Archivio dell'autore: Caterina Cavo

QT8, il Quartiere Tranquillo n° 8 !

QT8 ha nel suo nome la forza di un tweet; nella brevità dell’ acronimo (Quartiere Triennale 8) risuonano efficacemente i suoi contenuti riformatori, espressione della cultura innovatrice del secondo dopoguerra. Quando decido di visitare il quartiere so che non troverò “le pareti continue in fregio alle strade e alle piazze” – come voleva il suo progettista Piero Bottoni -, ma una varietà edilizia intercalata da ampi spazi “a verde”, non tutti veri e propri giardini.

La tradizionale piazza del quartiere non c’è e così la chiesa di Santa Maria Nascente trova affaccio su un incrocio di strade; più avanti lungo via Salmoiraghi  una scuola e verso la fine del viale, un fabbricato rivestito da una trama aperta di mattoncini sobria ma ricercata ed in tono con lo stile moderno del QT8. È un ostello della gioventù dove entrano ed escono con i loro zaini, giovani viaggiatori che forse (ahimé!) non si addentreranno mai tra le vie del quartiere.

Chiesa di Santa Maria Nascente

Chiesa di Santa Maria Nascente

Ostello della Gioventù

Ostello della Gioventù

Qui non ci sono architetture di pregio, ma l’ impianto è certamente d’ interesse: in via Agrigento come lungo via Gaetano Moretti ampi prati immaginati come giardini pubblici, si inseriscono tra gruppi di case a schiera. 

case a schiera di via Agrigento

case a schiera di via Agrigento

via Gaetano Moretti

via Gaetano Moretti

Ai margini il Monte Stella, che è grande anzi grandissimo; un vero parco pensato per un bel quartiere che ora si deve confrontare con il vicino Parco del Portello, costruito anche questo in pendenza su una collina artificiale. Il viale Renato Serra è il limite del quartiere, oltre il quale intravedo lo sviluppo di un altro mondo, ancora da scoprire…

Parco Monte Stella

Parco Monte Stella

Parco del Portello

Parco del Portello

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Il grande (quartiere) Inganni

Quando Angelo Inganni dipingeva i suoi scorci Milanesi cogliendo l’ intensità del quotidiano vivere del popolo, al posto del quartiere che porta il suo nome, un tempo c’erano solo terreni e campi.

quadro 1

Quadro 1:  Contadino che accende una candela con un tizzone – Angelo Inganni

Eppure i soggetti dei quadri del pittore lombardo potrebbero, con un po’ di fantasia, essere inseriti nella cornice di questo quartiere moderno; e non perché qui sia riprodotta la Milano del XIX secolo.

quadro 2

Quadro 2: Scorcio su Piazza del Duomo– Angelo Inganni

quadro 3

Quadro 3 Festa di nozze in un cortile 1873 (mi piaceva ma forse rappresenta paesaggi bresciani!)– Angelo Inganni

Al contrario l’impianto urbano è l’ espressione di una sperimentazione progettuale recente, che organizza la gerarchia degli spazi lungo una larga strada.

Dritta e alberata via Inganni ha come fondale privilegiato alte palazzine residenziali, modeste nell’aspetto e orientate così diversamente l’ una dall’altra, da assicurare varietà al paesaggio costruito.

via Inganni, viale

Curiosamente i negozi non sono, se non per un breve tratto, ai piani terra dei condomini; le attività commerciali sono concentrate in bassi fabbricati che si alternano a stecche di edifici a torre.

Scuole e chiese con la loro piazze fanno di questo quartiere una piccola città; “ Qui c’è proprio tutto. Il centro diagnostico, i negozi, il parco…ed i trasporti pubblici funzionano..si sta bene qui ” mi dice orgogliosamente una signora che da vent’ anni vive in uno degli appartamenti della “Aler”.

via Inganni_negozi e palazzine via Inganni_palazzine Si percepisce un forte e radicato spirito popolare che, tuttavia, non sembra dipendere dalla presenza delle abitazioni di edilizia residenziale pubblica.

E’ piuttosto la fierezza di appartenere ad un quartiere dove “non manca nulla…proprio come in centro” la vera matrice...la stessa che anima i volti ed i gesti dei personaggi rappresentati, due secoli prima, da Angelo Inganni.

 

 

 

 

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Lorenteggio VS Giambellino: un derby milanese

via Giambellinovia Lorenteggio

Oggi i protagonisti di questo derby milanese non sono le due acclamate squadre di calcio.

Qui la competizione si gioca lungo distanze enormi – la lunghezza di due strade – divise solo da un lembo di tessuto urbano fatto di palazzine borghesi, case popolari e grandi piazze.

