Quartieri Tranquilli

Per Creare Solidarietà, Amicizia, Sicurezza


Archivio dell'autore: Ilaria d'Andria

Nei cinema dal 23 marzo

Sono tanti i film in arrivo nelle sale da questo giovedì di fine marzo, si spazia in molti generi e ce ne è davvero per i gusti di ciascuno, iniziamo la nostra abituale presentazione dal pluripremiato Vera di Tizza Covi e Rainer Frimmel, nostro personale colpo di fulmine della settimana. Vera è Vera Gemma di fu Giuliano, amatissimo bellissimo divo del cinema soprattutto western, ed è una donna alle prese col peso dell’eredità paterna, a partire appunto dalla bellezza, un fardello così pesante per non dire insostenibile da averla spinta a stravolgere anche i connotati. In equilibrio tra documentario e finzione i due registi hanno messo Vera al centro di una storia di stampo decisamente neorealista di cui ci si innamora dall’inizio, andate in sala a scoprirla. Proseguiamo con John Wick 4 di Chad Stahelski, quarta e non si sa se ultima puntata della saga iniziata nel 2014. Per l’impavido ex sicario è arrivata l’ora della resa dei conti col Marchese Vincent De Gramont, che presiede la Grand Tavola, resa dei conti costellata da tanta azione tra Parigi, Berlino e Tokyo e infiniti ammazzamenti. Divertimento assicurato per gli appassionati, combattimenti molto coreografici, un finale entusiasmante su e giù per oltre duecento scalini, Keanu Reeves sfida il passare del tempo, si batte e i suoi abiti non fanno un plissè. Andiamo avanti con Armageddon Time – Il tempo dell’Apocalisse di James Gray, il cui protagonista – siamo nella New York degli anni Ottanta – è Paul, un adolescente bianco ed ebreo il cui miglior amico è Johnny, compagno di classe di colore. Una storia classica di formazione che segue il percorso di crescita del ribelle Paul, peccato il tutto non susciti granché interesse, a parte quando entra in scena il nonno, interpretato da Sir Anthony Hopkins. Arriva dall’ultimo festival di Locarno Delta, il crudo western contemporaneo di Michele Vannucci, i cui protagonisti – siamo sul delta del Po – sono Osso, un ambientalista osservante della legge, ed Elia, un bracconiere adottato da una banda di pescatori di frodo rumeni. Entrambi sono nati e cresciuti nel ferrarese e sono due figure di uomo agli avamposti, destinate a incontrarsi e a scontrarsi, non vi diremo ovviamente come andrà a finire e chi soccomberà. Siamo arrivati a Stranizza d’Amuri di Giuseppe Fiorello, il quale per il suo debutto da regista – ispirandosi alla vicenda di due ragazzi di Giarre – racconta il sentimento dapprima d’ amicizia poi d’amore tra Nino e Gianni nella Sicilia nel 1982, sullo sfondo della vittoria dell’Italia ai Mondiali di Spagna. Sentimento che i due, ostacolati e perseguitati dalle rispettive famiglie, dalla società e l’ambiente del tempo, dovranno vivere di nascosto. Un film che va dritto al cuore. Arriva dalla Corea Miracle, il film di Jang-Hoon Lee, peraltro vittorioso al Far East Film Festival, una bella storia sulla forza dei sogni costruita molto bene tra commedia e dramma. Finiamo con 2028: La ragazza trovata nella spazzatura di Michal Krzywicki, una storia in equilibrio tra melò e fantascienza distopica, con rimandi a Blade runner e non solo. Nelle sale da oggi infine inoltre Il viaggio leggendario di Alessio Liguori, Il frutto della tarda estate di Erige Sehiri, Le mura di Bergamo di Stefano Savona e il documentario fresco di Oscar Navalny di Daniel Roher.

 

