversificare i suoi interventi,che ormai si capisce pure chi è,alla lunga…

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  12. Anonimo

    In una rubrica di libri ci dobbiamo imbattere nelle solite sciocche e insulse che fanno le paladine dell’intelligenza quando non l’hanno mai conosciuta…

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  13. Anonimo

    @Lettrice: Il bon ton è un sistema di convenienze che vieta, in generale, una familiarità inopportuna, e di conseguenza tutte le parole e i giri di frase che presuppongono in colui che parla la negligenza dei riguardi che deve alla compagnia in cui si trova
    (Marmontel, &œlig;uv. t. X, p. 256)

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  14. Anonimo

    Le buone maniere non sono altro che il buon gusto messo in pratica.
    (Marmontel, &œlig;uv. t. X, p. 255)
    (forse così è più sintetico e chiaro?)

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  15. Anonimo

    @Francesca S.B.: “Ci sono persone di cui c’è da augurarsi che pensino tutto il male possibile di noi. E’ buona cosa apparire brutti in uno specchio deformato.”
    Paul Valéry
    Cattivi Pensieri
    Adelphi

    …..caruccia

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  16. Anonimo

    Che ridere! Stasera, Rai5, intervista a giovane scrittrice a cui la CASTELVECCHI ED. (dunque non proprio ed. d’accatto) chiede di pensare a 10 TITOLI di libri che vorrebbe scrivere. Chissà Lettrice cosa avrebbe detto…

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  17. Anonimo

    a me pare che la lettrice chiunque sia stia dicendo cose intelligenti forse un po’ rudi ma sempre intelligenti e dimostra coraggio nel dirle in mezzo ad una marea di persone che non la pensano come lei…da parte mia: congratulazioni per avere il coraggio di dire cio’ che pensa

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  18. Anonimo

    in verita il titolo di un libro mi incuriosisce e quando lo leggo il libro cerco di scoprire cosa ha che fare il titolo con il contenuto del libro stesso ma non ho mai comprato un libro per il suo titolo ne immagini poste sulla sua copertina e’ ovvio che poco hanno a che vedere con il suo contenuto

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