Delimitare il campo di gara è facile perchè racchiuso entro i tracciati di via Lorenteggio e di via Giambellino che, dall’ angolo sud-ovest di Milano, corrono dritte al centro cittadino.

Più difficile, invece, è comprendere come, lungo questi percorsi perfettamente paralleli, possono incrociarsi le identità di due quartieri.

Sì perché se apparentemente Lorenteggio mantiene il primato di strada più importante della zona, gli abitanti di Giambellino rivendicano la loro indipendenza, tanto da aver fondato – tra i palazzi amaranto sbiadito delle case popolari – una propria “Associazione per la gioventù” .

A questo punto mi diverto a zigzgare percorrendo le traverse che collegano le due vie.

In queste “terre di mezzo” cerco di capire se e dove sia il confine dei due quartieri, o piuttosto se non sia più corretto leggere, nella gerarchia delle strade, la ricca e complessa organizzazione di un’ unica entità urbana.

Per il momento metto da parte questi ragionamenti da “tecnico”, perché in fondo la verità è una sola e risiede in questa semplice considerazione: se un sentimento di appartenenza esiste, allora dovrà esserci sicuramente un luogo fisico nel quale il cittadino si riconosce, più o meno consapevolmente. Per questo gli abitanti interpellati durante il mio percorso si mostrano, alcune volte, decisi “Qui siamo a Lorenteggio, di là è Giambellino!”, altre volte insicuri: Lorenteggio, …no forse più Giambellino!, o addirittura diplomatici “Il quartiere è Lorenteggio e Giambellino”.

È quasi come chiedere garbatamente “Scusi lei di quale squadra è tifoso?”

Poco importa la risposta…quello che conta è che il match in atto ci coinvolge e ci appassiona!

case popolari di via Gimabellinouna strada minore con il mercato settimanel

La spina garibaldina

milano_garibaldi

Un uomo, una Nazione; una strada, un quartiere. Questo è (Corso) Garibaldi…e non è poco, credetemi.

A Milano non c’ è nulla di più essenziale, denso e definito che questo quartiere concentrato lungo il tracciato di una strada che, partendo idealmente da Piazzale Cordusio si innerva nel tessuto cittadino, passando di fronte ad antichi edifici e ad una basilica – San Simpliciano -,  costeggiando poi una lunga fila di negozi per proseguire verso nord e raggiungere Porta Garibaldi, ingresso settentrionale alla città.

lom-mi-ssimpliciano

Oltre l’ arco di trionfo, la grande trasformazione di “Porta Nuova” definisce nuovi spazi e cerca la sua  vera identità:  l’ idea nobile di presentarsi come ponte tra il quartiere Isola e Garibaldi si infrange contro il desiderio di individualismo espresso nelle luccicanti torri vetrate e nelle architetture da copertina. Forse la cittadinanza deve ancora far proprio quello che la città – fisica fatta di case, strade e piazze – ha già assorbito nel suo edificato.

corso garibaldi 15

Se Porta Nuova apparterà mai a Garibaldi o magari alla vicina Isola ce lo diranno con il tempo i cittadini. Tuttavia sono convinta che osservare criticamente il presente aiuti a riflettere sul domani.

Così, voltate le spalle al grande Arco e al suo modernissimo fondale, ripercorro il tortuoso corso Garibaldi con l’ intenzione di comprenderne lo spirito: ostentatamente popolare e altrettanto ambizioso.

corso garibaldi 9

Nuove boutiques si alterano ai negozi storici accuratamente rinnovati: non manca l’ antica bottiglieria e l’osteria dei Poeti, ma anche il temporary shop di prodotti bio-artigianali, moda dei nostri tempi.

corso garibaldi 11 ciclistacorso garibaldi 10 osteria dei poeti

Il Teatro Fossati con la statua di Garibaldi al centro della facciata è un esaltazione del carattere del quartiere, così come il monumento in  Largo Foppa dedicato all’ ingegnere ed inventore G.B. Piatti.

corso garibaldi 4 teatro fossati

E non è un caso perchè l’inclinazione al progresso e la capacità di cambiamento appartengono al quartiere… che mi sembra ora più capace di accogliere il nuovo oltre il confine…

corso garibaldi 13 bottigleria

Il quartiere del quartiere del quartiere…  

villaggio giornalisti_maggiolina (1)

Non c’è momento migliore di questo per riprendere il viaggio attraverso i Quartieri Tranquilli: l’autunno inizia a trasformare le strade della nostra Milano in un tappeto di foglie (e Milano si sa è alberatissima!), ed io che camminando, muovo ripetutamente lo sguardo dalla terra al cielo, ho la sensazione che i colori pastello delle case si confondano con le sfumature del fogliame.