Nei cinema dal 16 marzo

Fine settimana con alcune uscite interessanti, cominciamo la nostra presentazione da Educazione fisica, il film d’impianto teatrale di Stefano Cipani (scritto assieme ai fratelli D’Innocenzo e interpretato da Angela Finocchiaro, Giovanna Mezzogiorno, Sergio Rubini, Raffaella Rea e Claudio Santamaria) dove i protagonisti sono i genitori di tre studenti tredicenni chiamati dalla preside della scuola a rispondere della violenza sessuale, peraltro filmata e messa in rete, fatta dai loro figlioli ai danni di una coetanea nella palestra, che pertanto è non a caso il luogo della convocazione. Se le premesse della vicenda sono improbabili il film, quanto mai claustrofobico, ha il merito di affrontare tematiche scottanti e di offrire lo spunto per riflettere sul pessimo livello morale e di conseguenza educativo di alcuni genitori, pronti a tutto pur di salvaguardare il proprio figlio. D’altro genere What’s Love?, la commedia romantica firmata da Shekhar Kapur i cui protagonisti sono Zoe, giovane documentarista inglese a caccia di idee, e Kazim, amico pakistano d’infanzia che per tradizione familiare lascia siano i genitori a trovargli moglie. Tradizione quella delle nozze assistite che diventerà il soggetto del documentario di Zoe. Indovinate come andrà a finire? Ma nonostante sia tutto da subito molto prevedibile la commedia affronta con leggerezza tematiche contemporanee, ha ritmo ed è piacevole, si canta, si balla, si brinda, si vola da Londra in Pakistan e poi Emma Thompson nei panni della mamma di Zoe/Lily James da sola ne vale la visione. Nelle sale poi da oggi il molto premiato Il Capofamiglia del regista egiziano Omar El Zohairy. Quando nel corso di una festa di compleanno un mago cialtrone trasforma il capofamiglia in un pollo sarà sua moglie, che lo proteggerà e lo nutrirà nell’attesa e nella speranza che ridiventi umano, a prendersi cura dei figli e della casa. Un film duro e coinvolgente e per niente rassicurante sulla condizione femminile in Egitto. Al centro di Diario di spezie di Massimo Donati – ultimo film di cui vi parliamo – ci sono un timido chef e un affermato nonché misterioso restauratore di quadri fiamminghi che lo invita a seguirlo alcuni giorni in Germania per un giro di incontri. Dapprima titubante lo chef finirà per incuriosirsi e accettare la proposta. Pessima idea. Non vi riveliamo oltre di una discesa all’inferno, tra segreti e rivelazioni. Sono usciti inoltre Shazam! Furia degli Dei di David F. Sandberg, The Honeymoon – Come ti rovino il viaggio di nozze di Dean Craig e Piano piano di Nicola Prosatore.

Nelle sale dal 9 marzo

Altro fine settimana con un’abbondanza di titoli in arrivo nelle sale, di certo ognuno troverà una o più pellicole che rispondano ai propri gusti, iniziamo la nostra abituale presentazione settimanale da un film uscito non a caso ieri 8 marzo, Primadonna, esordio di Marta Savina. La ventunenne Lia viene costretta alla fuitina da Lorenzo, figliolo assai prepotente e manesco del boss del luogo, siamo nella Sicilia degli anni Sessanta. Al rapimento e alla violenza dovrebbero seguire immediate nozze riparatrici ma Lia non ci sta e si ribella, vuole giustizia e con il sostegno della famiglia e l’aiuto di un avvocato porta il ragazzo e i suoi scagnozzi in tribunale. Ma che bella storia di autodeterminazione, una storia di ieri ma che guarda all’ oggi e al domani, il ritratto di una donna intraprendente appassionato e credibile, ottima Claudia Cusmano, bravi tutti gli altri. Proseguiamo con Un uomo felice di Tristan Séguéla, il cui personaggio principale è Edith, moglie da 40 anni del sindaco di un paesello bretone ultra conservatore, peraltro in campagna elettorale per essere rieletto, e madre di tre figli. Una sera Edith rivela alla famiglia di voler iniziare un percorso di transizione e di voler essere chiamata Eddy, sentendosi da sempre un uomo. Una commedia francese che tratta con toni leggeri temi di grande attualità prendendo in giro pregiudizi e luoghi comuni, si sorride, il tutto è piacevole per quanto prevedibilissimo, Catherine Frot entra nei panni maschili con destrezza e poi il sindaco è interpretato da Fabrice Luchini e quando c’è Luchini si corre in sala. Andiamo avanti con Missing di Nicholas Johnson e Will Merrick, un ansiogeno thriller digitale la cui protagonista è un’ iperconnessa diciottenne di Los Angeles (vive davanti allo schermo del suo Mac quasi tutto il giorno) alle prese con la sparizione, durante un viaggio in Colombia, della madre e del suo fidanzato. Niente e nessuno è come sembra, e il passato tornerà a bussare alla porta di casa. Film dal ritmo frenetico e concitato che piacerà a chi ha dimestichezza coi social e con le app. Nelle sale da oggi Disco boy di Giacomo Abruzzese, da poco visto e premiato alla Berlinale. Al centro della storia la vicenda di uomo in fuga dalla Bielorussia arruolatosi nella Legione Straniera e quella di un altro uomo che nel Delta del Niger si batte contro le compagnie petrolifere. Due destini che convergeranno in una pista da ballo. Ambiziosa e coraggiosa opera prima visivamente e musicalmente potente sui traumi della guerra che affascina e suggestiona oppure respinge. Sono inoltre usciti L’ultima notte di Amore di Andrea Di Stefano, Scream VI di Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, Women Talking – Il diritto di scegliere di Sarah Polley, Il cacio con le pere di Luca Calvani e Parlate a bassa voce di Esmeralda Calabria.

