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Riunione conclusiva alla Cariplo, che sponsorizza il Premio, per il concorso dedicato a Guido Martinotti, a cui partecipano le scuole di giornalismo della città. Un’organizzazione perfetta, curata da Bianca Locatelli e Dorina Perego. La giuria tutta riunita – Daniela Benelli, assessore Comune di Milano, Mario Boffi, UNI-Bicocca, Eva Cantarella, già docente UNI-Statale, Piero Colaprico, La Repubblica, Franco D’Alfonso, assessore Comune di Milano, Ezio Marra, UNI-Bicocca, GianGiacomo Schiavi, Corriere della Sera, Anna Maria Terafina, Comune di Milano, Francesca Zaiczyk, UNI-Bicocca, ed io – ha visionato quattordici video con acclusi scritti. Eravamo tutti sorpresi perché i video, più che sui quartieri, erano incentrati sul volontariato in un dato quartiere. Il prossimo anno speriamo in una più ricca ricerca urbana. In ogni modo, dopo lunghe discussioni, sia sui video sia sugli scritti, sono emersi i vincitori. Eravamo quasi tutti d’accordo. La premiazione, aperta al pubblico, sarà mercoledì 21 maggio alle 11 all’Urban center in Galleria Vittorio Emanuele. Fino ad allora, alta segretezza sui premiati. Posso però dire che Ezio Marra commenterà uno dei lavori perché è stato eseguito con mezzi meno tradizionali. Eva Cantarella, moglie di Guido Martinotti, era molto contenta di questo ricordo a Guido, che coinvolgerà le università anche nei prossimi anni. Grazie agli assessori e alla Cariplo. 

Dettaglio divertente di fine riunione: Daniela Benelli e Franco d’Alfonso, quando sono stati ringraziati, hanno sorriso e hanno detto: “A noi non ci ringrazia mai nessuno!”. In questo caso, grazie Comune. E soprattutto grazie Bianca Locatelli.

Risotto alla Traviata

risotto

Ecco il racconto di una serata magica di Mirna e Francesca

Ciao da Mirna e Francesca. Vi vogliamo raccontare come abbiamo vissuto la sera della Traviata, la prima della Scala, qui a San Vittore. Siamo andate, un gruppo di donne, nel settore maschile, nella rotonda,  dove era stato tutto bene allestito per ospitare più o meno 200 persone fra detenuti e ospiti esterni. La prima cosa che abbiamo notato è stata che noi donne eravamo dietro,  gli uomini davanti e di fianco a noi, insieme alle altre persone, c’erano figure importanti come il Ministro della Giustizia Cancellieri, il magistrato Bruti Liberati, l’oncologo Veronesi e altri.

A dire la verità, questa Traviata così moderna non ci è piaciuta molto, anzi, non vedevamo l’ora che finisse; ho notato un ragazzo con le cuffie sulle orecchie e ho chiesto a Franci: “Credi che quello lì sia una guardia del corpo?”. Lei si mette a ridere e, burlandosi di me, mi risponde: “Non vedi che ascolta la partita alla radio!” Che figura!

Poi ci si avvicina il Ministro Cancellieri, ci chiede come stiamo e dice di non preoccuparsi perché farà tutto quello che è in suo potere per dare un’amnistia o l’indulto, che non dipende tutto da lei. La ringraziamo e, nel silenzio che si è creato dopo le sue parole, una nostra compagna le dice: “ Ma, lei Ministro spinga, spinga.” Abbiamo a stento trattenuto le risate per educazione e per non ferirla. Comunque questa donnona grande e con la faccia buona ci ha trasmesso tenerezza e speranza, l’unica che non ci abbandona mai.