Naturalmente non è così ovunque: ci vogliono pareti intonacate e piene, quelle degli edifici “di una volta” compattati gli uni accanto agli altri con le tinte grumose ed imperfette, ed ovviamente ci vogliono i viali tracciati nel secolo scorso e ravvivati dalle chiome estese e dense degli alberi.

villaggio giornalisti_maggiolina (2)villaggio giornalisti_maggiolina (4)

Questa descrizione si abbina bene agli scorci del villaggio dei Giornalisti dentro il quartiere della Maggiolina e all’immagine delle belle abitazioni tra viale Caprilli e via Stratico in piena zona San Siro; o ancora nel così detto “Villaggio dei Fiori” che alcuni abitanti precisano non appartene al quartiere di “Inganni”.

villaggio dei fiori (1)villaggio dei fiori (3)

A questo punto, però, risulta evidente che questi spazi non siano accomunati dall’ alberatura delle strade o dalla tipologia architettonica degli edifici, ma piuttosto da una sorta di “mise en abyme” dove ci sono quartieri dentro altri quartieri.

Questa situazione diventa sempre più frequente proseguendo alla scoperta di Milano ed il ritratto dei Quartieri Tranquilli si arricchisce di inaspettate sfumature e di nuovi profili che invitano ad esplorare la città, ancora e ancora e ancora…

 

 

 

Pillole QT: C’è Life nel quartiere Fiera?

via sebastiano del piombo_sole e ombra 2 Per visitare una grande città metro e bus sono fondamentali, ma per capirla e coglierne le sfumature non c’è altro modo che percorrerla a piedi. E se c’è il sole estivo e battente ancora meglio, non solo perchè il bel tempo è sempre piacevole, ma perché camminare sul marciapiede ombreggiato della strada permette di vedere l’ intero sviluppo degli edifici posti sul lato opposto. La ricerca d’ ombra, tuttavia, non è impegnativa a Milano così ricca di alberi, sui grandi boulevards come nelle strette strade secondarie. Oggi sono in zona Fiera per cercare di indagare i limiti di questo quartiere e alcune traverse di via S. del Piombo attirano la mia attenzione: all’ imbocco di queste strade secondarie gli edifici avanzano leggermente rispetto al filo strada restringendo la sezione della carreggiata per poi aprirsi e lasciare spazio a file di alberi che ricordano l’ impianto delle grandi passeggiate della città. Proseguo a zig-zag diretta verso l’ area della vecchia Fiera per vedere con i miei occhi le patinate architetture in fase di realizzazione promosse dalla grande operazione immobiliare. Peccato che nelle riviste specializzate non si ponga abbastanza attenzione al contesto…perché la vera sorpresa è la dialettica tra le nuovissime costruzioni in vetro e legno e i vicini edifici esistenti. Il contrasto è forte, disorienta…e invita alla riflessione. Mi diverte osservare che qui si trovano, una accanto all’ altra, modernità di diverse generazioni: c’è il villino di fine ‘800 in mattoni rossi e a fianco un edificio razionalista (anche questo in paramano) che, messo a confronto con i fabbricati di City Life, diventa modernariato…. contrasto 2 Non so ancora se quando il cantiere sarà terminato, le nuove costruzioni diventeranno parte del quartiere Fiera: una guardia giurata alla quale chiedo informazioni risponde sicura: “Questa è City Life ma di qui è un’ altra cosa”….E lo è davvero…i confini però non mi sono ancora chiari e quindi proseguo verso quello che credo essere il margine del quartiere di Parco Sempione…

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L’ Isola di oggi

borsieri 2 Nell’arcipelago di quartieri Milanesi, un’ Isola in particolare si distingue dalle altre: non per la sua storia – curiosa e “popolare” – ma per la capacità di adattarsi ai cambiamenti e di far proprio il presente, conservando gelosamente il ricordo del passato. La fierezza degli abitanti di appartenere al quartiere è ostentata: c’è chi mi parla di come erano questi luoghi un tempo e di come si viveva, c’è il manifesto di un libro che vede protagonisti due “isolani” d.o.c. e poi c’è un sito internet interamente dedicato al quartiere. È evidente che lo spirito di cambiamento che ha coinvolto la trasformazione di Porta Garibaldi sia stato pienamente assorbito al di là delle ferrovia; ma il rinnovamento del quartiere Isola è così forte perché esalta le sue radici, non le distrugge. Camminando lungo via Borsieri diretti verso il centro, le tradizionali case intonacate inquadrano i nuovi edifici vetrati accentuandone la verticalità. Il contrasto tra il vecchio e il nuovo non si può più ignorare… però, per un attimo, si può dimenticare… è sufficiente chiudere gli occhi, voltare le spalle e dirigersi verso piazzale Segrino dove le insegne di una vecchia osteria e di un negozio di ferramenta permettono un tuffo nel passato… ferramenta

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Little-Dergano  (parte seconda)

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Per capire dove risiede il fascino di questo quartiere ho impiegato qualche tempo…qui non ci sono architetture degne di nota, la abitazioni sono decorose ma modeste e la piazza principale è stata declassata a semplice parcheggio.