 

 

 

 

Nelle sale dal 2 marzo

In arrivo da questo giovedì nelle sale un numero spropositato di titoli, si spazia in ogni genere, per i gusti di ciascuno, noi ne abbiamo visti soltanto tre, iniziamo la consueta presentazione settimanale da Mixed By Erry, il film di Sydney Sibilia – siamo nella Napoli tra il 1976 e il 1991 – ispirato a Enrico Frattasio, un giovane di Forcella aspirante dj che assieme ai due fratelli creò un impero di notevole successo grazie alla masterizzazione e alla vendita di musicassette contraffatte alla perfezione. Fino a che la Finanza non mise la parola fine. Una storia napoletanissima scorretta che è godimento puro, ritmo, sorrisi, risate, tanta musica, un trio di attori esordienti molto bravi – ecco i loro nomi: Luigi D’Oriano, Giuseppe Arena ed Emanuele Palumbo – e dei comprimari di qualità come Francesco Di Leva, Francesco Gifuni, Adriano Pantaleo e Cristiana Dell’Anna. Restate incollati alla poltrona fino al termine dei titoli di coda, la storia continua… Nei cinema da oggi poi Empire of Light, il film di Sam Mendes, ambientato nella costa sud dell’Inghilterra degli anni Ottanta, che racconta la storia d’amore tra una donna dai nervi parecchio fragili (interpretata da una sempre efficace Olivia Colman) vicedirettrice di una sala cinematografica e un dipendente da poco assunto, storia di reciproco sostegno visto che Stephen ridarà a Hilary la voglia di sorridere alla vita e che Hilary difenderà Stephen da razzismo e pregiudizi. Un film sul potere salvifico della cura e dell’amore e sulla magia del cinema, di classe la partenza, peccato poi sbandi per i troppi finali. Finiamo con Tutto in un giorno di Juan Diego Botto, dove i protagonisti sono tre personaggi in corsa, in Spagna, contro lo sfratto: una madre di famiglia, una donna che spera di parlare col figlio, un avvocato che cerca di aiutare gli altri a scapito dei suoi affetti. Un film davvero tosto, disperato e molto amaro con un messaggio ben chiaro, superlativa Penelope Cruz. Sono inoltre usciti Creed III di Michael B. Jordan, Benedetta di Paul Verhoeven, Il patto del silenzio – Playground di Laura Wandel, il bel documentario Umberto Eco – La biblioteca del mondo di Davide Ferrario, L’uomo che disegnò Dio di Franco Nero, Preparativi per stare insieme per un periodo indefinito di tempo di Lili Horvát e infine La memoria del mondo di Mirko Locatelli.

 

Nelle sale dal 23 febbraio

Sono tanti i film nelle sale da oggi, noi ne abbiamo visti soltanto alcuni, iniziamo la nostra consueta presentazione settimanale da Laggiù qualcuno mi ama, l’appassionato documentario su Massimo Troisi di Mario Martone, il quale col prezioso aiuto di Anna Pavignano, sceneggiatrice dei film di Troisi, e di molto materiale anche inedito – come appunti, registrazioni e diari  – si avvicina all’uomo e all’artista raccontandone il genio e le tante sfumature e azzardando influenze e paragoni. Emozioni, ricordi, nostalgia. Abbiamo poi visto Romantiche, il debutto dietro la cinepresa di Pilar Fogliati che veste anche i panni delle protagoniste della commedia –  quattro identità femminili 29enni, di diverse estrazioni sociali e diversamente fragili e insicure -: un’aspirante sceneggiatrice logorroica arrivata a Roma dalla Sicilia, un’aristocratica un po’ fuori del mondo, una ragazza di Guidonia molto semplice e una pariolina munita di tante certezze. I tempi comici ci sono, si sorride e si ride qua e là, Fogliati dimostra talento strizzando l’occhio al primo Verdone e giocando soprattutto con la voce e con la mimica facciale, un’opera prima fresca e garbata al netto delle imperfezioni. Nelle sale inoltre Mummie – A spasso nel tempo di Juan Jesus Garcia Galoche, The Whale di Darren Aronofsky, The Offering di Oliver Park e poi finalmente, è candidato agli Oscar, arriva sugli schermi cinematografici Argentina, 1985, l’avvincente film di Santiago Mitre ispirato al processo alla giunta militare argentina i cui protagonisti sono i due procuratori, interpretati da Ricardo Darín e Peter Lanzani, i quali pur minacciati indagarono su quanto avvenne nel loro paese sotto la dittatura di Videla. Prendete infine nota che da lunedì 27 febbraio a mercoledì 1 marzo uscirà Kill Me If You Can di Alex Infascelli, l’incredibile ma vera storia di Raffaele Minichiello, ventenne da Melito, reduce dal Vietnam che nel 1969 dirottò un Boing della TWA con destinazione Los Angeles, dirottamento terminato poi a Roma. Un racconto appassionante, serrato e pieno ritmo, ricco di materiale d’archivio e testimoniato dallo stesso Minichiello: imperdibile.

