Archivio tag: cinema italiano

Il ragazzo invisibile, regia di Gabriele Salvatores

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Michele vive a Trieste, è un tredicenne introverso, a scuola i compagni di classe bulletti lo prendono in giro e l’amata Stella neppure lo vede.
Un giorno – indossata una tuta dai colori sbiaditi – il ragazzo si scopre invisibile e dopo aver scoperto molte cose sul suo passato si ritrova a fare il supereroe, salvando i coetanei bulli e la pupa del cuore dai cattivi arrivati dalla Russia e ancorati nel porto triestino.
Non tutto convince, la prima parte è più fluida e scorrevole della seconda – dall’entrata in scena dei russi in poi il film si ingarbuglia – ma almeno Gabriele Salvatores si discosta dai soliti consueti confini di casa nostra e sperimenta altre strade, dimostrando coraggio e senso del rischio.
E così la scelta di affrontare le dimensioni e le problematiche dell’adolescenza attraverso un racconto fantastico ricco di metafore e di effetti speciali va premiata, e il pubblico lo sta facendo.

Cinema: “La sedia della felicità”, regia di Carlo Mazzacurati

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Un tatuatore, un’estetista e un prete alquanto stravagante inseguono – a Jesolo e dintorni, tra personaggi bizzarri e luoghi improbabili – il tesoro nascosto dentro l’imbottitura di una sedia.

Carlo Mazzacurati – consapevole di girare il suo ultimo film – ha voluto attorno a sé gli attori/amici di una vita oltreché Valerio Mastandrea e Isabella Ragonese più bravi di sempre e paradossalmente La sedia della felicità è il film più vivace, divertente, speranzoso, accogliente e vitale che ci sia in circolazione.

Cinema: “Cha cha cha” di Marco Risi

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 A poche ore di distanza dal ritrovamento del cadavere di un ingegnere una macchina investe, uccidendolo, un ragazzo all’uscita di una discoteca: qualcosa, e qualcuno, lega le due morti e un solitario investigatore privato di nome  Corso indaga mettendo il naso dentro intrallazzi e appalti immobiliari e scoperchiando complicità e silenzi in una Roma ingrigita, incupita, poco piaciona, poco invitante, dominata dal malaffare e da loschi figuri.

Marco Risi gira un più che buon nero di genere e in Cha cha cha il piacere del racconto c’è, Luca Argentero convince, matura e promette bene, Claudio Amendola è un ottimo ispettore impuro, gli altri comprimari sono bravi e la fotografia di Marco Onorato è notevole.

Che c’entra la danza del titolo in questo girotondo di mascalzoni, intercettazioni e imbrogli? C’entra, c’entra se alla fine, sull’orlo del precipizio, si continua a ballare.