Arrivano le pause, da noi molto attese: chi doveva andare in bagno, chi si prendeva un rinfresco, tè e biscotti fatti dalle donne dall’ICAM, e, se Dio vuole arriva anche la fine, tra applausi e fischi. Abbiamo commentato l’opera fra di noi, chi l’aveva apprezzata e chi no; so che la mia opinione non vale molto, però la dico ugualmente: quella non è il tipo d’opera che mi piace, preferisco qualcosa di più allegro e poi, se la devo dire tutta, mi sarebbe piaciuto vederla con i costumi d’epoca, anche perché io, occupandomi della sartoria di San Vittore sono molto interessata agli abiti. “E tu, Franci, come hai vissuto questa Traviata?” “Mi sono annoiata da morire, quasi mi pento di essere venuta.” Io ribadisco che è stato comunque importante per noi, abbiamo fatto qualcosa di diverso, nella monotonia di giornate interrotte solo dal lavoro e da qualche corso.

 

Poi, come per magia, viene il bello, prima il bastone poi la carota. Eravamo tutti insieme, con la gente comune, abbiamo parlato un po’ con tutti, dei nostri progetti per il futuro, abbiamo trovato tante persone disposte a venire a tenere corsi per noi, a fare volontariato e a insegnarci quello che sanno. Lungo i corridoi che portano ai raggi delle celle maschili erano allineati dei tavoli, preparati con molta cura, nel primo c’erano le bibite e il panettone, nei successivi, enormi pentoloni di questo meraviglioso risotto alla milanese. Non sapevamo come comportarci, così abbiamo aspettato fino a quando qualcuno ci ha invitato ad andare a mangiare il risotto e ci ha consigliato di andare all’ultimo tavolo dove era appena arrivato il grande pentolone, per cui non si era ancora ammassata tanta gente. Che meraviglia quel risotto, erano anni che non ne mangiavo di così buono, “E tu, Franci, l’hai assaggiato?” “Come no, Mirna, non solo l’ho assaggiato, ho fatto anche il bis, però, siccome mi vergognavo, ho cambiato tavolo, così me lo sono gustato per bene, bravissimi in cucina!” Poi c’era un tavolo con caffè, tè e una grandissima cesta piena di clementini e ci siamo fermate anche lì. Alla fine ci viene incontro l’educatrice e ci chiede se avevamo provato il panettone regalato dal Prefetto, che, nel frattempo, aveva lasciato la Scala e si era unito con sua moglia alla nostra festa. Questo panettone, fatto ancora in modo artigianale, era meraviglioso, non potevamo certo perdercelo, anche se le altre si stavano raggrupando per tornare al femminile. Mentre stavamo gustando questa leccornia, qualcosa si muove, vengono a recuperarci come bambini a una gita scolastica e così finisce questa stupenda serata, con il cuore felice e la pancia piena.

“Tu che dici, Franci, lo rifaranno, tutto, compreso il risotto?” Speriamo di sì, anzi facciamo un appello, vogliamo ancora la risottata di Stefano e dei suoi ragazzi: bravi, bravissimi!

Progetto adolescenti: il giornalismo come strumento di crescita

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Ieri c’è stata, come ogni settimana, la riunione di redazione con ABC e ci siamo trovati d’accordo con il voler creare un progetto che dia voce, in particolare, agli adolescenti ed invitarli a riflettere su se stessi, sulla società… Invitarli a pensare che il mondo è anche loro e che forse non è sufficiente sentirsi solo vittime ma possono diventare partecipi, protagonisti di forme di cambiamento che loro stessi auspicano.
I temi che vorremmo affrontare nel percorso di giornalismo sono la scrittura, partendo dalla bella scrittura, dal corsivo e dall’italico. Il segno come introduzione all’arte, sviluppo della conoscenza e del sapere, fino ad arrivare a Gutenberg. Vorremmo, facendoci condurre da professori ed esperti, attraversare argomenti che riguardino consapevolezza e il valore dell’intelletto. Vorremmo farli partecipare a riflessioni sull’incontro con il pensiero e favorire l’attitudine ad esprimenrsi correttamente. Sarebbe interessante che il percorso si trasformasse in viaggio attraverso l’educazione, la storia, la filosofia, la geopolitica, le religioni, le culture per arrivare a parlare di presente e di futuro… 🙂