Nelle sale dal 16 febbraio

La nostra abituale presentazione del giovedì inizia da The Quiet Girl, il film di Colm Bairéad ambientato nell’Irlanda del 1981 la cui protagonista è Cáit, una bambina di 9 anni che sta crescendo senza la cura e le attenzioni dei genitori, due contadini poveri. I quali hanno però l’ottima idea di mandarla a trascorrere l’estate in campagna, a casa di una coppia di parenti senza figli, entrambi con un cuore pieno di tristezza ma al contempo di amore e dolcezza. Lì Cáit comincerà a fiorire e a vivere. Un film sul potere salvifico della cura, della sicurezza e dell’amore fatto di sguardi silenzi e gesti, difficile non innamorarsene, per il finale ci vogliono i fazzoletti. Proseguiamo con Una relazione passeggera di Emmanuel Mouret, cronaca dell’incontro tra Charlotte, libera con figli, e Simon, pure lui con figli ma sposato. I due si piacciono, si cercano, vanno a letto, camminano, parlano tanto, corrono, puntualizzando di voler lasciar fuori complicazioni e soprattutto implicazioni sentimentali. Ma ci riusciranno? Una commedia dove funziona tutto, scrittura, regia e interpretazioni (perfetti Sandrine Kiberlain e Vincent Maicagne), regalatevela. L’ultimo film che abbiamo visto e che vi segnaliamo è Holy Spider, il film del regista iraniano naturalizzato danese Alì Abbasi ambientato nel 2001 a Mashhad – ma per ovvi motivi girato in Giordania – ispirato a un assassino seriale iraniano, amorevole padre di famiglia, che in due anni adescò e strangolò coi loro stessi chador sedici prostitute in quanto donne impure e corrotte. Sarà un’intrepida giornalista arrivata da Teheran, con l’aiuto di reporter del luogo, a smascherare il santo ragno. Un fascinoso e magnetico thriller sulla misoginia, l’oppressione e l’oscurantismo della società iraniana e sulla sua cultura, inquietante il finale con l’assassino che diventa esempio da emulare. Nelle sale anche Tramite amicizia di Alessandro Siani, Ant-Man and The Wasp: Quantumania di Peyton Reed, Non così vicino di Marc Forster, Il cerchio di Sophie Chiarello, Svegliami a mezzanotte di Francesco Patierno, Mirabile Visione: Inferno di Matteo Gagliardi, Till – Il coraggio di una madre di Chinonye Chukwu e poi prendete nota che da lunedì 20 a mercoledì 22 febbraio arriva nei cinema il bizzarro road movie di Zavvo Nicolosi La primavera della mia vita, debutto al cinema di Colapesce e Dimartino, il duo siciliano da poco visto sul palco di Sanremo, nei panni di due amici con un passato musicale in comune che si ritrovano dopo molti anni per un viaggio in molti angoli inediti di Sicilia, tra sorprese, scoperte, incontri e qualche fuori programma.

 

Al cinema dal 9 febbraio

Al cinema dal 2 febbraio

 

Sono diversi i film nei cinema da oggi, iniziamo la nostra consueta presentazione settimanale da Gli spiriti dell’isola, la premiata e pluricandidata agli Oscar tragicommedia di Martin McDonagh che racconta una storia ambientata su un’isola irlandese molto poco abitata (non cercatela, è immaginaria) nel 1923, durante la guerra civile. Padraic e Colm (Colin Farrell e Brendan Gleason, superlativi entrambi) sono due amici del cuore, lo sono da sempre, tra chiacchiere e una pinta di birra nell’unico pub del posto. Fino a quando il rapporto tra i due si spezza in modo improvviso per volere di Colm, il quale decide che l’amico non gli va più a genio in quanto troppo noioso e che frequentarlo è una perdita di tempo. Una cosa di poco conto, così pare all’inizio, pure bizzarra e forse passeggera, ma che poi vira sempre di più al dramma. Una metafora sulla guerra e sulla difficoltà di vivere in pace originale, malinconica, a tratti straziante ma pure divertente. Torna nelle sale il regista indiano M. Night Shyamalan, e ci torna con Bussano alla porta, una vicenda ambientata in una casa isolata in mezzo alla foresta abitata da una bambina e dai suoi due papà dove tutto scorre serenamente fino all’arrivo di quattro uomini armati, che chiedono un sacrificio umano per scongiurare l’apocalisse. Un thriller sulle nostre molte paure che parte teso ma che poi stradafacendo si affloscia un po’. Proseguiamo con Decision to Leave, il nuovo film di Park Chan-wook il cui protagonista è un detective insonne alle prese col caso della morte, durante un’arrampicata, di un uomo. Pare si tratti di un incidente ma il poliziotto ha dei sospetti sulla neovedova. Che diventerà ben presto la sua ossessione mettendone in crisi il lavoro e la vita privata. Vendetta, seduzione, sentimenti, ambiguità, inconscio…: un labirinto un po’ noir un altro po’ melò con più rimandi a Hitchcock e dovizia di dettagli non sempre facile da seguire ma girato con grande stile, e un finale sulla spiaggia visivamente splendido. Nelle sale inoltre Asterix & Obelix – Il regno di mezzo di Guillaume Canet, il pluricandidato ai prossimi Oscar Everything, Everywhere All at Once di Dan Kwan e Daniel Scheinert già passato da noi qualche mese fa, Assassin Club di Camille Delaware e Hidden – Verità sepolte di Roberto D’Antona.