Eppure, qualche cosa rende Dergano davvero speciale: brioso e vitale, il quartiere è un micro-cosmo nella grande Milano…ma c’è di più…c’è il carisma dei suoi abitanti che proviene dal radicamento al luogo ed alla sua identità. Lo intuisco dalle parole di una loquace nonnina, che si offre di accompagnarmi, orgogliosa, per il SUO (!) quartiere.

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La varietà – di cose, persone, sensazioni – è ben condensata nella policromia delle sciarpe all’uncinetto che, attorcigliandosi sui pali e balaustre in ferro, rievocano il clamore della festa del quartiere o nelle composizioni di frutta e verdura in vendita che, così ben presentate, trasformano il negozio in una “boutique” alla moda.

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Quello descritto è un fulcro denso quanto piccolo; nell’allontanarmi raggiungo la parte più residenziale di Dergano dove il carattere del quartiere va lentamente a sfumare nella vicina Bovisa…

 

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Pillole QT: Direzione Dergano (parte prima)

1_via imbonati

Le facciate slavate e scrostate di via Imbonati con le finestre incorniciate da elementi in rilievo, semplici e un po’ sgraziati, raccontano molto della storia di questa strada: immagino un tempo passato, borghese e vivacissimo; mi sembra quasi di sentire le voci dei suoi abitanti, dentro e fuori i negozi ai piani terra dei fabbricati che, con i loro capricciosi allineamenti, rendono ancora più animata la mia rappresentazione.

Anche ora la strada è molto frequentata, ma le botteghe che figuravo nella mente hanno lasciato posto a “shops” di ogni genere e paese del mondo.

Lungo il percorso verso il quartiere Dergano vado incontro ad un cambiamento d’ aspetto della via Imbonati: ecco un intero isolato trasformato in un moderno centro direzionale con uffici impilati gli uni sugli altri e protetti da brise-soleil rossi, azzurri e verdi, che trasformano l’ immagine in bianco e nero della strada in una foto a colori.

2-via imbonati e centro direzionale

Qui non chiedo a nessuno informazioni sul quartiere perché sembrano avere tutti una gran fretta.  Proseguo oltre e mi rendo conto che il rinnovamento dell’area è davvero consistente: le nuove architetture in vetro e cemento – “tetris” di volumi e idee – hanno sostituito gli spazi industriali dismessi e rievocati da una ciminiera in mattoni, ormai estranea al mutato paesaggio urbano.

3 tra imbonati e begnino crespi

Quanto visto merita un approfondimento, così decido di entrare in una cartoleria – dove vendono libri e servono caffè – intenzionata a carpire qualche notizia sul quartiere.

Anche qui c’è molta gente, uomini e donne d’ affari che non rinunciano ad un buon cappuccino prima di tuffarsi nella frenetica giornata di lavoro. La gentilezza della proprietaria e della signora che si occupa della caffetteria mi mette quasi in imbarazzo perché se è vero che il tempo è denaro, il loro è stato un dono prezioso: dopo aver scambiato qualche parola, mi spiegano: “Ci troviamo a confine tra diverse zone, tra Maciachini e Cà Granda”.

Ma allora dove incomincia Dergano? Per ora so di non essere ancora arrivata nel cuore del quartiere eppure credo di aver colto lo spirito di chi vive e lavora qui…persone dinamiche – come sono i milanesi – e con una certa vena ironica…se hanno permesso ad un T-rex di arrampicarsi sul traliccio di un ripetitore…

t-rex

 

 

 

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Pillole

Milano è b.e.l.l.i.s.s.i.m.a !

Oltre il Duomo (sempre superbo!) e la Galleria Vittorio Emanuele, al di là del Castello Sforzesco e del quadrilatero della moda, Milano è inaspettatamente suggestiva e sfaccettata… addirittura mutevole; ognuno dei suoi quartieri così spesso a-nonimi ha una propria personalità, che diventa palpabile per chi, come me, percorre a piedi strade curvilinee e drittissimi viali alberati.

Il mio è uno sguardo allenato (sono architetto e studiosa di città), ma quello che scopro nel mio pellegrinare supera ogni aspettativa, perché mi invita a guardare la città attraverso i suoi quartieri ed a interpretarli dal punto di vista dei suoi abitanti.

E se ogni viaggio, degno di questo nome, richiede un diario dove stipare i pensieri e le riflessioni…ecco le pillole di Quartieri Tranquilli.”