 

Nelle sale dal 26 gennaio

Sono molti i titoli nelle sale da questo giovedì, iniziamo la nostra abituale presentazione con un film decisamente dinamico, The Plane di Jean-François Richet con Gerard Butler nei panni del pilota di un aereo costretto, a seguito di un fulmine, a un atterraggio d’emergenza in un isola sperduta delle Filippine laddove, per non farsi mancare nulla, i passeggeri verranno presi in ostaggio dai miliziani del luogo. Riuscirà capitan Brodie Torrance a metterli in salvo e a riportarli a casa? Azione, tensione e adrenalina fino alla fine senza noia, al netto della prevedibilità e della mancanza di verosimiglianza e di psicologie. Proseguiamo con Profeti, il film di Alessio Cremonini che racconta la storia di una giornalista italiana rapita in Siria dall’Isis e di seguito imprigionata nella casa di Nur, la moglie di un miliziano che tenterà di convertirla all’estremismo islamista. Come andrà a finire? Sara resisterà oppure cederà? Una notevole claustrofobica tesa vicenda di sottomissione tutta al femminile fatta di dialoghi ma prima ancora di sguardi con due attrici – Jasmine Trinca e Isabella Nefar – che gareggiano in bravura e intensità. Nelle sale da oggi poi A letto con Sartre, la sorprendente stralunata surreale assurda commedia corale di Samuel Benchetrit ambientata in una cittadina del Nord francese i cui protagonisti sono un gruppo di abitanti dediti a violenza e angherie ma sensibili alla poesia. Come Jeff, boss locale che tenta di conquistare la cassiera del supermercato facendole recapitare dal suo scagnozzo dei versi sgangherati. C’è violenza, c’è ironia, ci si diverte e si ride parecchio, il tutto è benissimo scritto e poi c’è un cast che funziona a meraviglia, tra i tanti Vanessa Paradis, Valeria Bruni Tedeschi e François Damiens. Finiamo con Il primo giorno della mia vita, il film di Paolo Genovese – tratto dal suo omonimo romanzo – che ruota attorno a quattro persone intenzionate a farla finita – un motivatore depresso, una poliziotta che ha da poco perso la figlia, una ginnasta eterna seconda rimasta paralizzata e un ragazzino diabetico costretto da madre e padre a ingozzarsi di ciambelle davanti a una telecamera -. Ma un attimo prima di morire i quattro sono raccolti da un uomo che chiede sette giorni per farli nuovamente innamorare della vita, un tempo giusto secondo lui per vedere se tutto è davvero perduto, per comprendere come sarebbe il mondo senza di loro attraverso le persone lasciate o quelle che avrebbero potuto incontrare in futuro. Un film corale che affronta argomenti giganteschi cupo, malinconico e ambientato in una Roma quasi sempre piovosa ma che però si apre alla speranza e a una seconda possibilità, peccato le varie vicende creino nello spettatore meno empatia di quanto vorrebbero, ricco il cast, con Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Margherita Buy e Sara Serraiocco. Nelle sale inoltre Hometown – La strada dei ricordi di Mateusz Kudla e Anna Kokoszka-Romer, un documentario commovente che vede Roman Polanski e Ryszard Horowitz fare ritorno in Polonia per condividere i loro ricordi prima dell’orrore del nazismo, Anton Cecov di Rene Féret, Terezin di Gabriele Guidi, La seconda via di Alessandro Garilli sulla ritirata degli alpini in Russia e Trieste è bella di notte di Matteo Calore, Stefano Collizzolli e Andrea Segre.

Nelle sale dal 19 gennaio

Al cinema dal 12 gennaio

Tutti di qualità i film nelle sale da questo giovedì, iniziamo la nostra consueta presentazione settimanale da Le vele scarlatte di Pietro Marcello. Il film, ambientato alla fine la Prima Guerra Mondiale in un villaggio in Normandia, racconta la storia di Juliette, che vive col papà reduce e che aspetta l’arrivo delle vele scarlatte per andarsene via, come le ha profetizzato una maga. Ma che bella questa favola di emancipazione femminile, contraddistinta dallo stile e dalla mano di Marcello. Racconta una storia di donna anche Un bel mattino di Mia Hansen-Løve. Sandra (magnifica Léa Seydoux), madre vedova di una figlioletta di cinque anni, inizia una relazione con Clément, un amico di gioventù in crisi coniugale, mentre deve occuparsi del padre, amatissimo insegnante di filosofia con demenza degenerativa incalzante. C’è il dolore, c’è la gioia, ci sono le fragilità, insomma c’è la vita in questo film, con un amore in arrivo e un grandissimo amore in partenza, e tutto è misurato e in perfetto equilibrio tra profondità e leggerezza, non perdetelo. Nelle sale da oggi inoltre Grazie ragazzi, la nuova commedia di Riccardo Milani il cui protagonista è Antonio, un attore disilluso e disoccupato – al momento sbarca il lunario doppiando film porno – che accetta di dare ripetizioni di recitazione a un gruppo di detenuti. L’inizio è complicato ma poi Antonio, ritrovati l’entusiasmo e la passione necessari, decide di mettere in scena Aspettando Godot di Samuel Beckett. Seguiranno successi e imprevisti. La passione per il teatro, il ruolo (salvifico e liberatorio) della cultura, la realtà del carcere…: d’accordo, il film è un rifacimento, l’ennesimo, il che denota mancanza di idee e quindi di originalità, ma almeno funziona e arriva, al netto della lunghezza spropositata e della prevedibilità, e gli attori – Antonio Albanese, Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni, Fabrizio Bentivoglio – sono in forma. Chiudiamo la nostra presentazione con Nezouh – Il buco nel cielo, il toccante film della regista siriana Soudade Kaadan ambientato in una martoriata Damasco durante la guerra civile siriana i cui protagonisti sono una coppia e la loro figlia 14enne. Quando il loro appartamento viene squarciato da una bomba, creando il buco nel cielo del titolo, Hala e Zeina decidono di avventurarsi all’esterno, per assaporare la libertà, al contrario di Motaz, deciso a non voler diventare un rifugiato. Sono poi usciti La fata combinaguai di Caroline Origer, Ma Nuit di Antoinette Boulay e infine l’11 gennaio è iniziato il tour su e giù per l’Italia di Noi ce la siamo cavata, il vitale documentario di Giuseppe Marco Albano che racconta – tra ricordi e interviste a chi partecipò nel 1992 a Io speriamo che me la cavo, il film di Lina Wertmuller tratto dalle pagine di Marcello D’Orta – i loro percorsi di vita e quel che sono diventati oggi, trent’anni dopo.

Nelle sale dal 4 gennaio

È nelle sale dal primo gennaio Tre di troppo, il secondo film di (e con) Fabio De Luigi i cui protagonisti sono Marco e Giulia, felicemente sposati e molto felicemente senza figli i quali, a seguito della maledizione scagliata da un’amica con prole, si ritrovano – terrorizzati – genitori di tre bambini. Ma quando l’incantesimo si esaurirà e il viaggio nella genitorialità sarà finito si sentiranno sollevati oppure no? Una piacevole commedia in equilibrio tra realtà e finzione per chi ha figli e per chi non ne ha dove si ride e si riflette e poi Fabio De Luigi e Virginia Raffaele funzionano. Nei cinema da oggi Close, il film del regista belga Lukas Dhont (chi non ha visto Girl, suo lungometraggio d’esordio del 2018, cerchi di recuperarlo) incentrato sull’amicizia tra Léo e Rèmi, tredicenni inseparabili  amici del cuore fin dall’infanzia. Amicizia che verrà spezzata, all’inizio dell’anno scolastico, dalle domande ironiche dei compagni di classe. Léo reagirà prendendo le distanze dall’amico, finirà in tragedia. L’identità sessuale, i condizionamenti della società…: che bellissimo film, intenso, travolgente e con due protagonisti che parlano con gli occhi, segnatevi i loro nomi, Eden Dambrine e Gustav De Waele. Sono inoltre usciti M3GAN di Gerard Johnstone, I migliori giorni di Edoardo Leo e Massimiliano Bruno, Un vizio di famiglia di Sébastien Marnier, Godland – Nella terra di Dio di Hlynur Pálmason e Charlotte M. – il film Flamingo party di Emanuele Pisano, debutto al cinema della youtuber e tik toker Charlotte M. – qui nei panni di una ragazza al primo anno di liceo decisa a salvare dalla chiusura un’oasi di fenicotteri  – che piacerà alle sue coetanee.

 

Al cinema dal 22 dicembre

Proprio ricco il menu cinematografico sotto l’albero di Natale 2022, con tanti bel film, tutti da vedere, iniziamo la nostra consueta presentazione settimanale da Masquerade – Ladri d’amore di Nicolas Bedos, i cui protagonisti sono un ex ballerino e una bella ed esperta avventuriera che, sotto il sole della Costa Azzurra, si innamorano e assieme truffano l’amante di lui, una diva sul viale del tramonto imprigionata dal suo passato, e un ricco imprenditore. Intrighi, inganni e tradimenti, tanto cinismo, pochi sentimenti e molto calcolo, il film diverte, forse dura troppo però di una lunghezza che non pesa, cast di stelle con Isabelle Adjani, Marine Vacth, Pierre Niney, Emmanuelle Devos, François Cluzet e una Laura Morante davvero magistrale. Andiamo avanti con ll grande giorno di Massimo Venier con Aldo, Giovanni e Giacomo stavolta alle prese con le nozze tra Elio, il figlio di Giacomo, e Caterina, la figlia di Giovanni. Nozze alle quali la prima moglie di Giovanni si presenta col nuovo fidanzato, il rumoroso e quanto mai invadente Aldo, cui spetterà il ruolo di guastafeste nonché di detonatore di dubbi e di conflitti fino ad allora inesplosi. Divertimento, tenerezza, malinconia e nostalgia canaglia, funziona tutto, si ride di gusto e di cuore, con un Trio in forma brillante, un ben scelto cast di contorno, tra i tanti ci sono Lucia Mascino, Elena Lietti e Roberto Citran, belle le musiche. Nelle sale da oggi splende poi The Fabelmans, il film più personale di Steven Spielberg in cui il regista americano racconta – per interposto gruppo familiare – la scoperta del cinema attraverso la visione de Il più grande spettacolo del mondo di Cecil De Mille nonché il trauma per il divorzio dei genitori, i continui traslochi, gli episodi di bullismo e di antisemitismo a scuola che gli complicarono non poco la vita. Ci si appassiona e ci si emoziona da subito, gli occhioni sgranati del piccolo Sam davanti allo scontro tra treni sono un’ irresistibile calamita, i 151 minuti volano che è un piacere, perfetto il cast con Gabriel LaBelle, Paul Dano, Michelle William e David Lynch nei panni di John Ford, è amore per il Cinema puro e totale, regalatevelo. Bello anche l’ipnotico Fairytale – Una fiaba di Aleksandr Sokurov, i cui protagonisti sono alcuni dittatori e alcuni personaggi storici – ci sono Mussolini, Stalin, Hitler e Churchill – che vagano, conversano, brontolano e ragionano nell’Aldilà, tra dubbi e smarrimento, in attesa di sapere dove andranno a finire. Una riflessione sul potere messa in scena in modo originale e metafisico attraverso la rielaborazione di materiale d’archivio. A Natale non può certo mancare un film d’animazione, ecco pertanto Ernest & Celestine – L’avventura delle 7 note di Jean Christophe Roger e Julien Chheng dove ritroviamo l’orso brontolone e la sempre vivace topolina in viaggio alla volta dell’Ostrogallia, laddove scopriranno che ogni forma di musica è stata vietata. Una poetica storia di amicizia dalla bella grafica che piacerà ai molto piccoli e ai loro accompagnatori. Sono inoltre usciti Le otto montagne di Charlotte Vandermeersch e Felix van Groningen, Whitney – Una voce diventata leggenda di Kasi Lemmons, tributo a Whitney Houston, Living di Oliver Hermans, e infine EO di Jerzy Skolimowski.

 

 

 

 

 

Perfetta illusione, regia di Pappi Corsicato

Un triangolo, o meglio ancora, un quadrato, dal momento che oltreché un lui e due lei c’è pure l’arte: arriva oggi nei cinema Perfetta illusione, il nuovo lungometraggio di Pappi Corsicato, storia di Toni, impiegato di una Spa dalle ambizioni artistiche finite in cantina il quale, all’insaputa della moglie Paola, pure lei con le sue ambizioni, inizia a frequentare la molto ricca Chiara che gli troverà un nuovo lavoro in una galleria d’arte, riaccendendo così la fino ad allora disprezzata passione artistica del giovane. Ma un incidente stradale trasformerà i sogni in incubi. Illusioni, realtà, il ruolo delle differenze di classe…: bentornato Corsicato, che ispirandosi alle illusioni di Balzac gira una storia ambientata nel mondo dell’arte, a lui molto congeniale (un consiglio: se non lo avete visto recuperate L’arte viva di Julian Schnabel) di sognatori di sogni destinati a sbattere contro la realtà. 

Nei cinema dal 7 dicembre

Sono tanti anche questa settimana i titoli in arrivo nelle sale, iniziamo la nostra consueta presentazione da Sì, Chef! La brigade, il film di Louis-Julien Petit che racconta la storia di Cathy, sous-chef che lascia il ristorante dove lavora e accetta di cucinare in un centro di accoglienza per migranti minorenni. I primi tempi saranno frustranti e complicati – Cathy aveva ben altri progetti – ma via via che conoscerà il vissuto dei ragazzi le cose cambieranno. Una commedia sociale di riscatto che fa riflettere con leggerezza, prevedibile ma fatta bene, godibile e con due bravi attori, Audrey Lamy e François Cluzet. Proseguiamo con L’uomo sulla strada, l’opera prima di Gianluca Mangiasciutti la cui protagonista è Irene, una diciottenne che dieci anni prima vide il padre ucciso da un pirata della strada. Pirata che dopo l’incidente fuggì senza lasciare traccia e che ora è a capo della fabbrica dove la ragazza lavora. Lei non lo riconosce, lui invece sì. Vendetta, redenzione, amore…: il film è un thriller ben scritto, ben girato e poi Aurora Giovinazzo è molto brava e Lorenzo Richelmy non è da meno. Da oggi nelle sale anche ll corsetto dell’imperatrice di Marie Kreutzer dove troviamo un’irrequieta e tanto malinconica principessa Elisabetta di Baviera che, tormentata dalla vita di corte e dal passare del tempo – è prossima al compimento dei quarant’anni – cerca di salvare la sua bellezza, tra rinunce alimentari, sacrifici, viaggi, frequentazioni varie. Una rivisitazione cruda e contemporanea di Sissi, con un’ottima Vicky Krieps. Sono usciti inoltre Annie Ernaux – I miei anni super 8 di Annie Ernaux e David Ernaux -Briot, Il gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio di Joel Crawford, Chiara di Susanna Nicchiarelli, Saint Omer di Alice Diop e – dal 10 al 12 dicembre soltanto – Cremonini Imola 2022 Live di Gaetano Morbioli.

Nei cinema dall’1 dicembre

Sono davvero tanti i nuovi film nelle sale da oggi, iniziamo la nostra consueta presentazione settimanale da Riunione di famiglia – Non sposate le mie figlie 3 di Philippe de Chauveron, terza e si presume non ultima puntata della serie iniziata otto anni fa che vede qui Claude e Marie Verneuil alle prese, a loro insaputa, col festeggiamento del quarantesimo anniversario di nozze che le quattro figlie decidono di organizzare con le invadenti famiglie dei mariti. Etnie, culture e religioni diverse, inclusività…: che dire, si vive un po’ di rendita, e un po’ si sente, ma il film è tutto sommato godibile. Andiamo avanti con Vicini di casa, la commedia molto teatrale di Paolo Costella i cui protagonisti sono una coppia annoiata e i due neovicini di casa, innamorati e vivaci come fosse il primo giorno. Se la partenza è un po’ lenta, la proposta indecente spiazza e infiamma gli animi, dando finalmente brio alla storia, comunque garbata, mai volgare e con quattro bravi interpreti, Claudio Bisio, Vittoria Puccini, Vinicio Marchioni e Valentina Lodovini. Nelle sale da oggi poi Forever Young – Les Amandiers, il quinto e miglior film di Valeria Bruni Tedeschi su un gruppo di giovani ammessi  – siamo alla fine degli anni Ottanta – alla scuola di recitazione del Théâtre des Amandiers diretta dal carismatico Patrice Chéreau e da Pierre Romans. La passione per la recitazione, gli amori, gli entusiasmi, gli ardori, i primi cambiamenti, l’Aids, le tragedie, insomma la vita: il film pesca dal vissuto della stessa regista ed è il ritratto di un’epoca oltremodo intenso e vibrante, non perdetelo. Arriva poi Orlando, il toccante film di Daniele Vicari con un monumentale Michele Placido nei panni di un nonno che incontra per la prima volta sua nipote. Sono usciti inoltre Una notte violenta e silenziosa di Tommy Wirkola, The Woman King di Gina Prince-Bythewood, One Piece Film di Gorō Taniguchi, La prima regola di Massimiliano D’Epiro, Una mamma contro G.W.Bush di Andreas Dresden, Aiuto! È Natale di Kristoph Tassin, Monica di Andrea Pallaoro, Nessuno deve sapere di Bouli Lanners, Tra le onde di Marco Amenta e poi prendete nota che domenica 4 dicembre sarà nelle sale Pinocchio di Guillermo del Toro e Mark Gustafson, la nuova bellissima rivisitazione in stop-motion del classico di Carlo Collodi ambientata durante il fascismo (dal 9 dicembre andrà su Netflix).

 

Nei cinema dal 24 novembre

È giovedì, giorno di nuove uscite, iniziamo la nostra consueta presentazione settimanale con Bones And All, il film di Luca Guadagnino (tratto dal romanzo Fino all’osso di Camille DeAngelis) che racconta il viaggio on the road di Lee e Mareen, due giovani innamorati alla ricerca di un posto nel mondo in una società – siamo nell’America degli anni Ottanta – che li ha messi ai margini perché cannibali. Una personale, intensa e non banale lettura della diversità e della solitudine tra metafore e simbolismi dolente e dolorosa ma anche poetica e romantica al netto delle tante e crude scene dei pasti completi davanti alle quali molti chiuderanno gli occhi. Bravi Taylor Russell e Timothée Chalamet, superbo e spaventoso Mark Rylance. Andiamo avanti con Tori e Lokita di Jean-Pierre e Luc Dardenne, un’altra triste storia di accoglienza degli ultimi della terra – due migranti africani approdati in Belgio, Lokita ha 16 anni, Tori 10, la cui unica speranza per restarci è passare per fratelli – raccontata dai fratelli belgi con rabbia e le consuete chiarezza e incisività, senza una parola, una scena né una spiegazione di troppo. Sceglie un fatto di cronaca per debuttare alla regia l’attore Vincenzo Pirrotta, il suo Spaccaossa racconta infatti di un’organizzazione criminale che in Sicilia provocava fratture a gente disperata per ottenere dalle assicurazioni il risarcimento. La fetta più cospicua se l’intascava l’organizzazione, le briciole andavano ai poveracci disposti a farsi spaccare un braccio, una gamba, o entrambi. Disturbante la storia, di miseria, disumanità, disagio e sopravvivenza, essenziale la regia, ottimi tutti gli attori, oltreché lo stesso Vincenzo Pirrotta ci sono anche Ninni Bruschetta, Luigi Lo Cascio, Selene Caramazza, Giovanni Calcagno, una perfida Aurora Quattrocchi e la voce splendida di Giuni Russo, si parla in siciliano stretto, con sottotitoli. Protagonista di Poker Face, il thriller e non solo di e con Russell Crowe, è un ricco giocatore d’azzardo che decide di organizzare nella villa di sua proprietà una partita di poker, partita che si rivelerà piena di rivelazioni e colpi di scena. Escono inoltre Una voce fuori dal coro di Yohan Manca, La California di Cinzia Bomoll, Una mamma contro G.W. Bush di Andreas Dresden, Strange World – Un mondo misterioso di Don Hall, Gli occhi del diavolo di Daniel Stamm, Glass Onion – Knives Out di Rian Johnson (dal 23 dicembre poi su Netflix), e infine da lunedì 28 novembre a domenica 4 dicembre – prendete nota – Franco Battiato. La voce del padrone di Marco Spagnoli, viaggio nella vita e nell’arte del cantautore e molto altro scomparso a maggio del 2021 attraverso le testimonianze di chi ha lavorato con lui.

Nei cinema dal 17 novembre